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alexfilm
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martedì 7 ottobre 2025
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prendere a pugni la vita
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Nonostante tutto, possiamo sempre lottare.
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giomo891
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sabato 10 settembre 2022
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un milione di volte da vedere di giomo891
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Million Dollar Baby."La gente è attratta dalla violenza e pensa che la boxe ne sia un concentrato...ma si sbaglia" voce "fuori campo" di Freeman (qui Oscar 2005 per il miglior attore non protagonista).
Così inizia questo che, a mio (e non solo) avviso, è il più grande capolavoro di Clint. Lo è per aver affrontato tre o quattro temi, che si sovrappongono in questa pellicola. Il rimpianto di qualcosa che sia lui che Morgan ex pugili ("che hanno rischiato tutto per un sogno che nessuno, tranne loro, avevano in mente..."), la durezza di Clint che, pian piano diventa estrema dolcezza ed affetto vero (che la vera figlia gli ha negato), come quella di un padre e non solo di allenatore di Maggie (una splendida e gigantesca Hillary Swank), che diventerà il suo "Tesoro" (questa la traduzione del soprannome, "Mo Chuisle" che a sua insaputa,-e le svelerà solo sul suo capezzale-fa scrivere sul mantello di Maggie, che, come il suo abbraccio, l'accompagna sul Ring, di vittoria in vittoria, fino al drammatico epilogo).
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Million Dollar Baby."La gente è attratta dalla violenza e pensa che la boxe ne sia un concentrato...ma si sbaglia" voce "fuori campo" di Freeman (qui Oscar 2005 per il miglior attore non protagonista).
Così inizia questo che, a mio (e non solo) avviso, è il più grande capolavoro di Clint. Lo è per aver affrontato tre o quattro temi, che si sovrappongono in questa pellicola. Il rimpianto di qualcosa che sia lui che Morgan ex pugili ("che hanno rischiato tutto per un sogno che nessuno, tranne loro, avevano in mente..."), la durezza di Clint che, pian piano diventa estrema dolcezza ed affetto vero (che la vera figlia gli ha negato), come quella di un padre e non solo di allenatore di Maggie (una splendida e gigantesca Hillary Swank), che diventerà il suo "Tesoro" (questa la traduzione del soprannome, "Mo Chuisle" che a sua insaputa,-e le svelerà solo sul suo capezzale-fa scrivere sul mantello di Maggie, che, come il suo abbraccio, l'accompagna sul Ring, di vittoria in vittoria, fino al drammatico epilogo). Ma anche l' attore Eastwood è vecchio, segaligno ed intransigente, ma assai migliore del pistolero dei film di Leone, dove, com'è noto, aveva solo due espressioni (col cappello e senza). L'altro tema da non trascurare è quello, più difficile, dell'eutanasia. Ma tutto viene affrontato con una sensibilità difficile da trovare anche in pellicole apparentemente più impegnate...e Clint ci riesce benissimo anche se ci entra e ne esce, in punta di piedi, come si conviene per un argomento così incerto.
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marcloud
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mercoledì 8 dicembre 2021
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dramma da ring
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Clint Eastwood in una delle sue migliori regie. Un film difficile e duro ma che vale la pena vedere.
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fabio 3121
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domenica 14 febbraio 2021
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il capo, la ragazza e scrap intorno al ring
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il film racconta la storia di un vecchio allenatore di boxe Frankie (Clint Eastwood) che tiene una palestra a Los Angeles insieme all'ex pugile Scrap (Morgan Freeman). Un giorno in palestra si iscrive una ragazza di 31 anni Maggie, cameriera, che chiede a Frankie "il capo" di allenarla. Dopo tanti rifiuti, vista l'ostinazione della "ragazza", Frankie inzia ad allenarla e ad organizzarle degli incontri negli USA ma anche in Europa. Dopo una serie di vittorie, anche al primo round, Maggie è finalmente pronta a 33 anni per sfidare la campionessa del mondo. In questo incontro Maggie, per una scorrettezza della rivale, subisce un colpo al viso e cade sullo sgabbello a bordo ring rimanendo paralizzata.
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il film racconta la storia di un vecchio allenatore di boxe Frankie (Clint Eastwood) che tiene una palestra a Los Angeles insieme all'ex pugile Scrap (Morgan Freeman). Un giorno in palestra si iscrive una ragazza di 31 anni Maggie, cameriera, che chiede a Frankie "il capo" di allenarla. Dopo tanti rifiuti, vista l'ostinazione della "ragazza", Frankie inzia ad allenarla e ad organizzarle degli incontri negli USA ma anche in Europa. Dopo una serie di vittorie, anche al primo round, Maggie è finalmente pronta a 33 anni per sfidare la campionessa del mondo. In questo incontro Maggie, per una scorrettezza della rivale, subisce un colpo al viso e cade sullo sgabbello a bordo ring rimanendo paralizzata. Dopo il peggioramento delle sue condizioni fisiche, il capo, su richiesta della ragazza - stanca e depressa di stare immobile in un letto di ospedale - le stacca il tubo dell'ossigeno e non farà più ritorno in palestra. La storia è raccontata con la voce fuori campo di Scrap. il regista ha scelto il mondo della boxe per sviscerare una serie di tematiche (il rapporto padre/figlia, la competizione sportiva, la fede, la redenzione, il perdono, i sogni che si coltivano e a volte si realizzano nella vita, l'eutanasia) per lo più drammatiche. La prima parte del film è sicuramente più dinamica mentre la seconda risulta molto lenta. Buone le interpretazioni di Eastwood, Freeman e Swank. Le scene dei numerosi incontri di boxe sono un tantino ripetitive e la lunga durata del film nel suo complesso ne risente. In definitiva il risultato è più che sufficiente; voto: 6,5/10.
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(di no_data)
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eden artemisio
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lunedì 20 gennaio 2020
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saper donare la morte
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Onore a Clint che ha cambiato pelle. Non è più il cinico pistolero che uccide senza espressione ed emozione. Clint ha seguito la stessa parabola ascendente del regista dei suoi western. Come Sergio Leone che si definiva artigiano del cinema, ma finiva poi per approdare al sogno autoriale di “once upon a time in America”, così la star più nota del Western all’italiana è diventato un regista che regala emozioni intense e indimenticabili. In Million dollar baby la grammatica filmica è declinata perfettamente nella sceneggiatura e nella regia. Superba è la recitazione dello stesso Clint, della protagonista femminile Hilary Swank e del grande, immenso, Morgan Freeeman.
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Onore a Clint che ha cambiato pelle. Non è più il cinico pistolero che uccide senza espressione ed emozione. Clint ha seguito la stessa parabola ascendente del regista dei suoi western. Come Sergio Leone che si definiva artigiano del cinema, ma finiva poi per approdare al sogno autoriale di “once upon a time in America”, così la star più nota del Western all’italiana è diventato un regista che regala emozioni intense e indimenticabili. In Million dollar baby la grammatica filmica è declinata perfettamente nella sceneggiatura e nella regia. Superba è la recitazione dello stesso Clint, della protagonista femminile Hilary Swank e del grande, immenso, Morgan Freeeman. Morgan Freeman… non riesco a ricordare un film dove il suo contributo non sia stato determinante, Il suo volto ed i suoi movimenti hanno così tanta forza che anche lo spettatore più distratto non può fare a meno di rimanerne colpito. Senza diminuire il merito della regia e della recitazione, non va neppure sottaciuto che la storia raccontata in Million dollar baby ha in sé stessa un potere di convinzione raro a trovarsi. Ogni ruolo è ben definito: quello di Maggie che ha perso il padre quando era troppo giovane e ne sente ancora la mancanza; quello di Frankie che rimugina il suo fallimento come padre per quella sua figlia che non risponde mai alle sue lettere. Anche il rapporto di amicizia tra Frankie (Eastwood) e Eddie (Freeman) ha una solidità che viene da lontano: antiche storie di ring, antichi codici, ma ancora scolpiti nel cuore degli uomini veri. E poi il climax della storia, quella scelta, la scelta che può fare solo Dio, quella di donare la morte. Ma se la creatura che è cresciuta sentendosi niente, proprio quella che invece avrebbe meritato tutto, riceve infine per premio un dolore immenso ed insopportabile, non si può rimanere a guardare e sentirsi scusati perché quella scelta spetta soltanto Dio. Anche un uomo può farla a volte, di sicuro un uomo che ha cuore, ma che ne controlla con padronanza i battiti; un uomo duro, ma con un codice antico impresso nell’anima. Il vecchio pistolero torna di nuova ad uccidere. Questa volta, però, ci fa piangere dalla commozione. 30 cum laude per Clint.
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gustibus
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venerdì 16 febbraio 2018
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"mio tesoro"
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Si "mio tesoro"e'la traduzione che aveva Maggy(Hilary Swank)..veramente da Oscar!!..sulla vestaglia da pugile che indossava prima di un incontro.Questo ennesimo capolavoro di Clint Eastwood e'raccontato da Scrap(M .Freeman)da Oscar!mentre sta scrivendo alla figlia di Frankie(Eastwood)come era veramente nell'animo suo padre che non vedeva piu'da anni.Allenatore ormai anziano che gestisce una palestra per futuri campioni,scopre Maggy che a 30 anni voleva emergere nella vita col pugilato.Nulla finira'bene in questo film,ma nelle due ore di racconto ce'tanta poesia,triste..ma poesia! nel dirigere gli albori e il tramonto tristissimo della..vita!Si questo e'un film prettamente Eastwoodiano sui valori della vita.
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Si "mio tesoro"e'la traduzione che aveva Maggy(Hilary Swank)..veramente da Oscar!!..sulla vestaglia da pugile che indossava prima di un incontro.Questo ennesimo capolavoro di Clint Eastwood e'raccontato da Scrap(M .Freeman)da Oscar!mentre sta scrivendo alla figlia di Frankie(Eastwood)come era veramente nell'animo suo padre che non vedeva piu'da anni.Allenatore ormai anziano che gestisce una palestra per futuri campioni,scopre Maggy che a 30 anni voleva emergere nella vita col pugilato.Nulla finira'bene in questo film,ma nelle due ore di racconto ce'tanta poesia,triste..ma poesia! nel dirigere gli albori e il tramonto tristissimo della..vita!Si questo e'un film prettamente Eastwoodiano sui valori della vita..belli(ma mai troppo)e brutti.Inoltre si affronta il tema dell'eutanasia come solo CLINT poteva farlo.Alla fine si puo' piangere per il coraggio di affrontare cose che solo una volta nella vita si potrebbe fare.Film immenso, che ha meritato i 4oscar e i 2 Golden globes.Assieme a Mistic River e GranTorino credo siano i 3capolavori di Eastwood.Musica da incanto e da vedere obbligatoriamente almeno una volta nella vita.Mai cinque stelle furono cosi'meritate.
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klimowitz
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lunedì 6 giugno 2016
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a volte perdo le patole...
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L'opinione degli altri(anche se sciocca, cit.) va rispettata. Ho quasi 42 anni e vidi questo film quando ne avevo 30. Non mi capacito di come lo si possa criticare. Ah certo, se volete vedere infinite sparatorie, frasi ad effetto tipiche del cinema americano, scontri frontali di automobili, che miracolosamente invece di accartocciarsi decollano, passate pure ad altro. Questo è un film di redenzione, di riscatto, di dilemmi. Lo spettatore non viene quasi mai illuso. Clint non pretende di fare la morale a nessuno, ma solo di fare del cinema che colpisce duro.
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great steven
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lunedì 27 aprile 2015
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istruttore incattivito allena una giovane promessa
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MILLION DOLLAR BABY (USA, 2004) diretto da CLINT EASTWOOD. Interpretato da CLINT EASTWOOD, HILARY SWANK, MORGAN FREEMAN, JAY BARUCHEL, MIKE COLTER, LUCIA RIJKER, BRIAN F. O'BYRNE, ANTHONY MACKIE, MARGO MANTINDALE, RIKI LINDHOME
Il proprietario di una scalcinata palestra per pugili è diviso fra rispetto e risentimento per il suo unico amico, un ex boxeur nero che lo aiuta nell’addestramento dei giovani che intendono praticare lo "sport dei poveri". Un giorno l’anziano uomo vede capitarsi fra capo e collo una cameriera trentenne che cerca nella boxe l’unica, e ultima, ragione di riscatto sociale, in quanto frustrata dagli insuccessi di una vita che, anche a livello famigliare, non la soddisfa.
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MILLION DOLLAR BABY (USA, 2004) diretto da CLINT EASTWOOD. Interpretato da CLINT EASTWOOD, HILARY SWANK, MORGAN FREEMAN, JAY BARUCHEL, MIKE COLTER, LUCIA RIJKER, BRIAN F. O'BYRNE, ANTHONY MACKIE, MARGO MANTINDALE, RIKI LINDHOME
Il proprietario di una scalcinata palestra per pugili è diviso fra rispetto e risentimento per il suo unico amico, un ex boxeur nero che lo aiuta nell’addestramento dei giovani che intendono praticare lo "sport dei poveri". Un giorno l’anziano uomo vede capitarsi fra capo e collo una cameriera trentenne che cerca nella boxe l’unica, e ultima, ragione di riscatto sociale, in quanto frustrata dagli insuccessi di una vita che, anche a livello famigliare, non la soddisfa. Benché l’allenatore la ritenga ormai un po’ troppo anziana per intraprendere una carriera agonistica, accetta di istruirla nella nobile arte del combattimento corpo a corpo. La ragazza, con l’esperienza e una tenacia assai perseverante, si rivela una campionessa, tanto che passa velocemente da una categoria di peso a quella superiore fino ad ambire alla conquista di un titolo internazionale, che deve contendere a un’ex prostituta di carnagione scura, nota per la sua potenza e scorrettezza. Colpita a tradimento, la ragazza batte la testa contro lo spigolo del suo sgabello ed entra in coma. Tenuta in vita artificialmente, chiede al suo manager di aiutarla a morire. Intriso di una malinconia esistenziale e di una tristezza basilare che strappa le sensazioni più crude e meno malleabili, non è un film sull’eutanasia. Ma non è neppure un film sul pugilato. « Sport contro natura», esplica la voce narrante di M. Freeman. Tratto da un racconto di F. X. Toole, è un’opera che spiega il funzionamento della lotta per la sopravvivenza in un mondo di perdenti che comunque non perdono la speranza per aprirsi un futuro più soddisfacente e crearsi un angolo di gloria quando questa rimane sempre un valore da guadagnare col sudore della fronte, e non solo. Passata da qualche tempo la boa dei settant’anni, Eastwood recupera nella regia la durezza e il taglio iperrealistico che avevano caratterizzato le interpretazioni che lo imposero all’attenzione del grande pubblico, per mettere in scena un dramma umano capace di impressionare non tanto per il finale tragico e totalmente pessimistico quanto per il senso di desolazione che arriva a permeare perfino le battaglie che la determinata e affiatata pugile (cui giova moltissimo l’espressione agguerrita e il piglio deciso di H. Swank) affronta con cuore impavido e mente concentrata per trovare una rivincita contro le avversità di cui è responsabile soprattutto la sua degenerata famiglia, interessata soltanto al denaro che lei incassa vittoria dopo vittoria. Il personaggio probabilmente più riuscito, in virtù della sua saggezza profonda e del suo atteggiamento distaccato ma pur sempre onesto, è il campione in pensione di Freeman, che giunge a disputare il suo 110° match contro l’arrogante apprendista (Mackie) che sfida a viso aperto il ragazzo vivace e inesperto (Baruchel) per dargli una lezione esemplare di bullismo e di falsa modestia, venendo però sconfitto pesantemente dal vecchio professionista. C’è anche da notare che, avendo ormai imparato ampiamente a dirigere sé stesso, Eastwood ha affinato notevolmente la sua tecnica recitativa abbandonando la maschera dell’uomo coriaceo e imperscrutabile per approntare di fronte a degli spettatori mai disillusi l’immagine di un attore la cui esperienza gli ha insegnato a portare sul grande schermo personaggi la cui varietà risiede appunto nella loro malleabilità, plasticità, quiete e volontà di cambiare, possibilmente in direzione di un carattere più aperto e solare. Quattro Oscar: film, regia, attrice protagonista (Swank), attore non protagonista (Freeman).
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sim one
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martedì 10 marzo 2015
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si insinua in te e non ti lascia andare facilmente
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Se continui a pensare a un film, dopo averlo visto, vuol dire che era un ottimo film. E questo è quello che succede con questa pellicola dinamica, coinvolgente, commovente. "E' stato giusto? E' stato sbagliato? E' a favore, o è contro l'eutanasia?". Fa riflettere. Ottime le interpretazioni di tutti e tre i personaggi principali: ogni Oscar è meritato.
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il befe
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martedì 10 marzo 2015
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capolavoro
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