Anno | 1980 |
Genere | Commedia |
Produzione | Italia |
Durata | 101 minuti |
Regia di | Renzo Arbore |
Attori | Diego Abatantuono, Mariangela Melato, Isabella Rossellini, Roberto Benigni, Andy Luotto Mario Marenco, Luciano De Crescenzo, Renzo Arbore, Silvia Annichiarico, Martin Scorsese, Tiziana Altieri, Salvatore Baccaro, Kathleen Kramer, Manfred Freyberger, Graziano Giusti, Alessandro Vagoni, Michael Pergolani, Neil Hansen, Mauro Bronchi, Richter Hans Otto, Witthuser Bernd, Cesare Gigli, Fabrizio Zampa, Tito Leduc, Ruggero Orlando, Otto, Barnelli, Milly Carlucci, Mimma Nocelli, Gerardo Gargiulo, Ferdinando Murolo, Matteo Salvatore. |
MYmonetro | 2,76 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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La fragile trama racconta di papa Giovanni Paolo II che incarica Arbore di creare una televisione vaticana....
CONSIGLIATO SÌ
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La fragile trama racconta di papa Giovanni Paolo II che incarica Arbore di creare una televisione vaticana.
Il Papa convoca Arbore e lo incarica di mettere in scena "Gaudium Magnum", show musicale per la TV vaticana. Durante le prove le gag si susseguono spudoratamente con sgangherata frenesia finché interviene il Padreterno che manda tutto a catafascio e con una felliniana sfera di ferro precipita tutti nelle viscere della Terra. "Pap'occhio" come occhio del papa, ma anche come pastrocchio. Sull'onda del programma tv pomeridiano "L'altra domenica" (1976-79), animato da strani personaggi un po' filosofi e un po' cialtroni, Arbore passa al cinema come regista e sceneggiatore (con L. De Crescenzo) con un film sgangherato, goliardico, divertente e molto improvvisato sul set con Abatantuono esordiente, la Melato, come figlia di Iorio, e Scorsese, e con molto jazz e gospel in napoletano. Uscito con successo, sequestrato per vilipendo della religione di Stato, dissequestrato nel 1982, 5° in classifica con 5 miliardi d'incasso. Riedito nel 2010 in DVD, edizione restaurata e rimasterizzata con uno special di 70'.
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Riguardare i film fa bene, sopratutto se nella loro versione più integrale e nelle grazie del regista. Arbore trasporta quelli de "L'altra domenica" al cinema con risultati non sempre costanti ma più che discreti. Come esordio ala regia bisogna dirlo, Arbore è trash, ma è proprio quello che lo rende inimitabile. Montaggio particolare ma alquanto trash anch'esso(con sette persone affiate al montaggio [...] Vai alla recensione »
Cosa dire de “Il Pap’occhio”? Meglio partire dalla trama: accompagnata da un coro di cantanti jazz napoletani in abito a righe anni ’30, la pellicola illustra le assurde vicende che coinvolgono Arbore e la sua cricca di tredici elementi impegnati nel sacro compito (partito dal Papa in persona) di dare vita alla prima rete vaticana.
Il Papa incarica Arbore di fare una televisione vaticana al passo coi tempi e lui, insieme alla sua sgangherata congrega, accetta. Il film è piacevolmente blasfemo e irriverente e contiene alcune trovate davvero geniali a cominciare dalle battute di Abatantuono e dallo sketch del cesso di Iglesias ma alla fine la storia stenta a decollare: non bastano le sorelle Bandiera per tirarla su.
Arbore è Arbore. Solo lui può fare certe cose così particolari.
Uno dei pochi dei 10 migliori comici mai fatti. Il genio di Arbore è cristallino.
Non certo un grande film, anche se le parti di benigni, il coro, "Deus ex machina", i Jazzemani e altre parti riescono a divertire.
La scena di Benigni che restaura il "Giudizio Universale" rappresenta uno dei più grandi eventi di comicità assoluta. "E che si dicono le lavandaie coi Fenici?" "Cosa può dire un terzino della Sampdoria con un faraone." Marx : "Io dicevo che nella vita siamo tutti uguali." Dio: "E questo lo dicevo prima io.
Ne Il Pap'occhio di Renzo Arbore, realizzato diciotto anni fa, il Papa (interpretato dal sosia Manfred Freyberger) fa i pesi, fa palestra, fa cyclette e fa errori chiamando "spinotti" gli spinelli. Roberto Benigni in accappatoio bianco alla finestra papale viene salutato da applausi deliranti della folla, e nella Cappella Sistina corregge la mano terribile del Giudizio Universale facendogli chiudere [...] Vai alla recensione »
Entusiasta e insieme prudente, circospetto ma esibizionista, Renzo Arbore porta in cinema, come regista debuttante, la formula televisiva dell'Altra domenica che gli ha procurato la simpatia del pubblico. Qual è il piacevole segreto di questa formula? Non laboriosamente l'ironia o il paradosso surreale, magari più propriamente lo scherzo. I personaggi ufficiali vengono «trasgrediti» ma non vilipesi, [...] Vai alla recensione »