Salò o le 120 giornate di Sodoma

Film 1975 | Drammatico, V.M. 18 116 min.

Regia di Pier Paolo Pasolini. Un film Da vedere 1975 con Caterina Boratto, Paolo Bonacelli, Giorgio Cataldi, Umberto Paolo Quintavalle, Elsa De Giorgi. Cast completo Genere Drammatico, - Italia, Francia, 1975, durata 116 minuti. Uscita cinema lunedì 2 novembre 2015 distribuito da Cineteca di Bologna. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 18 - MYmonetro 3,38 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 2 novembre 2015

L'ultimo film di Pier Paolo Pasolini si rifà al celebre romanzo di de Sade trasportandolo al tempo della Repubblica di Salò. In Italia al Box Office Salò o le 120 giornate di Sodoma ha incassato 66,3 mila euro .

Consigliato sì!
3,38/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,26
CONSIGLIATO SÌ
Requiem per una civiltà che ormai non è più tale.
Recensione di Giancarlo Zappoli
lunedì 2 novembre 2015
Recensione di Giancarlo Zappoli
lunedì 2 novembre 2015

Quattro Signori (il Duca, il Monsignore, Sua Eccellenza e il Presidente) al tempo della Repubblica Sociale di Salò si riuniscono in una villa assieme a 4 ex prostitute ormai non più giovani insieme a un gruppo di giovani maschi e femmine catturati con rastrellamenti dopo lunghi appostamenti. Nella villa i Signori per 120 giorni potranno assegnare loro dei ruoli e disporre, secondo un regolamento da essi stessi stilato, in modo assolutamente insindacabile dei loro corpi. La struttura del film è divisa in 4 parti: Antinferno, Girone delle Manie, Girone della Merda e Girone del Sangue.
Dopo la "Trilogia della vita" (Il Decameron, I racconti di Canterbury, Il fiore delle Mille e una Notte) Pasolini sente la necessità di affrontare una opposta e tragica lettura dell'uso della sessualità. Questa volta (grazie all'opera del marchese De Sade che offre l'idea di base) è il Potere di ogni tempo e non solo quello fascista ad essere chiamato in causa e condannato.
"Ora tutto si è rovesciato. Primo: la lotta progressista per la democratizzazione espressiva e per la liberalizzazione sessuale è stata brutalmente superata e vanificata dalla decisione del potere consumistico di concedere una vasta (quanto falsa) tolleranza. Secondo: anche la "realtà" dei corpi innocenti è stata violata, manipolata, manomessa dal potere consumistico: anzi, tale violenza sui corpi è diventato il dato più macroscopico della nuova epoca umana. Terzo: le vite sessuali private (come la mia) hanno subìto il trauma sia della falsa tolleranza che della degradazione corporea, e ciò che nelle fantasie sessuali era dolore e gioia, è diventato suicida delusione, informe accidia". Così si esprimeva il regista in un suo testo del 1975 pubblicato postumo. Rilette oggi queste sue parole assumono un valore non solo chiarificatore sugli intenti di un film che cerca lo scandalo e insiste sui particolari più turpi senza mai compiacersene ma con lo scopo dichiarato di provocare una reazione morale alla presunta immoralità della sua opera. Reazione che purtroppo ci fu ma scomposta e mirante a far scomparire per sempre l'opera dalle sale. Proiettato a Parigi per la prima volta a 20 giorni dall'uccisione del suo autore il film subì sequestri e dissequestri ma la sua libera circolazione fu sancita solo dieci anni dopo.
Il degrado delle mura entro il cui perimetro si svolgono le azioni ci mostra, grazie al mirabile apporto di Dante Ferretti, non solo i segni lasciati dal tempo sull'edificio ma quelli, ben più significativi, di un disfacimento a cui sembra impossibile porre rimedio. Quello di Pasolini si propone così ancora una volta come un grido di allarme questa volta quasi totalmente disperato (se si esclude il finale scelto tra 4 possibili). La mercificazione dei corpi e del sesso sarebbe divenuta, negli anni successivi, sempre più invasiva sotto le mentite spoglie di una apparente libertà. Da parte di alcuni si è voluto leggere il film come una sorta di testamento di Pasolini alla ricerca della morte ma si tratta di fatto di una lettura a posteriori e non necessaria per comprenderne la forza dirompente di un Requiem per una civiltà che ormai non è più tale.

Sei d'accordo con Giancarlo Zappoli?
Un'amara favola sul potere che uccide e schiavizza.

L'ultimo film di Pier Paolo Pasolini si rifà al celebre romanzo di de Sade trasportandolo al tempo della Repubblica di Salò. È un'amara favola sul potere che uccide e schiavizza.


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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 31 gennaio 2011
giu/da(g)

In un momento imprecisato del 1944, quattro Signori fascisti, rappresentanti dei quattro poteri (giudiziario, aristocratico, economico, religioso) si rinchiudono in una decadente villa assieme a quattro megere, un gruppo di repubblichini ed un folto gruppo di ragazzi e ragazze, vittime che verranno sfregiate e massacrate in un crescendo di orrori fino al finale in sospeso.

sabato 26 giugno 2010
il cinefilo

TRAMA:La storia si svolge durante il periodo della repubblica di Salò dove un gruppo di ragazzi e ragazze vengono catturati e tenuti prigionieri in una villa per ordine di quattro fascisti(il duca,il monsignore,l'eccellenza e il presidente)e dove,sfruttando i "racconti" di quattro megere,i ragazzi vengono torturati,sodomizzati e uccisi attraverso una serie di "rituali" [...] Vai alla recensione »

lunedì 16 novembre 2015
angelo umana

 Sia permesso di esprimere un commento anche allo sventurato poco colto e meno ancora intelligente che non è riuscito a stare nel cinema oltre un’ora delle due lunghe di durata del film, proiettato rimasterizzato nel 2015. Rivelatoria e importante è l’intervista che precede il film, fatta a Pasolini nell’aprile del 1975, questa spiega la sua idea del potere.

lunedì 9 luglio 2018
Noia1

  Quattro amici, ricchi borghesi, devono andare a Salò dove si stanno concentrando le ultime forse fasciste in Italia. Decidono di portare con loro giovani ragazzi fungenti da trastulli sessuali, vengono radunati così i più bei ragazzi del borgo, li seguiranno i quali sopravvivranno alle loro torture.   Pier Paolo Pasolini, primatista di denunce in Italia, in procinto [...] Vai alla recensione »

sabato 20 settembre 2014
SnoYze

Questo film è:esagerato, esplicito, violento, cattivo, osceno, sanguinolento, brutto, vomitevole e una serie infinita di aggettivi che rimadano a qualcosa di negativo in tutti i sensi... Ma che cos'è la società in cui Pier Paolo Pasolini viveva e tutt'ora viviamo noi? è questo film, è la piccola parte di popolazione che con il solo potere del denaro si può [...] Vai alla recensione »

venerdì 3 novembre 2017
Diciamlaverita

I colori e le scenografie sono stupende ma la recitazione è pessima. Ho visto tanti film sconvolgenti e pieni di violenza gratuita e questo non è il più inquietante, anche se certe scene non si dimenticano. Vorrei che si smettesse di dire che chi non apprezza il film è moralista. C'è un perché in tutte le cose ma nei film di questo genere non vedo un senso [...] Vai alla recensione »

lunedì 23 novembre 2015
Onufrio

Nel girare un film del genere nel 1975 ci vuole coraggio, e Pasolini di sicuro dal punto di vista artistico ed intellettuale era un personaggio molto avanti rispetto all'epoca in cui ha vissuto. Con questa sua opera il regista pone in questione la perdita dei valori, una società alla deriva governata dai potenti che sottomettono il popolo, un popolo "passivo" che resta a guardare [...] Vai alla recensione »

mercoledì 21 ottobre 2015
RinoGaetanoforever

Nella vita di ogni essere umano,si avverte il momento di un cambiamento,lo si avverte ancor di più,nella vita di un'artista fuori dagli schemi. Cosi è accaduto per Pier Paolo Pasolini,che con questo film,firma il suo testamento,la summa delle sue idee anticonformiste,e anticapitaliste.Da molti rifiutato,dai perbenisti(falsi) continuamente stroncato,il film,invece,si avventa,senza [...] Vai alla recensione »

mercoledì 8 luglio 2015
Barolo

Trattandosi di Pasolini, esprimere parere su questo film, è cosa veramente difficile.D'istinto l'impressione è di una pellicola rivoltante.Naturalmente non si può finirla qui,Il regista è un grande della letteratura contemporanea, oltre che un importante regista e allora?Viene da pensare che il suo, di fatto, testamento artistico,  sia un'accozzaglia [...] Vai alla recensione »

domenica 28 agosto 2011
Oblivion7is

Soprattutto esagerato! Qui si parla davvero di violenza che sfiora il gratuito, se non fosse per le frasi, per il contesto, la sceneggiatura, la recitazione (dei quattro signori e signore, dei servi non parliamo perché rasentano il ridicolo e superano record di schifezza toccati solo da Ninetto "Che ci faccio qui?" Davoli). Ma parliamone bene.

domenica 19 aprile 2015
critichetti

Allora:SO che Pasolini è internazionalmente riconosciuto un maestro,SO che questo film è una trasposizione dei libri del Marchese de Sade e che quindi il marcio e il perverso presente è in parte preso dai suddetti scritti (anche se Pasolini stesso ci ha aggiunto cose sue).Però devo ammettere che il film mi ha lasciato perplesso in più di un'occasione.

martedì 12 marzo 2013
Alex41

Scioccante non basta, realistico è troppo riduttivo. "Salò" è un film che è finito nel dimenticatoio, ma che io trovo la risposta del cinema italiano al cinema americano sulla base dei film con alto tasso di violenza. Se già Kubrick con "Arancia Meccanica" o Peckinpah con "Cane Di Paglia" avevano esplorato questo genere, ora è [...] Vai alla recensione »

giovedì 5 gennaio 2012
cianoz

Questo film è il paravento perfetto per tutti coloro che sono pubblici perbenisti e finti sedicenti intellettuali, per tutti coloro che per paura e falso perbenismo aborrono pubblicamente pornografia, sesso e violenza quando sono dichiarati ed espliciti, per quel che sono, ovvero impulsi umani reali. Gente a cui il sesso e l'estremo piace ma guai a parlarne o ad ammetterlo per cui vai di brutto con [...] Vai alla recensione »

martedì 7 aprile 2009
Fluturnenia

C'è talmente tanta merda e coprofaghi annessi in questo "film" che nn riesco a fare a meno di giudicarlo una MERDA assoluta. Datemi pure dell'incompetente ne sarò assai lieto.

mercoledì 10 novembre 2010
paolomiki

 Chissà se Pasolini ha scelto gli attori in base alla bestialità (veri cani) nel saper recitare. Se così è stato allora il grande Pasolini è veramente un grande perchè nessun regista al mondo è mai riuscito a mettere insieme tanti veri cani che si spacciano per attori! La cosa è appena tollerabile in televisione ma al cinema è assolutamente [...] Vai alla recensione »

sabato 19 febbraio 2011
Francis Metal

Quando ne parlai col mio professore ha detto che quando avremmo studiato il fascismo ce l'avrebbe fatto vedere.... io spero che i miei compagni di classe non si arrabbino con lui, certi film non li potrebbero capire

venerdì 31 luglio 2020
La Nera

9.2 su 10

martedì 6 novembre 2012
Paolo Salvaro

Premesso che Pasolini doveva aver senz'altro due palle d'acciaio per uscirsene nel 1975 con un film di questo tipo, gliene si deve dar atto.   E' recitato malissimo e spesso si è stati costretti a ricorrere al doppiaggio, causando sbalzi sonori notevoli ed irritanti, ma niente (almeno credo)  irrita lo spettatore come il vedere quei quattro tranquilli e liberi di continuare [...] Vai alla recensione »

venerdì 14 aprile 2023
ser-jo

Un vero caga..polavoro

martedì 19 gennaio 2010
Aleksandr

Questo tra tutti i film di Pasolini è molto "duro da digerire", è toccante , per tutti. Pier Paolo Pasolini manda un messaggio perverso, crudo, psicologico, purtroppo anche reale in certi versi che riguarda l' uomo e il potere. Non posso dire che questo film sia bello da vedere, perchè ho provato disgusto e nausea nel vederlo (una prima volta e poi una seconda per [...] Vai alla recensione »

lunedì 10 maggio 2021
Elio

Secondo me... il Film è una "Cagata Pazzesca" prima di tutto perché fa ovviamente riferimento alle 120giornate di Sodoma di De Sade ed è quindi impossibile essere originali essendo De Sade, tutt'oggi, il massimo della depravazione. Chi ah letto De Sade avrà anche avuto il vomito ma… qualche volta gli è pure venuto duro; con Pasolini vomiti e basta. Se [...] Vai alla recensione »

sabato 11 gennaio 2014
MissVi

Film non per tutti, ma in cui tutti siamo coinvolti. Come carnefici e come vittime. Un'allegoria lucidissima e crudissima sul ruolo del potere, sulla "anarchia del potere, che fa del corpo ciò che vuole".

martedì 12 giugno 2012
wanka

Trasposizione di un trattato di psichiatria che in immagini crea un forte effetto shock, schierato ovviamente politicamente in modo piuttosto azzardato, solita impronta pasoliniana,  nemmeno troppo moderno inquanto sostanzialmente si parla di fenomeni, realtà che son nate con l uomo, intellecttual splatter falso storico

sabato 2 aprile 2011
EnriCap

Più che una recensione, il mio è grande stupore. Ho letto che i ragazzi protagonisti del film (alcuni appena diciottenni, credo, poco più che bambini) sono stati reclutati nei licei di Roma. Per quel periodo parliamo della "Roma bene", non di poveracci in cerca di soldi; "figli di papà", insomma. Mi chiedo: d'accordo che partecipavano a un film del grande Pasolini, ma come hanno potuto sopportare tutta [...] Vai alla recensione »

sabato 5 dicembre 2009
dragonalex

Emerge,vedendo il film,il rapporto che esiste tra il sesso visto come forma estrema di perversione e il potere che puo' permettersi di comprare le persone da usare per questo scopo.Capeggia il lato della mercificazione della persona,traducendolo con questa semplice ma efficace frase:"Ho il potere...posso fare tutto."E'il mio unico film diretto da Pasolini che ho visto,e devo dire che mi ha a suo modo [...] Vai alla recensione »

venerdì 3 maggio 2013
Davide V.

Mi era stato riferito che Pasolini era un maestro, però non si erano presi la briga di avvisarmi che era si un maestro, ma di bestialità, e dire che gli anno pure dedicato delle statue! Naturalmente a molti il mio commento sembrerà moralista, dettato dall'etica sociale che con falso zelo ci indica la retta via, ma vi assicuro che così non è.

Frasi
Ebbene eccellenza si è convinto. E dall'abisso di cloro che non godono ciò che godo io e soffrono i peggiori disagi che deriva i fascino di poter dire a se stessi: comunque io sono più felice di questa canaglia che si chiama popolo ... ovunque gli uomini siano uguali e non esista questa differenza, nemmeno la felicità esisterà mai!
Dialogo tra Il duca (Paolo Bonacelli) - Eccellenza (Umberto Paolo Quintavalle)
dal film Salò o le 120 giornate di Sodoma - a cura di germinal
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Gian Luigi Rondi
Il Tempo

Il film postumo di Pier Paolo Pasolini. Inedito fino a ieri a Roma, dopo un iter giudiziario durato quasi un anno e mezzo. Cominciamo da Sade, da cui prende anche il titolo. Il romanzo da cui si ispira, scritto nel 1785, proponeva, per 120 giornate di seguito, secondo gli schemi narrativi del Decamerone, degli episodi di perversioni sessuali, raccontati, cinque al giorno, da quattro cortigiane a quattro [...] Vai alla recensione »

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