Titolo originale | Gutland |
Anno | 2017 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Lussemburgo, Belgio, Germania |
Durata | 107 minuti |
Regia di | Govinda Van Maele |
Attori | Vicky Krieps, Frederick Lau, Pit Bukowski, Martine Kohn, Gerdy Zint Marco Lorenzini, Leo Folschette, Irina Blanaru, Sandy Schott, Pierrette Heintz, Christiane Hoffmann, Guy Schwickerath, Franco Ariete, Paul Hoffmann (II), Ismael Backes, Arsène Streveler, Theo Lieser, Marcel Heintz, Yvette Adamczyk, Yvette Müller, Davy Mertens, Nico Schlesser, Roger Origer, Sandro Pantanali, Jean Koch, Gérard Blaschette, Marie-Louise Schaack, Nathalie Maas. |
Tag | Da vedere 2017 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,19 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 25 febbraio 2018
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CONSIGLIATO SÌ
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Un vagabondo di nome Jens arriva nei pressi di un villaggio lussemburghese. È di origine tedesca e non parla la lingua del posto, pertanto viene trattato con freddezza, finché non incontra la figlia del sindaco, Lucy, che se lo porta a letto. Il mattino dopo il padre della giovane accompagna Jens in giro per il villaggio, gli trova lavoro presso un fattore e presto lo invita anche a cena. La comunità sembra accoglierlo senza fare domande e fin troppo calorosamente, anche perché Jens trova nel camper dove alloggia oggetti lasciati da qualcuno prima di lui. Si tratta dello scomparso Georges, che viveva in una casa vicina e forse aveva fotografato nude le donne sposate del paese.
Esordio nel lungometraggio di Govinda Van Maele, appassionato di cinema exploitation, Gutland vanta per protagonista femminile Vicky Krieps, scelta anche da Paul Thomas Anderson come musa dello stilista interpretato da Daniel Day-Lewis in Il filo nascosto.
È lei più di tutti gli altri a manipolare Jens, di cui poco importa che sia un ladro in fuga, il suo valore è infatti quello di partner per la figlia del sindaco, Lucy, che a sua volta fin dalla prima notte dimostra atteggiamenti bizzarri. Infatti fa sesso con Jens nella casa dove dormono i suoi genitori e suo figlio, in una stanza piena di poster da ragazzina cresciuta negli anni '80 con i divi di allora. Jens non sa come comportarsi con lei, ma non riesce a resistere alla sua bellezza, pur capendo che nasconde qualcosa di sinistro. In questo senso il ruolo di Vicky Krieps non è solo un po' più inquietante di come si rivela nell'ultima parte di Il filo nascosto e l'attrice naturalmente rende alla perfezione una duplice natura, tra angelo e strega.
Il tema della comunità rurale dove regna la quiete ma che si rivela inquietante non è certo nuovo al cinema; Van Maele però lo declina con un tocco surreale e privo di qualsiasi didascalismo. Si accumulano comportamenti e situazioni insolite che fanno presagire qualcosa di oscuro sia all'opera, ma le risposte tardano ad arrivare mentre momenti spiazzanti continuano a rilanciare il gioco con lo spettatore. Se a raccontarlo può sembrare una sorta di noir rurale, Gutland è piuttosto uno strano thriller su una comunità che cerca di omologare lo straniero alle proprie regole.
Jens si presenta a sua volta come un incrocio tra un mistero e una tabula rasa e se cerca di opporsi ad alcune situazioni, in particolare ai violenti metodi educativi dei genitori del posto, non sa però resistere alla benevolenza del sindaco che lo spinge a entrare nella banda musicale del villaggio. Jens viene dunque educato proprio come i bambini secondo la pratica del bastone e della carota: si ritrova in situazioni minacciose e scopre cose inquietanti, ma contemporaneamente viene ammansito e accudito fino ad accettare di farsi tagliare i lunghi capelli.
Allo stesso modo il film alterna la serenità di un registro quasi contemplativo a momenti di tensione (e in un caso persino di orrore) ed è proprio con questa varietà di toni che cerca di ammaliare lo spettatore. Regge così la durata senza cedimenti e che alla fine ci siano alcuni misteri non risolti, appare del tutto coerente alla forma che il film ha progressivamente preso, tanto che sarebbero sgradite ulteriori spiegazioni. Con uno sguardo sospeso che oscilla tra la fiaba e la fiaba nera, Gutland è una ballata serenamente sinistra sulla lotta tra l'ego e la società.