Anno | 1979 |
Genere | Sperimentale |
Produzione | Francia |
Durata | 70 minuti |
Regia di | Walace Potts |
Attori | Karl Forest, Frank Chazal, Cédric Dumont, Carmelo Petix . |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 4 aprile 2024
Un punto di riferimento del cinema queer diretto dall'ultimo amante di Rudolph Nureyev e considerato perduto per decenni.
CONSIGLIATO SÌ
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Nella Francia degli anni Settanta, un uomo racconta la sua vita attraverso le relazioni, avventure ed exploit sessuali che l'hanno segnata a partire dall'infanzia, già ricca di desiderio. L'uomo sceglierà poi la vita militare, in cui però deve tenere a freno gli istinti in un ambiente ancora profondamente omofobo. Le sue peripezie lo portano poi nella capitale con la sua nascente scena queer, dove finirà per darsi alla prostituzione.
Calate le prosaiche vesti della pellicola erotica, quelle di tante opere di genere tipiche degli anni Settanta, Le beau mec rivela in realtà un corpo nudo e bellissimo, dai sorprendenti riflessi stranianti e artistici.
Lo realizza infatti l'americano Wallace Potts, che trascorse molto tempo in Europa e fu compagno di Rudolf Nureyev, stella della danza che pare si occupò della coreografia di alcune scene del film. Un contributo non ufficiale venne anche da Néstor Almendros, rinomato direttore della fotografia (collaborò con giganti come Truffaut, Rohmer, Malick e Marguerite Duras) e, come Nureyev, reduce da una relazione con Potts. Sarebbe già sufficiente per donare a Le beau mec una certa aura leggendaria, poi ulteriormente solidificata dall'incredibile vita postuma, che vide il film a lungo ritenuto perso per poi ricomparire in un garage in Alabama. Scabroso, sfacciatamente esplicito ma anche nebuloso per come ammanta le strade notturne di Parigi di una carica erotica soffusa, è una raccolta di vignette a tema sessuale che diventa anche una imprevedibile "festa mobile" di disquisizioni sulla bellezza maschile e sull'ipnotica energia cinetica dei corpi.
Il distacco forzato della recitazione e dell'impianto a racconto con voce off non fa che aumentare il bizzarro appeal cinematografico di un film che va molto oltre la sua funzione base centrata su muscoli e penetrazioni. Tra cabaret e striptease, tra il mood ipnotico e una musica elettronica che da sola fa rivivere il periodo storico, Le beau mec è un artefatto caleidoscopico di cinema.
Nella Francia degli anni Settanta, un uomo racconta la sua vita attraverso le relazioni, avventure ed exploit sessuali che l’hanno segnata a partire dall’infanzia. Calate le prosaiche vesti della pellicola erotica, quelle di tante opere di genere tipiche degli anni Settanta, Le beau mec rivela in realtà un corpo nudo e bellissimo, dai sorprendenti riflessi stranianti e artistici.
Scabroso, sfacciatamente esplicito ma anche nebuloso per come ammanta le strade notturne di Parigi di una carica erotica soffusa, è una raccolta di vignette a tema sessuale che diventa anche una imprevedibile “festa mobile”. Tra cabaret e striptease, tra il mood ipnotico e una musica elettronica che da sola fa rivivere il periodo storico, Le beau mec è un artefatto caleidoscopico di cinema.