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Comencini in black

Bianco e nero, la commedia etnica di Cristina Comencini in uscita l'11 gennaio, con Fabio Volo e Ambra Angiolini.
di Marzia Gandolfi

Il film

mercoledì 25 luglio 2007 - Incontri

Il film
Un viaggio in Africa su commissione ha ispirato l'ultimo film di Cristina Comencini. Girato interamente a Roma, dove le vie "bianche" infilano quelle dei quartieri neri, come il marito bianco di Fabio Volo insinua il cuore della sposa nera di Aissa Maiga. Eur, Piazza Vittorio e Stazione Termini fanno da sfondo a una commedia che sorridendo prova a riflettere sull'integrazione, il razzismo e i suoi clichè. Deviando dal corso del suo (ultimo) cinema, la Comencini sceglie di affidarsi alla commedia e a personaggi e a parole più leggere. Dopo La bestia nel cuore e Il più bel giorno della mia vita interpreta gli stereotipi "bianchi e neri" attraverso una storia d'amore "a due colori". Racconta la condizione comica e tragica insieme di un amore che si realizza (quello tra Volo e Maïga) e di un amore che non si sente più (Volo/Angiolini e Maïga/Ebouaney).

Genesi di una commedia in "bianco e nero"
Bianco e nero è una commedia contemporanea che porta un po' d'Africa a Roma. L'idea di questo film nasce da un altro lavoro, un documentario commissionatomi tempo fa da Walter Veltroni: Il nostro Rwuanda, che verrà presentato al Festival di Roma nella sezione Extra. Prima di allora non avevo mai voluto andare in Africa, certo ero stata in Tunisia, ma poi più niente. Detestavo l'idea di andarci come turista, mi imbarazza recarmi in luoghi in cui avverto pressioni sociali e contemporaneamente frequentare i paradisi artificiali che vi sorgono. Non è per moralismo ma, più semplicemente, per disagio. Aspettavo un appuntamento con l'Africa più profondo e impegnato. Così, quando Veltroni mi ha affidato un documentario sul Rwuanda ho capito che quella sarebbe stata l'occasione giusta per vivere un'esperienza umana importante nel continente nero. Frequentando l'Africa e gli africani ho scoperto i clichè e i pregiudizi che i neri nutrono nei confronti dei bianchi. Il punto di vista inverso, invece, lo conoscevo già molto bene. A quel punto mi sono detta che proprio questi preconcetti, che molto spesso sfociano in odioso razzismo, potevano essere sceneggiati e raccontati sullo schermo. Così ho pensato a una coppia bianca e a una coppia nera e deciso di fare innamorare il marito bianco della bella moglie (altrui) nera.

Commedia e pregiudizio
Ho voluto fortemente che il mio film fosse una commedia perché credo che bisogna come in passato trovare il coraggio di scegliere un genere e portarlo fino in fondo. In Italia si fanno certamente tante commedie ma poche hanno la forza o la volontà di raccontare la contemporaneità, di raccontare cose serie utilizzando proprio i suoi codici. Io invece credo fortemente che soltanto questo genere sia in grado di tirare fuori tutto il marcio della società senza fare troppo male. Ridendo si possono dire cose pesanti. La commedia può permettersi di sbeffeggiare le meschinità esistenziali. C'è una sequenza importante in Bianco e nero, girata in una villa dell'Eur dove vivono i genitori borghesi e benpensanti del personaggio interpretato da Ambra: durante la festa di compleanno della bambina della coppia formata da Fabio Volo e Ambra Angiolini, il passato africano dei nonni verrà fuori in modo comico e insieme tragico, la villa sarà il luogo di tutte le gaffe.

Coppia in bianco: Fabio Volo
Carlo, il mio personaggio, entra in relazione con la cultura nera attraverso Elena, sua moglie. È una persona semplice che nella vita ripara computer e la condizione della compagna è per lui motivo di riscatto sociale. Carlo rifiuta totalmente di occuparsi di integrazione e razzismo, perché questa cosa in un certo senso lo mette a disagio. Rifiuta perché non sa gestire. È infastidito e cerca sempre un modo per evitare le riunioni, gli incontri e le conferenze organizzate dalla moglie presso l'ambasciata del Senegal. Ma nel momento in cui il mio personaggio incontra Nadine, dal rifiuto passa al totale coinvolgimento. Carlo ha un carattere sincero sia quando rifiuta, sia quando decide di accettare. Non è superficiale, quello che sente per Nadine non è soltanto attrazione, dietro di lei, come in tutte le donne, c'è un mondo e un mistero. Per questo finirà per farsi coinvolgere sentimentalmente.

Ambra Angiolini
Elena proviene da una famiglia molto formale. È una portavoce impegnata dell'Africa che scoprirà presto, proprio a causa del tradimento del marito con una donna nera, di non conoscersi fino in fondo. Il tradimento di Carlo, unito a una riflessione profonda del personaggio, scardinerà tutte le sue certezze. Elena scoprirà che il disegno di sé che aveva diffuso ad arte non le appartiene più. Al contrario di Fabio, è la prima volta che interpreto un personaggio in una commedia ed è la prima volta che a dirigermi c'è una donna. I pregiudizi nei confronti del filmaker in gonnella è svanito subito dopo aver incontrato Cristina, più faticoso invece riuscire a rimanere seria avendo battute esilaranti da recitare. Ho comunque sentito molto questo ruolo e non mi sono mai preoccupata del numero di pose. Elena mi ha fatto pensare spesso a me stessa, agli otto anni in cui non ho lavorato, quando mi dicevo che forse ero io a essere stonata, ma alla fine ho capito che la donna libera che sono oggi l'ho costruita proprio in quegli otto anni.

Coppia in nero: Aissa Maiga
Io vivo da diversi anni in Francia dove esistono un numero elevato di coppie miste, eppure i media e il cinema stesso non si sono mai occupati di questo tema, dell'integrazione culturale all'interno di queste coppie. Sono perciò contenta che lo abbia fatto Cristina in Italia. Ho adorato il mio personaggio e lo sguardo profondamente umano del film. La riflessione politica e ideologica non manca ma non prende mai il sopravvento su quella umana. Cristina prende due mondi separati e li mette a confronto, poi il mio personaggio si innamora e decide di passare dall'altra parte, e qui scoppia il "dramma".

Eriq Ebouaney
Devo dire che alcuni dei preconcetti affrontati nel film hanno creato sul set, e di conseguenza sullo schermo, situazioni molto ma molto comiche. Come l'idea che l'africano non riesca proprio a essere fedele o a sopportare che la propria donna possa avere una relazione sessuale con un bianco. Mio padre mi racconta sempre che la prima volta che venne in Europa negli anni '60 c'erano davvero pochi neri e la sua prima amica bianca fu proprio un'italiana. Si fece perciò questa idea curiosa per cui gli italiani fossero gli africani d'Europa. Qualche anno dopo sono venuto io in Italia, ma ancora non mi è capitato di vedere una ragazza bianca con un ragazzo nero. Magari dopo questo film.

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