Salò o le 120 giornate di Sodoma |
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Un film di Pier Paolo Pasolini.
Con Caterina Boratto, Paolo Bonacelli, Giorgio Cataldi, Umberto Paolo Quintavalle, Elsa De Giorgi.
continua»
Drammatico,
durata 116 min.
- Italia, Francia 1975.
- Cineteca di Bologna
uscita lunedì 2 novembre 2015.
- VM 18 -
MYMONETRO
Salò o le 120 giornate di Sodoma
valutazione media:
3,41
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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irripetibile come il suo autoredi pep82Feedback: 0 |
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venerdì 25 luglio 2008 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Difficile parlare di Salò, sul quale si sono spesi fiumi d'inchiostro. La critica migliore di questo film comunque la fornisce lo stesso Pasolini nelle sue ultime interviste a Bachmann. Quest'ultimo propone due modi per giudicare il film: se lo si considera tecnicamente, pur essendo ben girato, con una buona fotografia e rappresentando il culmine dello stile cinematografico di Pasolini, non è granchè innovativo; ricordiamo, infatti, che all'epoca il cinema era in fase "rivoluzionaria" con i vari Kubrick, Fellini, Herzog, ecc., maestri assoluti della forma. Se, invece, si considera la sceneggiatura, il contenuto, il messaggio profetico, le sconvolgenti, inedite e tutt'oggi, 2008, insuperate, per quanto osano mostrare, immagini, allora "Le 120 giornate di Sodoma" va accostato ai capolavori del cinema di tutti i tempi. Non mi dilungherò nell'esporre la trama, che certo tutti ben conosciamo, ma proverò a "spiegare" il film in un altro modo. Ho ascoltato un'intervista a G.Fini del 1976, sulla morte del poeta e sul suo ultimo lavoro, che definì un falso storico. Ecco, come molti l'allora missino non capì che Pasolini non intendeva girare un film storico, sarebbe stato un folle ed un masochista. In realtà il potere "fantoccio" della repubblica di Salò, viene utilizzato come metafora del potere in generale e, in particolare, del nuovo potere, quello che nel '75 andava affermandosi e che oggi è giunto alla massima espressione: l'ideologia consumistica, che arriva a consumare e dissacrare la vita stessa, attraverso la manipolazione dei corpi, concedendo quante più libertà e diritti possibile, soprattutto in campo sessuale, per "liberare" l'uomo da ogni inibizione, per renderlo "falsamente" razionale, prono a qualsiasi tipo di consumo, irreligioso, per annullare ogni tipo di diversità tramite la tolleranza, l'integrazione, l'omologazione, la distruzione di ogni cultura particolare. Non dimentichiamo che Pasolini in quegli anni, andando contro la sinistra (in particolare gli odiati ed odiosi sessantottini e gli hippie) e i radicali, scrisse articoli contestatissimi come "Contro l'aborto", "Contro i capelloni", "La droga:una vera tragedia italiana", e arrivò ad auspicare che la chiesa passasse all'opposizione, poichè riteneva che, dopo secoli di nefandezze, nell'epoca moderna era diventata una vittima del nuovo sistema, un sistema che non sa che farsene di concetti quali Dio, Compassione, Pietà, Umiltà, impicci tra i piedi della massa che deve consumare; perciò la chiesa cattolica, più di qualsiasi partito o movimento, poteva, col senso del sacro, fronteggiare il genocidio dell'anarco-capitalismo libertario (strada oggi intrapresa dalla Spagna di Zapatero e, come prevedeva Pasolini, da tutta la sinistra libertaria e capitalista europea, il cui campione è la politica olandese, in cui non c'è ormai alcuna differenza tra destra e sinistra). Perciò Salò non è un'opera antifascista, lo stesso Pasolini considerava l'antifascismo, nella sua accezione originaria, ridicolo, poichè il fascismo e quel tipo di potere "arcaico" sono morti; ben più pericoloso è il nuovo fascismo, infinitamente più subdolo, meno riconoscibile, che si impone grazie alla concessione di (false) libertà, di mode pseudo-ribelli. Per sua fortuna Pasolini è morto prima di vedere lo scempio dei nostri giorni. Se chiamava i sessantottini "imbecilli", come avrebbe definito i giovani di oggi,quelli conformisti e quelli inconsapevolmente conformisti,che però indossano maschere da ribelli?
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