66esima edizione del Festival dei Popoli, il programma dei 12 filmitaliani. Firenze - 1/9 novembre 2025. Le recensioni, trame, listini, poster e trailer, ordinabili per:
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Donne, donne che hanno accettato di lavorare a turni di 12 ore, a ritmi durissimi garantiti da una rigida disciplina, e che sono legate tra loro nello sfruttamento a cui sono sottoposte ogni giorno. Espandi ▽
SHE sono voci e corpi delle operaie dell'enorme parco industriale di elettronica in Vietnam, a Bac Ninh, uno dei più grandi al mondo. L'80% della forza lavoro è costituita da donne che hanno accettato di lavorare a turni di 12 ore, a ritmi durissimi garantiti da una rigida disciplina. SHE è madre, figlia, moglie, single, migrante e stanziale allo stesso tempo: le condizioni di partenza sono diverse per ogni protagonista, tuttavia tutte sono legate nello sfruttamento a cui sono sottoposte ogni giorno. La protagoniste si incontrano e svelano ciò che si svolge ogni giorno nella catena di montaggio delle più grandi fabbriche dell'elettronica mondiale e nei sobborghi industriali. Recensione ❯
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Ivan torna in Sardegna dopo anni in Francia: tra vigne, famiglia e ricordi, riscopre radici, legami e il senso dell'appartenenza. Espandi ▽
Dopo tre anni di lontananza, Ivan fa ritorno nel Sulcis, in Sardegna, per fare il vino con i genitori nella loro piccola azienda dopo aver lavorato in Francia come viticoltore. Il suo rientro a casa è un viaggio interiore sospeso e rarefatto dove le persone e le cose lasciate alle spalle nel passato si ritrovano nella dimensione emotiva e solitaria del protagonista. Si tratta di una riflessione sul rapporto con le proprie radici, sul rapporto fra generazioni, sul cosa significa essere figli e su come si vedono i padri e le madri, tra malinconie del passato e l'energia necessaria ad affrontare il presente. Recensione ❯
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A Taranto, tra rovine industriali e visioni oniriche, tre anime erranti esplorano un paesaggio sospeso tra disastro e bellezza. Espandi ▽
Taranto, sud Italia, 20XX d.C. Un artista sonoro registra echi e interferenze radio tra bunker e cantieri dismessi. Un anziano cieco abita una comune utopista, coltiva l'orto e cita Dostoevskij. Una donna inquieta si aggira per i boschi con un pitbull nero, fa riti, disegna tormenti, sogna esplosioni. Queste cose non avvennero mai ma sono sempre esplora rovine industriali e mondi invisibili attorno al distretto siderurgico più grande d'Europa, ritraendo un paesaggio umano sospeso, tra disastro e bellezza. Recensione ❯
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Il film racconta l'ultimo pellegrinaggio del Treno Bianco, tra fede, condivisione e speranza lungo 50 ore di viaggio. Espandi ▽
Sono passati più di 120 anni dalla partenza del primo Treno Bianco, il convoglio che accompagna malati e pellegrini dalla Sicilia a Lourdes. Un viaggio di quasi 50 ore che oggi, nell'epoca degli aerei e dell'alta velocità, appare anacronistico ma che continua ad attrarre chi cerca un tempo diverso, fatto di condivisione e spiritualità. Il film racconta la storia di un pellegrinaggio unico, forse all'ultima sua edizione, dove il treno diventa spazio di incontro, di sofferenza accolta e di speranza condivisa: un rito collettivo che unisce fede, fragilità e desiderio di appartenenza. Recensione ❯
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Dal letto d'ospedale, il regista trasforma la videocamera in strumento di visioni tra passato, futuro e vita vissuta, tra gioie, perdite e presenze elusive. Espandi ▽
Nel 2005 al regista è stato diagnosticato un cancro. Dal letto d'ospedale ha preso in mano la mia videocamera. Qualcosa è cambiato: filmando, sono emerse immagini che non erano solo ricordi. Erano visioni. Di ciò che aveva vissuto, ma anche di quello che sarebbe accaduto. Come se la videocamera aprisse un varco non solo sul passato, ma su frammenti di un futuro ancora da conoscere - momenti che, nei vent'anni successivi, si sarebbero realizzati uno dopo l'altro. Il film è una lunga e intima ricerca di senso, intrecciando riprese del periodo della malattia con frammenti di vita vissuta - gioie, perdite, rivelazioni. Con una presenza. Elusiva ma costante. Una compagna, una musa, un fantasma. Recensione ❯
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Alba, cresciuta nella setta dei Bambini di Dio, affronta madre e nonna per esplorare il passato e ritrovare la propria identità. Espandi ▽
Il film racconta la storia della regista, un'artista che con la propria arte esplora un passato che non le appartiene. Nata nella controversa setta dei Bambini di Dio, non ha ricordi della sua infanzia. Spinta da un desiderio di verità, Alba intraprende un doloroso confronto con sua madre e sua nonna per comprendere le ragioni che spinsero quest'ultima ad aderire al culto e le dolorose conseguenze di quelle scelte. Un ritratto toccante e intimo della sua ricerca di identità, un viaggio che scava nel profondo delle ferite familiari. Recensione ❯
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Mauro, diviso tra Napoli e São Vicente, sogna di ricongiungere le proprie radici e affronta un viaggio tra nostalgia, memoria e metamorfosi. Espandi ▽
Mauro vive sospeso tra più realtà: Napoli, dove vive in seminterrato a Pianura con la sua numerosa famiglia e dove ogni giorno si affretta a ritagliarsi uno spazio tutto suo; e São Vicente, che è stato costretto a lasciare da bambino e di cui conserva ricordi preziosi: la terra eternamente battuta dal vento, le corse per le strade a mezzogiorno, il Carnevale di piume e uomini neri dove ognuno può scegliere chi vuole essere. Sogna di tornare per ricomporre la frattura tra i diversi pezzi che lo frammentano - "1/4 Capo Verde e 3/4 Italia" senza cittadinanza - ma il rinnovo del permesso di soggiorno è un'attesa senza fine. Poi, finalmente, il viaggio verso le sue origini ha luogo. Tra cani randagi e buoi che volevano essere liberi, relitti marini e terrestri e nostalgia, si rivelerà un ritorno a un'isola-che-non c'è-più, fino a una nuova metamorfosi. Recensione ❯
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Una denuncia sulla condizione paradossale di coloro che si trovano ingabbiati tra le maglie giudiziarie di un Paese che volta le spalle a chi fugge per tutelare i propri diritti civili. Espandi ▽
Maysoon Majidi, regista, attrice e attivista curda nata a Teheran, è costretta a fuggire dall'Iran per il suo impegno politico e civile contro il regime degli ayatollah. Arrivata in Italia dopo aver attraversato il mare con altri 77 migranti, comincia per lei una vera e propria odissea giudiziaria: arrestata a Crotone con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione irregolare è mandata a giudizio come scafista. Trattenuta sulla base di testimonianze non verificate, la donna affronta 302 giorni di prigionia, con 2 mesi in isolamento. Vincenzo Caricari e Barbara Di Fabio raccontano la vicenda kafkiana dell'attivista curdo-iraniana, trasformandola in un racconto universale sull'esilio e sulla prigionia. Recensione ❯
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Un documentario scioccante che ci mostra quanto sia lunga la strada per il rispetto dei più basilari diritti umani. Espandi ▽
In epoca coloniale, l'isola indonesiana di Sumba era famosa per i mercati di schiavi gestiti dalle famiglie reali. La schiavitù, benché legalmente abolita, viene praticata ancora oggi. I servi - chiamati 'ata' - sono di proprietà delle famiglie della casta superiore - i 'maramba'. Il film del belga Jimmy Hendrickx è stato realizzato in collaborazione con l'attivista Jeremy Kewuan e lo segue quando, determinato a denunciare l'abominevole ingiustizia, entra in contatto con Lucky, un uomo che difende con orgoglio il proprio diritto a possedere schiavi, e con i piccoli Witta, Rangga e Kedo, in servitù presso di lui. Quando uno dei tre scompare, la missione di Jeremy di sradicare il traffico di esseri umani diventa una faccenda personale. Con l'aiuto di Mama Lina, che da bambina fu schiava dello stesso uomo, Jeremy si mette alla ricerca di Witta, deciso a mettere con le spalle al muro Lucky e le sue abiette convinzioni. Recensione ❯
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Il ritratto spiazzante e coraggioso di Piero Pelù che diventa anche invito a tornare a guardarsi negli occhi. Documentario, Italia2025. Durata 82 Minuti.
Il racconto intimo diretto dal regista Francesco Fei su un capitolo cruciale nella vita dell'icona del rock italiano Piero Pelù. Espandi ▽
Ha inizio con un ronzio persistente il film di Francesco Fei: un disturbo uditivo invasivo e menomante, destinato a ritornare sotto varie forme in Rumore dentro, documentario dedicato a Piero Pelù, ex frontman dei Litfiba, band simbolo del rock italiano dagli anni Ottanta in avanti.
Non sappiamo se fosse un'idea originaria, ma certo è che, a conclusione del film, "acufene" risulta essere la parola pronunciata più volte dal protagonista. È una condizione fisica concreta, ma anche il perno metaforico di un racconto: la difficoltà di convivere con un suono interiore che non si spegne mai, e che per un musicista abituato a vivere di decibel, energia e volume è una condanna difficile da accettare.
Il film è un ritratto spiazzante e coraggioso e non è il rilancio di una carriera - parola che Pelù rifiuta e disprezza - ma un invito a ripensare la comunità, a tornare a guardarsi negli occhi. Recensione ❯
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Un ritratto rigoroso e affettuoso di Sandro Pertini, dalla formazione come socialista e partigiano, fino alla presidenza della Repubblica. Espandi ▽
"Non vi può essere vera libertà senza giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà". A trentacinque anni dalla scomparsa di uno dei presidenti della Repubblica più amati, un ritratto rigoroso e affettuoso di Sandro Pertini, dalla formazione come socialista e partigiano, fino alla presidenza della Repubblica. Durante gli anni di piombo dimostrò una capacità unica di rappresentare i sentimenti più profondi di un popolo intero. Il documentario di Dario Ceccarini e Mario Molinari delinea il percorso umano e politico di una figura unica nella storia italiana: sempre attento agli emarginati e agli indifesi, Sandro Pertini ha svolto il proprio ruolo con coraggio, integrità e passione, incarnando i più alti ideali di libertà e antifascismo; un punto di riferimento per intere generazioni. A rendergli omaggio e ricordarlo nel film (con musiche di Nicola Piovani e disegni di Gianluigi Toccafondo) intervengono, tra gli altri: Fausto Bertinotti, Emma Bonino, Luciana Castellina, Furio Colombo, Walter Veltroni. Recensione ❯
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L'allestimento della Turandot di Ai Wei Wei. Espandi ▽
Nel 2018, in occasione del centenario pucciniano, il Teatro dell'Opera di Roma commissionò all'artista visuale Ai Weiwei, al debutto nella regia per la lirica, la messa in scena della Turandot. Il visionario artista cinese accoglie l'invito e intraprende la sfida di attualizzarne i temi, raccontare le sovrastrutture che regolano la società, il potere oppressivo degli oligarchi e la manipolazione delle masse. La produzione prende il via con il fondamentale apporto della coreografa e amica di lunga data Chiang Ching, finché il mondo esterno non irrompe sulla scena, complicando la lavorazione: prima il Covid costringe l'intera troupe a una lunga pausa, poi l'invasione dell'Ucraina spinge quasi all'abbandono Oksana Lyniv, la direttrice dell'orchestra. Noto per le sue opere di denuncia, Ai Weiwei porta anche nella lirica il suo attivismo iconoclasta, riflesso in questo film - girato da un figlio di dissidenti russi - che ruota attorno ai temi del potere dell'arte come forma di resistenza e della libertà di espressione. Recensione ❯
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