Anno | 1999 |
Genere | Commedia |
Produzione | Italia |
Durata | 94 minuti |
Regia di | Antonio Albanese |
Attori | Lorenza Indovina, Antonio Albanese, Aisha Cerami, Lucia Guzzardi, Beatrice Macola Luigi Maria Burruano, Nino Prester, Marit Nissen, Rosa Pianeta. |
MYmonetro | 2,52 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 1 marzo 2011
Muore un padre in Sicilia. Il figlio che è rimasto con lui chiama il fratello, divenuto ormai in tutto e per tutto un brianzolo, perché partecipi alle...
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lunedì 16 maggio 2022 ore 13,48 su CINE34
CONSIGLIATO NÌ
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Muore un padre in Sicilia. Il figlio che è rimasto con lui chiama il fratello, divenuto ormai in tutto e per tutto un brianzolo, perché partecipi alle esequie. Spinto dal desiderio dell'eredità l'uomo parte col suo carico di pregiudizi nei confronti dei 'sudisti'. Verrà punito. Sopraggiunge però anche il fratello che abita nell'Italia centrale che era stato dimenticato. Lui riuscirà ad astrarsi dai problemi. Albanese vuole strafare e non amalgama i tre caratteri tutti interpretati da lui. Resta l'impressione classica dell'opera seconda meno interessante della prima. Aspettiamo l'opera terza.
Alla morte del padre a Petralia Soprana (Palermo) Alex Drastico è costretto da mammà a chiamare per i funerali il gemello Ivo (Salvatore) Perego che ha una fabbrichetta nel Nord e odia il Sud. Avvisato da un anonimo, arriva in paese anche un terzo gemello, Pacifico, mite e schivo docente di scuola media di cui nessuno si era ricordato. Chi fa da sé fa per tre, ma qui questo proverbiale emblema dell'individualismo italiano funziona fino a un certo punto, sebbene l'autore - che, come interprete è trino - si sia fatto aiutare da Vincenzo Cerami in sceneggiatura. Nel panorama dei comici italiani contemporanei il comasco Albanese è un alieno. La sua comicità "è slegata dal contenuto e dalla battuta, svincolata dalla narratività, nutrita di silenzi, trionfante di musicalità del corpo" (R. Escobar). Basta vedere il ballo di Pacifico con la sua appassita corteggiatrice. Purtroppo il film non c'è per mancanza di struttura. Come tante altre commedie italiane degli anni '90 che, però, fingono di averla. La mancanza di furbizia è veramente un difetto?
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Al di là dei meriti formali, tutt'altro che da capolavoro, ma certo da sufficienza +++, bisogna riconoscere che Albanese ha fatto una satira a quella falsa cerimonia che sono i funerali dove tutti recitano una tristezza, una compunzione, un'afflizione che di solito non esiste. La satira è mascherata da commedia, anche parecchio surreale, per non scandalizzare il perbenismo [...] Vai alla recensione »
Domandano ad Albanese 1: "Lei è di destra o di sinistra?". Lui esita, balbetta, non sa cosa dire. La domanda si ripete incalzante: “Lei è di destra o di sinistra?", e lui: "Non me lo ricordo". Quanti italiani potrebbero dare la stessa risposta? Domande ad Albanese 2: “Parla inglese?", "Ho smesso"; "Ha figli?", "No. Sono spese". Albanese 1 consola un amico: "Tu ce l'hai piccolo.
Alé lumbàrd, forza Madonie. Antonio Albanese, interprete, sceneggiatore (con Vincenzo Cerami) e regista di La lame e la sete, non gira certo intorno a ciò che gli sta più a cuore. La sua famiglia viene dalla Sicilia profonda, e proprio Giù al Nord (così si intitola un suo spettacolo teatrale), dalle parti di Lecco, è cresciuto e vive il popolarissimo comico lanciato dalla trasmissione televisiva Mai [...] Vai alla recensione »
Un urlo disumano, un terrificante grido di dolore scavalca tutto intero il canale d'Otranto. Intanto, dall'alto la macchina da presa mostra una grande nave possente che solca inarrestabile le onde d'un Adriatico scuro e ventoso. Ivo Perego, «nazista dentro» secondo la sua stessa orgogliosa autodefinizione, ha appena scoperto d'essere imbarcato su un traghetto che fa rotta verso l'Albania.