Titolo originale | Xiang ai xiang qin |
Anno | 2017 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Cina |
Durata | 122 minuti |
Regia di | Sylvia Chang |
Attori | Sylvia Chang, Tian Zhuangzhuang, Yueting Lang, Ning Song, Yanshu Wu Le Geng, Tan Weiwei, Xuejian Li, Qin Ji, Xiang Jia, Rene Liu, Liyuan Wang, Yonggui Wang, Zhiwen Wang, Hummer Zhang, Jinan Zhang. |
Tag | Da vedere 2017 |
MYmonetro | 3,33 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 30 aprile 2018
Sotto la lente di un assoluto punto di riferimento del cinema orientale, tre donne, tre generazioni lontane ma non poi così diverse tra loro.
CONSIGLIATO SÌ
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In punto di morte la madre di Huiying e nonna di Weiwei chiede di essere seppellita accanto al marito. O almeno così sostiene Huiying. Tuttavia si presenta un ostacolo inaspettato: la precedente moglie, la signora Yue, si oppone con tutte le sue forze. Sebbene il marito l'avesse abbandonata senza mai ritornare, lei non ha mai smesso di sentirsi sua moglie.
Il tratteggio impareggiabile dei sentimenti da parte di Sylvia Chang resta l'antidoto essenziale a una deriva mainstream pericolosamente dominata da tonitruanti esplosioni.
C'è ancora spazio, tra Cina e Hong Kong, per un cinema che - come in Occidente avviene con Pedro Almodovar - metta al centro i rapporti famigliari e i contrasti, le affinità e le divergenze tra differenti generazioni. Una lunga carriera da attrice e quindi una da regista, che ha regalato opere come 20 30 40, di cui Love Education per molti versi rappresenta una attualizzazione.
Oggi come allora sono donne di tre diverse generazioni a interagire, confliggere, e infine comprendersi, in una società che poggia su basi profondamente maschiliste. In particolare questa volta nel mirino di Chang c'è quel che rimane di una tradizione cinese basata sulla poligamia e rappresentata fisicamente dall'"arco delle vedove", costruzione abbandonata in aperta campagna. Nanna, anziana ostinata che rifiuta di scendere a patti con la realtà, è talmente sottomessa alla tradizione da accettare ogni imposizione, arrivando a credere, contro ogni evidenza, in un matrimonio combinato e da tempo terminato, come uno schiavo geloso delle proprie catene.
Il bypass tra generazioni la porta allo scontro con Huiying e a simpatizzare con Weiwei, confusa e scombussolata a sua volta, di fronte a decisioni importanti sul proprio futuro. Anche senza un legame di sangue, tra le due si forma un'invisibile e toccante unione spirituale.
La videocamera, insistentemente usata da Weiwei e dai colleghi del canale Tv per cui lavora, non cattura nulla di tutto questo, trattiene solo apparenza, semplificazioni e menzogne. Come una foto ritoccata in photoshop che cerca di cambiare il passato ma si squaglia sotto la pioggia battente. Love Education è un monito sulla falsità di ciò che vediamo e sulla sua continua manipolazione, che si estende anche alla trasfigurazione di quartieri nella Cina della ricostruzione perpetua. E insieme un invito a comprendere il lungo percorso compiuto dalle donne in Cina verso una vera emancipazione.