ser-jo
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venerdì 14 aprile 2023
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è un vero...
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elio
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lunedì 10 maggio 2021
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la corazzata potëmkin
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Secondo me... il Film è una "Cagata Pazzesca" prima di tutto perché fa ovviamente riferimento alle 120giornate di Sodoma di De Sade ed è quindi impossibile essere originali essendo De Sade, tutt'oggi, il massimo della depravazione. Chi ah letto De Sade avrà anche avuto il vomito ma… qualche volta gli è pure venuto duro; con Pasolini vomiti e basta.
Secondo perché… cercare un parallelismo tra la “fantasiosa” depravazione di De Sade e la reale depravazione Fascista non ha senso perché… è il Nazismo il massimo della depravazione vista dall’umanità. Quindi… ammenoché non riconosciamo Pasolini come un fascista, che con questa opera ha voluto mostrare quanta poca cosa sia il Fascismo (quindi… perdonandolo deridendolo) facendo un parallelismo tra “De Sade sta a Pasolini come il Nazismo sta al Fascismo”… dobbiamo concludere che il progetto è pienamente fallimentare.
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Secondo me... il Film è una "Cagata Pazzesca" prima di tutto perché fa ovviamente riferimento alle 120giornate di Sodoma di De Sade ed è quindi impossibile essere originali essendo De Sade, tutt'oggi, il massimo della depravazione. Chi ah letto De Sade avrà anche avuto il vomito ma… qualche volta gli è pure venuto duro; con Pasolini vomiti e basta.
Secondo perché… cercare un parallelismo tra la “fantasiosa” depravazione di De Sade e la reale depravazione Fascista non ha senso perché… è il Nazismo il massimo della depravazione vista dall’umanità. Quindi… ammenoché non riconosciamo Pasolini come un fascista, che con questa opera ha voluto mostrare quanta poca cosa sia il Fascismo (quindi… perdonandolo deridendolo) facendo un parallelismo tra “De Sade sta a Pasolini come il Nazismo sta al Fascismo”… dobbiamo concludere che il progetto è pienamente fallimentare.
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la nera
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venerdì 31 luglio 2020
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assolutamente sì
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noia1
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lunedì 9 luglio 2018
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pasolinipessimista
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Quattro amici, ricchi borghesi, devono andare a Salò dove si stanno concentrando le ultime forse fasciste in Italia. Decidono di portare con loro giovani ragazzi fungenti da trastulli sessuali, vengono radunati così i più bei ragazzi del borgo, li seguiranno i quali sopravvivranno alle loro torture.
Pier Paolo Pasolini, primatista di denunce in Italia, in procinto di girare questo film disse ad un membro del cast “Prepariamoci alla guerra”. Salò infatti può essere considerato come l’atto ultimo d’un disperato maestro che dinnanzi alla cecità generale si è ritrovato ad ammettere a sé stesso “O la va o la spacca”.
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Quattro amici, ricchi borghesi, devono andare a Salò dove si stanno concentrando le ultime forse fasciste in Italia. Decidono di portare con loro giovani ragazzi fungenti da trastulli sessuali, vengono radunati così i più bei ragazzi del borgo, li seguiranno i quali sopravvivranno alle loro torture.
Pier Paolo Pasolini, primatista di denunce in Italia, in procinto di girare questo film disse ad un membro del cast “Prepariamoci alla guerra”. Salò infatti può essere considerato come l’atto ultimo d’un disperato maestro che dinnanzi alla cecità generale si è ritrovato ad ammettere a sé stesso “O la va o la spacca”. C’è chi lo definisce ricco di perversioni pregne di autocompiacimento, non è del tutto sbagliato in effetti perché qui Pasolini non si è dato remore, come un bimbo che dopo essersi preso un pasto di botte se la ride preparando il prossimo sgarro. Il ragionamento su qualcuno sovrapposto completamente al più debole, stupido ed impigrito, il borghese si lascia andare ad un inutile sadismo senza senso, non è un caso che al momento di mangiare le feci gli aguzzini s’ingozzino ed i sottomessi si disgustino, la differenza nell’atteggiamento verso un atto oggettivamente disgustoso sta proprio nella differenza di posizione trai primi e i secondi: il potere dà assuefazione, la vera anarchia avviene alla presenza di un potere assoluto. Malgrado scettico nei confronti della religione, l’autore sostiene l’importanza di una componente spirituale nell’uomo come mezzo per entrare in sintonia con sé stesso più che come mezzo per avvicinarsi a Dio, emblematica è la statua della Madonna molto spesso voltata dall’altra parte rispetto al punto dove avvengono le torture.
La regia è sontuosa con una quadratura sconvolgente rispetto all’andazzo degli eventi, sempre più scellerati ed insopportabili rispetto all’eleganza di un’opera che stilisticamente non si concede un solo scivolone. I padroni di casa sono gentilissimi ed elegantissimi, pacati nei modi, incredibile poi siano capaci di concedersi alle crudeltà che si vedono al proseguire dei minuti.
La telecamera sta quasi completamente immobile, la luce è poca e tra le stanze il preludio di ciò che accadrà esce continuamente dalle bocche degli aguzzini contribuendo ad un’atmosfera snervante, proprio quest’ultima fa metà del lavoro assieme ai visi un po’ smarriti ed un po’ impauriti dei giovani, un’atmosfera dove esce l’impotenza delle vittime umiliate tanto da non essere concesso loro nemmeno di indossare vestiti.
Infine il massacro avviene la pellicola sfodera tutto il suo pessimismo, la teorizzazione di un totalitarismo forse invisibile più che scomparso e per definizione destinato alla tragedia ineluttabile, per la cronaca penso che gli effetti speciali qui messi in scena siano i migliori mai fatti nella storia del cinema con una resa della violenza perfetta, non spettacolarizzata in grande nello schermo ma messa alla berlina, ogni atrocità è più cattiva dell’altra eppure è tutto messo quasi in secondo piano dove si merita come atto basso e disgustoso.
Un film di cui ci vorrebbero centinaia di saggi e dalle mille allegorie dove si ragiona su violenza, potere, religione, vacuità dell’impigrito uomo moderno. Tra cent’anni forse sarà ancora attuale per i temi trattati e per come vengono trattati.
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diciamlaverita
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venerdì 3 novembre 2017
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gli italiani non sanno recitare
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I colori e le scenografie sono stupende ma la recitazione è pessima. Ho visto tanti film sconvolgenti e pieni di violenza gratuita e questo non è il più inquietante, anche se certe scene non si dimenticano. Vorrei che si smettesse di dire che chi non apprezza il film è moralista. C'è un perché in tutte le cose ma nei film di questo genere non vedo un senso logico se non quello di voler mostrare al mondo di essere qualcuno scandalizzando la gente con questi film sovversivi. Io personalmente lo trovo ridicolo.
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onufrio
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lunedì 23 novembre 2015
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sesso e(è) potere
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Nel girare un film del genere nel 1975 ci vuole coraggio, e Pasolini di sicuro dal punto di vista artistico ed intellettuale era un personaggio molto avanti rispetto all'epoca in cui ha vissuto. Con questa sua opera il regista pone in questione la perdita dei valori, una società alla deriva governata dai potenti che sottomettono il popolo, un popolo "passivo" che resta a guardare senza ribellarsi, subendo le angustie e soffrendo in silenzio. L'analisi dunque è abbastanza veritiera e ricalca a distanza di decenni anche il periodo attuale, ciò che non condivido è il modo in cui Pasolini ci racconta il suo disgusto nei confronti della società, le scene sono infatti crude, spietate e raccapriccianti, il sadismo raggiunge livelli impressionanti, per non parlare del finale in cui le "vittime del potere" vengono sacrificate attraverso macabri rituali.
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Nel girare un film del genere nel 1975 ci vuole coraggio, e Pasolini di sicuro dal punto di vista artistico ed intellettuale era un personaggio molto avanti rispetto all'epoca in cui ha vissuto. Con questa sua opera il regista pone in questione la perdita dei valori, una società alla deriva governata dai potenti che sottomettono il popolo, un popolo "passivo" che resta a guardare senza ribellarsi, subendo le angustie e soffrendo in silenzio. L'analisi dunque è abbastanza veritiera e ricalca a distanza di decenni anche il periodo attuale, ciò che non condivido è il modo in cui Pasolini ci racconta il suo disgusto nei confronti della società, le scene sono infatti crude, spietate e raccapriccianti, il sadismo raggiunge livelli impressionanti, per non parlare del finale in cui le "vittime del potere" vengono sacrificate attraverso macabri rituali.
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angelo umana
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lunedì 16 novembre 2015
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noia
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Sia permesso di esprimere un commento anche allo sventurato poco colto e meno ancora intelligente che non è riuscito a stare nel cinema oltre un’ora delle due lunghe di durata del film, proiettato rimasterizzato nel 2015. Rivelatoria e importante è l’intervista che precede il film, fatta a Pasolini nell’aprile del 1975, questa spiega la sua idea del potere. Tra l’altro: riduzione del corpo umano a cosa, il potere che elimina la gioia del comportamento attraverso la manipolazione delle coscienze e dei corpi, il potere coi suoi riti.
In questa denuncia PPP è stato fondamentale, precursore, bastava leggerne articoli e libri di allora, nel ’75 ha ritenuto di dare un grosso pugno nello stomaco a chi non volesse capire, a chi il potere deteneva.
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Sia permesso di esprimere un commento anche allo sventurato poco colto e meno ancora intelligente che non è riuscito a stare nel cinema oltre un’ora delle due lunghe di durata del film, proiettato rimasterizzato nel 2015. Rivelatoria e importante è l’intervista che precede il film, fatta a Pasolini nell’aprile del 1975, questa spiega la sua idea del potere. Tra l’altro: riduzione del corpo umano a cosa, il potere che elimina la gioia del comportamento attraverso la manipolazione delle coscienze e dei corpi, il potere coi suoi riti.
In questa denuncia PPP è stato fondamentale, precursore, bastava leggerne articoli e libri di allora, nel ’75 ha ritenuto di dare un grosso pugno nello stomaco a chi non volesse capire, a chi il potere deteneva. Esso deve istruirci con le sue facezie, mentre gozzoviglia e, ad esempio, posa le proprie “chiappe d’oro” su sedili di auto fiammanti che noi gli procuriamo. Fateci vedere che siete felici viene detto ai ragazzi che la masnada di quattro “notabili” con le loro prostitute hanno sequestrato in una villa in disuso di Salò, o anche, siete fuori dai confini della legalità, quando in qualsiasi tempo e ancora oggi la “legalità” è declinata dal potere a proprio uso e consumo. Esso gode in fondo della sofferenza dei suoi cittadini o quanto meno non gliene cala, ambisce a procurarsi piacere e possesso. Così i ragazzi e ragazze del film si piegavano, perché costretti, alle voglie perverse di quel gruppetto anziano composto da conte, eccellenza, presidente, monsignore e le loro cortigiane (o troie come le definì Franco Battiato). Tutto molto attuale.
Però: che bisogno c’era di mettere in scena due ore di violenza e di mostra di tutto il repertorio sadico che il sesso può contenere? In questo film PPP ha forse esibito tutti i modi che egli conoscesse per dare o ottenere piacere e proprio questi interminabili esercizi procurano noia. Dante Alighieri descrisse tutto questo con tre semplici versi, nel canto XV del Paradiso: Non avea case di famiglie vòte; non v’era giunto ancor Sardanapalo a mostrar ciò che in camera si puote (re assiro effeminato dedito alla lussuria e alle passioni più ignominiose). Il letterato nostro contemporaneo invece ha ritenuto di dover mostrare tutto il campionario forse per denunciare con più forza i suoi concetti. 40 anni fa non avevo visto il film, avrei potuto aspettarne altri 40.
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rinogaetanoforever
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mercoledì 21 ottobre 2015
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capolavoro assoluto
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Nella vita di ogni essere umano,si avverte il momento di un cambiamento,lo si avverte ancor di più,nella vita di un'artista fuori dagli schemi.
Cosi è accaduto per Pier Paolo Pasolini,che con questo film,firma il suo testamento,la summa delle sue idee anticonformiste,e anticapitaliste.Da molti rifiutato,dai perbenisti(falsi) continuamente stroncato,il film,invece,si avventa,senza retorica,sul materialismo imperante dei nostri tempi,con una lucidità impressionate.
Sminuire la figura di un Governo,che in verità non esiste,e mettere in risalto i più agghiaccianti desideri umani,è la genialità di Pier Paolo.
Con la sua è condanna ,diversamente da ciò che si può pensare,a venire a galla,è la codardia dell'uomo e della donna,incapaci di ribellarsi alle angherie del potere.
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Nella vita di ogni essere umano,si avverte il momento di un cambiamento,lo si avverte ancor di più,nella vita di un'artista fuori dagli schemi.
Cosi è accaduto per Pier Paolo Pasolini,che con questo film,firma il suo testamento,la summa delle sue idee anticonformiste,e anticapitaliste.Da molti rifiutato,dai perbenisti(falsi) continuamente stroncato,il film,invece,si avventa,senza retorica,sul materialismo imperante dei nostri tempi,con una lucidità impressionate.
Sminuire la figura di un Governo,che in verità non esiste,e mettere in risalto i più agghiaccianti desideri umani,è la genialità di Pier Paolo.
Con la sua è condanna ,diversamente da ciò che si può pensare,a venire a galla,è la codardia dell'uomo e della donna,incapaci di ribellarsi alle angherie del potere.In silente compiacimento,si adegua alle regole,ai sopprusi,di gentaglia ammanicata con la peggior felcia possibile immaginabile.
Dunque,il regista vuol farci capire che il vero colpevole ,è colui che subisce,perchè incapace di ribellarsi,e se lo facesse sarebbe libero.
Lo fa senza timori di nessun tipo,cambiando prospettiva ideologica,e non nascondendosi,dietro a criptati messaggi,ma essendo chiaro,anche se, chi guarda fa finta di non capire.
Capolavoro assoluto,per coraggio,di esprimere,con coerenza le proprie idee,contro un sistema che non merita indulgenza.
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fabio1957
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mercoledì 8 luglio 2015
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sconcertante
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Trattandosi di Pasolini, esprimere parere su questo film, è cosa veramente difficile.D'istinto l'impressione è di una pellicola rivoltante.Naturalmente non si può finirla qui,Il regista è un grande della letteratura contemporanea, oltre che un importante regista e allora?Viene da pensare che il suo, di fatto, testamento artistico, sia un'accozzaglia di atrocità e brutalità sostanzialmente gratuite.Certo c'è una critica al sistema, che consente, a chi detiene il potere, di poter commetterele le più grandi nefandezze e restare impuniti,però è anche altrettanto vero che l'ostentazione di queste atrocità è sgradevole e certamente ripugnante per un pubblico sano.
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Trattandosi di Pasolini, esprimere parere su questo film, è cosa veramente difficile.D'istinto l'impressione è di una pellicola rivoltante.Naturalmente non si può finirla qui,Il regista è un grande della letteratura contemporanea, oltre che un importante regista e allora?Viene da pensare che il suo, di fatto, testamento artistico, sia un'accozzaglia di atrocità e brutalità sostanzialmente gratuite.Certo c'è una critica al sistema, che consente, a chi detiene il potere, di poter commetterele le più grandi nefandezze e restare impuniti,però è anche altrettanto vero che l'ostentazione di queste atrocità è sgradevole e certamente ripugnante per un pubblico sano.
E' lecito pensare che Pasolini, avesse qualche problema,anche perchè avversato da un paese bacchettone che, pur riconoscendone il talento, comunque lo teneva un pò in disparte,sia per la sua dichiarata omosessualità, che per motivi politici.
Ambigua e strana anche la commistione tra l'opera letterararia di de Sade e la contingenza politica relativa ai fatti della repubblica di Salò.
Sconcertante
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critichetti
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domenica 19 aprile 2015
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mah...boh!
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Allora:SO che Pasolini è internazionalmente riconosciuto un maestro,SO che questo film è una trasposizione dei libri del Marchese de Sade e che quindi il marcio e il perverso presente è in parte preso dai suddetti scritti (anche se Pasolini stesso ci ha aggiunto cose sue).Però devo ammettere che il film mi ha lasciato perplesso in più di un'occasione.Innanzitutto:perchè mettere una canzone come "Sul ponte di Perati",specie in una scena come quella in cui è inserita?Perchè questo continuo quanto inutile richiamo politico (capisco che si tratta di Pasolini,però inutie resta,a mio modesto punto di vista).Infine devo protestare sulla recitazione un pò troppo sopra le righe di alcuni cattivi di turno:hanno trasformato,in alcune parti,un orrore marcio in una commedia gretta.
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Allora:SO che Pasolini è internazionalmente riconosciuto un maestro,SO che questo film è una trasposizione dei libri del Marchese de Sade e che quindi il marcio e il perverso presente è in parte preso dai suddetti scritti (anche se Pasolini stesso ci ha aggiunto cose sue).Però devo ammettere che il film mi ha lasciato perplesso in più di un'occasione.Innanzitutto:perchè mettere una canzone come "Sul ponte di Perati",specie in una scena come quella in cui è inserita?Perchè questo continuo quanto inutile richiamo politico (capisco che si tratta di Pasolini,però inutie resta,a mio modesto punto di vista).Infine devo protestare sulla recitazione un pò troppo sopra le righe di alcuni cattivi di turno:hanno trasformato,in alcune parti,un orrore marcio in una commedia gretta.Peccato,perchè c'erano tutte le possibilità di fare un gran film,con un Bonacelli strepitoso.Peccato per alcune parti.Pasolini resterà sicuramente un maestro (anche se onestamente a me non è che piaccia molto,ma ne riconosco l'importanza),però in questo film ci sono delle parti che avrebbe dovuto secondo me evitare.Un vero peccato.(Ah,un ultima cosa:le due stelle che ho dato in realtà sarebbero due e mezzo,ho abbassato perchè tre stelle per i miei gusti erano troppe.Prego solo gli amanti di Pasolini di non crocifiggermi:ho dato un'opinione puramente personale)
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