Spicy Love Soup

Esordio alla regia del promettente Zhang Yang e prima produzione indipendente cinese di sempre. "Spicy Love Soup", saporita zuppa d'amore di nome e di fatto, riscuotendo ampio successo in patria si rivela primo tentativo riuscito di rappresentare uno spaccato della Cina odierna. Cardine dell'intreccio è l'evolversi in differenti contesti di cinque storie d'amore che sfiorandosi si sviluppano in parallelo, pur seguendo fili conduttori indipendenti. Da sottolineare come il titolo abbia aperto nuove prospettive al cinema cinese, imprigionato troppo spesso nei temi tradizionali del passato, imponendosi come spartiacque tra atavici fasti ed epoca moderna. I leggendari combattenti e gli imperatori lasciano il posto alla gente comune, gli epici amori proibiti vengono qui sorpassati dai problemi di coppie "normali", i suggestivi scenari della Cina imperiale scompaiono per esplorare luoghi come grandi magazzini e città odierne. Appaiono quindi, forse per la prima volta in un simile contesto, scenari paradossalemnte nuovi e "misteriosi", sia a livello scenografico che tematico. Questi fattori non fanno che esaltare i pregi delle storie presentate, incisive nella loro semplicità e mai banali, che nonostante ritmi lenti funzionano a dovere. L'opera del regista trasmette e comunica senza sforzi né forzature di sorta rivelandosi efficace nell'andare a segno sottovoce, anche grazie a un cast in apparente stato di grazia. C'è chi giustamente vede in questa pellicola il "risveglio" della Cina: un valore aggiunto che il titolo ha acquisito grazie alla propria consistenza. 