Salò o le 120 giornate di Sodoma |
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Un film di Pier Paolo Pasolini.
Con Caterina Boratto, Paolo Bonacelli, Giorgio Cataldi, Umberto Paolo Quintavalle, Elsa De Giorgi.
continua»
Drammatico,
durata 116 min.
- Italia, Francia 1975.
- Cineteca di Bologna
uscita lunedì 2 novembre 2015.
- VM 18 -
MYMONETRO
Salò o le 120 giornate di Sodoma
valutazione media:
3,41
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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l'anarchia del poteredi giu/da(g)Feedback: 4763 | altri commenti e recensioni di giu/da(g) |
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lunedì 31 gennaio 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
In un momento imprecisato del 1944, quattro Signori fascisti, rappresentanti dei quattro poteri (giudiziario, aristocratico, economico, religioso) si rinchiudono in una decadente villa assieme a quattro megere, un gruppo di repubblichini ed un folto gruppo di ragazzi e ragazze, vittime che verranno sfregiate e massacrate in un crescendo di orrori fino al finale in sospeso. è chiaro che in Salò il fascismo repubblichino è utilizzato come allegoria di un fascismo molto più strisciante, attuale, che è tipico del nostro mondo occidentale. Il Potere della nuova società dei consumi, della società occidentale è cristalizzato in questo film maledetto, i quattro Signori sono l'emblema di quello che Massimo Fini ha ben chiamato il Vizio Oscuro dell'Occidente, uomini colti allo stesso tempo intelligenti e ridicoli, schiavi dei propri regolamenti assurdi, pronti a reprimere nel sangue chiunque si opponga ad omologarsi al loro stile di vita. Tentare di spiegare qui cos'è Salò avrebbe poco senso, ci limiteremo a sottolineare come Pasolini sia riuscito a dirigere un film difficilissimo con grande maestria nei particolari (sedie di Mackintosch, lampade razionaliste, affreschi di Leger, quadri di Sironi) e soprattutto nelle inquadrature ristrette dove la musica copre le urla creando un effetto magico, mostruoso, agghiacciante. Non si sa bene se la pellicola che vediamo oggi sarebbe la stessa se non fosse stato ucciso (certo è che è priva di 21 minuti e che Pasolini avesse in cantiere un secondo film, il Porno-Teo-Kolossal), quindi il finale rimane in bilico in un'ambigua situazione dove non si capisce se vi sia una nota di speranza o di indifferenza, un'ombra che grava anche sul nostro futuro. Il doppiaggio vede Marco Bellocchio ed il poeta Giorgio Caproni doppiare rispettivamente Aldo Valletti e Giorgio Cataldi.
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