Murder One

Film 1995 | Legale

Una serie con Daniel Benzali, Stanley Tucci, Jason Gedrick, Barbara Bosson, Mary McCormack. Cast completo Genere Legale - USA, 1995, Valutazione: 4 Stelle, sulla base di 1 recensione.

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La migliore serie legale dopo Perry Mason è un’altra perla di quel gran genio di Steven Bochco, il quale confeziona un unicum della storia della televisione: un caso processuale portante, seguito passo passo lungo 23 episodi da cardiopalma, il quale si avvita su altre cause minori che si concludono nel giro di una puntata. La storia si apre con la notizia del ritrovamento del cadavere di una bellissima ragazza di soli 15 anni a Hollywood: Jessica Costello (Colette White) è morta per strangolamento ai piedi di un letto; è stata rinvenuta nuda, con i polsi legati; probabilmente è rimasta vittima di un gioco erotico spinto all’estremo. Una telecamera a circuito chiuso piazzata nel parcheggio dello stabile ha inquadrato il miliardario Richard Cross (Stanley Tucci): la sua vita promiscua costellata da amanti assai giovani – compresa la sorella maggiore della defunta, Julie (Bobbie Phillips) – lo piazza in cima alla lista degli indagati. Il calvo Theodore Hoffman (interpretato da un magnetico Daniel Benzali, attore di origini brasiliane), principe del foro di Los Angeles, assume la sua difesa. Dopo alcune udienze, tra prove apparenti e verità svelate, Cross viene scagionato a discapito della star cinematografica sempre più emergente Neil Avedon (Jason Gedrick), con pesanti trascorsi di alcol, droga e una relazione con la vittima che lo mettono nei guai. Convinto dell’innocenza di Avedon, Hoffman decide di assumere anche la sua difesa. Freddo, sicuro di sé, deontologicamente impeccabile, alla ricerca della verità assoluta nonostante accetti alcuni compromessi morali, il protagonista si circonda di giovani collaboratori tanto ambiziosi quanto di prim’ordine: Chris Docknovich (Michael Hayden), Arnold Spivak (J.C. MacKenzie), Justine Appleton (Mary McCormack), Lisa Gillespie (Grace Phillips); a loro si aggiungono il servile Louis Heinsbergen (John Fleck), segretario dell’ufficio legale, nonchè la centralinista Lila Marquette (Vanessa Williams). La principale avversaria di Hoffman e soci risulta essere Miriam Grasso (Barbara Bosson, la moglie di Bochco), l’assistente del procuratore distrettuale che non accetta rinvii o patteggiamenti; il suo superiore è Roger Garfield (Gregory Itzin), politicamente assai ambizioso. Per la polizia indagano il determinato detective Arthur Polson (Dylan Baker) e il veterano David Blalock (Kevin Tighe). Per la cronaca, si scoprirà che l’assassino di Jessica era uno spacciatore: il whodunnit è solo un pretesto per mettere in scena i meccanismi giudiziari di un processoevento, il più mirabile affresco di fiction legale degli anni ’90 (in attesa che qualche critico cinematografico ci smentisca). Sempre a cavallo tra telefilm polizieschi (Hill street giorno e notte e New York Police Department) e legali (Law & Order: i due volti della giustizia e L.A. Law – Avvocati a Los Angeles), Bochco firma un altro capolavoro che si ispira, per sua stessa ammissione, al processoshow di O.J. Simpson: anche qui si scatena quel circo mediatico che alla fine “vuole” il mostro in prima pagina o in prima serata (l’iter delle indagini e del dibattimento in aula è seguito più o meno voyeuristicamente dalla fittizia “Law Tv”). Più Scott Turow che John Grisham, l’idea del serial era venuta a Bochco già ai tempi di L.A. Law – Avvocati a Los Angeles (1986); il procuratore della difesa Howard Weitzman ha svolto il ruolo di consulente legale del telefilm (appare di tanto in tanto su “Law Tv”); per interpretare il suo personaggio, Barbara Bosson si è ispirata alla figura del procuratore Marcia Clark. “Quello che m’interessa della legge – ha dichiarato Bochco a proposito della serie – è che in teoria essa dovrebbe riguardare la parte migliore di noi stessi; invece, in pratica, prende in considerazione solo la parte peggiore”; nessuna paura e nessun dubbio sull’idea di trattare un solo caso lungo più di 20 puntate: “il pubblico non si annoia per una storia sola – ha commentato l’ideatore – semmai sbadiglia quando non c’è neanche una storia”. Nonostante sia stato osannato dalla critica, il serial dell’ABC è caduto sotto i colpi del concorrente E.R., in onda in contemporanea sull’NBC: il presidente del network, Ted Harbert, ha spiegato la rischiosa strategia adducendo che “qualcuno doveva pur scalare la collina: noi abbiamo mandato i nostri soldati migliori”. Forse anche per questo è stata data una seconda chance alla serie in una più opportuna collocazione e con un cast rinnovato: nel secondo ciclo – inedito in Italia e peraltro meno folgorante rispetto al primo – i casi trattati diventano tre (uno di essi si ispira sfacciatamente all’affaire O.J. Simpson: una star del baseball è accusata di aver ucciso il presunto amante della moglie); ne diventa protagonista il procuratore James Wyler (Anthony LaPaglia), più giovane e più capellone rispetto a Hoffman (ma meno carismatico rispetto a colui che in America hanno definito “un incrocio tra Kojak e Johnnie Cochran”). Il telefilm ha vinto in patria 3 Emmy Awards (di cui uno assegnato alla colonna sonora di Mike Post), 2 ASC (American Society of Cinematographers), un Golden Satellite Award e un Viewers for Quality Television Award, mentre in Inghilterra ha ottenuto il prestigioso BAFTA quale “miglior programma straniero”. Oltre a Steven Bochco, firmano da produttori esecutivi: Charles H. Eglee, William M. Finkelstein, Michael Fresco e Ann Donahue. Tra le guest-stars si riconoscono Concetta Tomei, Brittany Murphy e, nei panni di sé stesso, il giornalista televisivo Larry King.

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