Titolo originale | Eye in the Sky |
Anno | 2015 |
Genere | Drammatico, Thriller, |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Gavin Hood |
Attori | Helen Mirren, Aaron Paul, Alan Rickman, Iain Glen, Barkhad Abdi, Phoebe Fox Carl Beukes, Richard McCabe, Babou Ceesay, Tyrone Keogh, Lex King, John Heffernan, Daniel Fox. |
Uscita | giovedì 25 agosto 2016 |
Tag | Da vedere 2015 |
Distribuzione | Teodora Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,09 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 24 gennaio 2017
Un gruppo di terroristi viene messo sotto attacco. Fino a quando una bambina si trova sul loro percorso. In Italia al Box Office Il diritto di uccidere ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 238 mila euro e 121 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Il colonnello Powell guida a distanza una squadra di militari antiterrorismo nella cattura, in territorio kenyano, di una cittadina inglese che ha rinnegato il proprio Paese per il fondamentalismo islamico di Al Shaabab. Quando l'esercito, servendosi di droni, scopre la verità sui piani dei terroristi l'urgenza di fermarli con ogni mezzo diviene una priorità. Ma nei piani alti nessuno vuole prendersi la responsabilità di un attacco letale e dei suoi danni collaterali.
Quasi una rappresentazione teatrale, in cui su un tema destinato a dividere vengono esposti i diversi punti di vista. I tre poteri dello stato - militare, giuridico e politico - si trovano a dover prendere una decisione in nome del male minore. Qualcuno innocente, in ogni caso, si farà male. Hood non fa sconti, esibendo cadaveri tra le macerie senza morbosità, ma con il piglio verista di chi vuole ricostruire con la massima fedeltà una vicenda esemplare. Sulla guerra che è e sulla guerra che sarà, soprattutto.
Se Michael Bay ha scelto di concentrarsi sull'eroismo dei riservisti e sugli errori dei burocrati e Andrew Niccol sul dramma umano di chi gioca al videogame della guerra uccidendo esseri umani in carne e ossa, a Gavin Hood interessa il dilemma morale. È cinema antico il suo, che della contemporaneità utilizza la moltiplicazione degli schermi e dei dispositivi o la prospettiva del drone; il resto è classicità pura, affidata a due interpreti straordinari. Helen Mirren sceglie il cuore in inverno del colonnello Powell, consapevole della crudeltà di alcune scelte ma dedita esclusivamente al raggiungimento del proprio obiettivo. Alan Rickman, invece, nella sua ultima interpretazione, regala al generale Benson un assaggio della sua inconfondibile ironia british.
Senza negare mai la propria funzione di film che si presta all'apertura di un dibattito, il regista riesce umilmente a rinverdire i fasti di una forma di cinema troppo spesso trascurata. L'anacronistico film-caso di studio, figlio de La parola ai giurati di Sidney Lumet o, per restare in tema bellico, di Orizzonti di gloria di Kubrick, si riconfigura come dialogo socratico: una meticolosa ricostruzione dei fatti destinata a toccare dei nervi - politici, comportamentali, etici - scoperti e a rendere problematica una presa di posizione chiara che prescinda dalle ragioni dell'"altra parte". E il fatto che la sensazione di imperdonabile indecisione di fronte al dubbio morale che attanaglia sia ribaltata dallo schermo allo spettatore è fortemente voluto. Elementi che, uniti alle interpretazioni inevitabilmente impeccabili di Rickman e Helen Mirren, elevano Il diritto di uccidere al di sopra dell'aurea mediocritas in cui rischia, colpevolmente, di finire relegato. Peccato solo per un epilogo che mostra ciò che è superfluo mostrare, sbilanciando irreparabilmente l'equilibrio dialogico fin lì esemplare.
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Dalla war room dell'impero del bene, a migliaia di km dal teatro di guerra, si sta conducendo un'operazione ad alta intensità tecnologica che dovrebbe portare all'arresto di una pericolossisima cellula terroristica. Tutto precipita appena si realizza che la cellula sta per essere operativa............Il film ad alta tensione e molto ben costruito da Gavin Hood (regista non nuovo ad operazioni di questo [...] Vai alla recensione »
Il "dilemma del carrello" sta occupando da qualche decina d'anni i saggi dei filosofi che si occupano di etica, e può essere semplificato nella domanda: "sei disposto ad uccidere qualcuno, anche innocente, per evitare un danno di più vaste proporzioni?" Il quesito è il tema centrale di questo film molto avvincente e capace di creare una tensione quasi incontenibile nello spettatore.
Kenya. Attraverso l'utilizzo di informazioni segrete e dell'ausilio di un drone, viene individuata una pericolosa cellula terroristica pronta a fissare gli ultimi dettagli prima di farsi esplodere con giubbotti esplosivi. Il comando anglo-americano dovrà decidere come procedere. Un film veramente notevole che lascia lo spettatore letteralmente stupito.
Film che fa riflettere e ripropone un dibattito etico sulla realtà della guerra. Fino a che punto possiamo sostenere i danni collaterali in u n' azione di guerra? Ho apprezzato molto quest' opera, perché mette da parte l' ipocrisia buonista e mostra la difficoltà delle scelte da prendersi in spazi temporali assai stretti.
A poco tempo da The Good Kill, ritorna il tema dei droni e dei missili lanciati tramite computer. Eye On The Sky, miseramente tradotto ne Il Diritto Di Uccidere, tratta il tema diversamente facendo emergere temi legali e morali che rendono il tutto meno ignobile. La pellicola fa riflettere, pone interrogativi e ci si domanda se sia effettivamente giusto o meno premere il bottone.
Gavin Hood decide di raccontarci la ferocia della guerra da un altro angolo visuale; da un lato una casa a Nairobi dove un gruppo di terroristi, tra cui cittadini inglesi e americani convertiti al fondamentalismo islamico di Al Shaabab, prepara un attentato; dall’altro, i vertici della lotta al terrorismo che dai loro quartieri generali organizzano il bombardamento dell’appartamento attraverso [...] Vai alla recensione »
Una misera abitazione alla periferia di Nairobi, in kenia, dove alcuni estremisti islamici stanno preparando un attentato kamikaze. Una bambina che vende il pane preparato dalla madre accanto alla casa in questione. Due microspie teleguidate a forma di colibri e di scarabeo che all'interno della casa studiano i dati antropometrici dei terroristi e le loro azioni.
Quando si tratta di conflitti bellici il discorso diventa sempre molto delicato e giudicare da che parte stia la ragione, anche in nome di quella di Stato o di un' azione che si ritiene necessaria al fine di debellare quello che viene reputato come il male, è sempre molto soggettivo ed, in ogni caso, parecchio difficile. "Il Diritto di Uccidere" presenta esattamente questo spinoso quesito presentando [...] Vai alla recensione »
La citazione di Eschilo,“In guerra la verità è la prima vittima”, sembra annunciare un film contro tutti i conflitti, che si rivela poi un’altalena tra una spy-story thriller e un dramma con risvolti di carattere etico. La storia si svolge tra Nairobi e località lontane di basi militari sparse in tutte il mondo. Un pezzo grosso del terrorismo islamico atterra nella capitale kenyota con sua moglie, [...] Vai alla recensione »
Il diritto di uccidere è un interessante war-movie-social dove ogni persona condivide le sue informazioni e attende notifiche da altri, mentre il mondo svanisce nelle pieghe di una proliferazione di schermi. Rifacendosi a classici, il film tenta di far risaltare l'umanità dei personaggi coinvolti, in particolare i militari, stavolta non visti come machisti superuomini ma come [...] Vai alla recensione »
"Eye in the Sky"di Gavin Hood(molto diverso il titolo italiano"Il dirittio di uccidere"; dove il titolo originale è molto più neutro , relativo al drone, a chi lo manvra-guida, ma anche a tutto il team che si assume, pluralisticamente, la responsabilità di controllare la situazione complessiva e di decidere, a Nairobi, un attacco con un drone che implicherebbe [...] Vai alla recensione »
Ottimo film con una tensione dialettale di rara intensità,tematica attuale,in un mondo dove tutto è soprattutto le guerre si possono organizzare seduti in poltrona,chiaramente chi dirige le operazioni e non i soldati sul campo,ma soprattutto si pone il dilemma su due parole secondo me,diritto di uccidere o potere di uccidere,il primo come nel film e la parte di responsabilità legale di azioni svolte [...] Vai alla recensione »
Congegno ben allestito (non so quanto rispondente al vero) con ottimi attori e dialoghi. Una suspense continua di un'ora e più, tra diplomazia e calcoli di politica militare ed elettorale, ci mostra i temi e le forze che si contrastano dietro le quinte dei lanci di bombe che coinvolgono e colpiscono civili innocenti. La guerra oggi nella sua crudezza, interpretata come vetrina ideologica, [...] Vai alla recensione »
Il film "Eye in The Sky" (titolo originale) ruota intorno alla operazione militare di cooperazione anglo-americana sulla cattura di alcuni terroristi presenti in una abitazione a Nairobi in Kenya. La missione viene seguita dai vertici militari e politici attraverso i satelliti da diverse postazioni. Il regista Gavin Hood, grazie anche ad un cast di attori immedesimati alla grande nei rispettivi [...] Vai alla recensione »
Come rovinare un buon film. Quello che sarebbe un buon film sul piano della tensione e del ritmo, oltre che nella fotografia, una storia che ti rende partecipe. Ma poi, quando il tema si focalizza sugli "effetti collaterali" di un'azione militare, ecco che la realtà viene fumettisticamente travisata, cercando ossessivamente l'effetto strappalacrime: si tratta di [...] Vai alla recensione »
ogni tanto al telegiornale sentiamo, bombardamento di quá, bombardamento di lá,. e ognuno si fá un opinione a riguardo. Ma cosa accade davvero prima di quei bombardamenti ? Questo film mostra come vengono prese decisioni importanti, sulla vita delle persone, durante le nostre guerre moderne, e lo mostra dal lato etico/umano. Ci si immedesima fin da subito nei personaggi e nelle loro decisioni, ottimi [...] Vai alla recensione »
Prima un omaggio a Alan Rickman; stringe il cuore sapere che questo era il suo ultimo film perchè è stato un attore grande, qualche volta superbo. Non bastano però i nomi, accanto al suo c'è quello di Helen Mirren a fare un film, ci vogliono anche una storia e, specialmente in pellicole come questa, dei dialoghi serrati e credibili.
Violentemente filomilitarista ed antipolitico, ma soprattutto ipocrita nella rappresentazione di un'organizzazione militare tanto tecnologicamente perfetta quanto umanamente preoccupata dai possibili effetti collaterali del proprio, comunque ampiamente giustificato, indispensabile, intervento, contrapposta ad una classe politica inetta, ridicola ed incapace di decidere, preoccupata unicamente dalla [...] Vai alla recensione »
si puo' stentare a credere che i militari possano essere cosi' sensibili, cosi' come si puo' non stentare a credere a politici scaricabarile, entrambe le figure descritte magistralmente in questo ottimo film. La storia e' coinviolgente ed incalzante . Un drone che deve individuare ed eliminare potenziali kamikaze ed i dubbi di chi dovrebbe dare l'autorizzazione -questa e' [...] Vai alla recensione »
Meglio salvare un'innocente mettendo a rischio la vita di più persone o sacrificare l'innocente per eliminare una probabile strage? Questo è il dubbio etico che ci pone il film, contornato da un ritratto molto realistico degli uomini di potere che si trovano a dover scegliere. La risposta al dilemma è il terzo punto di vista, che solo il film ci fa vedere, perché [...] Vai alla recensione »
Il film ruota intorno alla missione militare anglo-americana sulla cattura ed eventuale uccisione di un gruppo di terroristi in una abitazione a Nairobi in Kenia. L'operazione viene seguita tramite satelliti dai militari e politici da varie postazioni. Il regista, grazie anche ad un ottimo cast, ad un montaggio ed una musica appropriata al caso, riesce a trasmettere una tensione notevole allo spettatore [...] Vai alla recensione »
Il film descrive dettagliatamente tutto quello che si cela dietro l’attacco di un drone: dai piloti che materialmente manovrano i droni sul bersaglio ma che di fatto eseguono solo ordini, con buona pace delle loro coscienze, al colonnello che dirige l’azione e ufficialmente deve dare l’ordine di attaccare, sollevando così i piloti da responsabilità che non tocca a loro [...] Vai alla recensione »
E magari va anche bene, a ognuno le sue idee. Ci sono film filo-militaristi stupendi, ben fatti, ben scritti, ben congeniati. Il problema vero di questo film è che è brutto! Scritto malissimo con attori mai credibili e sempre fedeli a un ruolo pre-confezionato. Film che fa pensare? Non direi, fa pensare al peggio! Film di intrattenimento? mah, non è riuscito a trattenermi in sala.
Mi sembra che qualcosa di simile ho visto in “good kill”, quindi come per quel film meglio lasciar perdere, la sceneggiatura scorre anche bene ma un certo sentimentalismo militare e’ da vomito, davvero.
Quante volte abbiamo dichiarato di voler essere una mosca per poter volare vicino a nostri conoscenti e guardare ciò che fanno gli altri o ascoltare quel che dicono di noi? Con le nuove tecnologie è possibile. Lo dimostra Il diritto di uccidere di Gavin Hood, dove - tra i molti dispositivi visivi in grado di osservare gli avvenimenti in un dato luogo - c'è anche un calabrone meccanico dotato di micro-telecamera che spia da punti di vista imprendibili e quasi onnicomprensivi la riunione segreta di alcuni jihadisti. È solo una delle strategie di visione proposte dal film, insieme alla vista dal drone, quella proveniente da un altro insetto artificiale, e da altri mezzi, poi rimandati in simultanea su diversi schermi digitali in differenti parti del mondo, collegate tra di loro attraverso una conference call dove si decide la sopravvivenza o meno dei bersagli e delle vittime collaterali.
Non è certo la prima volta che il cinema fa suoi alcuni strumenti di rappresentazione della realtà in uso all'armamentario bellico, anzi alcune serie televisive (come 24) e alcuni franchise cinematografici (le avventure di Jason Bourne) ne hanno fatto un territorio di sperimentazione linguistica e di rinnovamento del linguaggio del cinema d'azione.
Tuttavia, in Il diritto di uccidere di azione ce n'è poca e, come è stato giustamente sottolineato, il nocciolo drammaturgico del film è claustrofobico, quasi teatrale. Le immagini di quello che potrebbe avvenire e di quello che continua a non avvenire creano una tensione formidabile, di cui Hood è perfettamente consapevole, tanto da limitarsi a usare il potenziale estetico delle immagini "senza autore" di droni e occhi meccanici, e mantenendo la regia a livelli minimali di intervento.
Il film del sudafricano Gavin Hood si destreggia benissimo nell'evitare il rischio che può correre un racconto che parla di guerra attuale, terrorismo, tecnologia militare e bellica. il punto narrativo, e di necessaria ricaduta anche etico, ruota intorno all'uso dei droni e dunque intorno allo stridente contrasto tra l'illusione di poter condurre una guerra "pulita", "chirurgica" e "intelligente" e [...] Vai alla recensione »
L'obiettivo da eliminare è individuato-studiato-pedinato da una rete di intercettazioni snodata in vari punti del mondo. Al momento di "colpire" una micro videocamera montata su un insetto-drone (Micro Aerial Vehicle) si apposta nei pressi della futura vittima che sarà messa a fuoco da un altro drone (Reaper Drone) dotato di missili. Il comando al lancio nasce dalla comunanza d'intenti di militari, [...] Vai alla recensione »
È un caso più unico che raro quello di un film intelligente, ottimamente recitato, capace di coinvolgerti e farti riflettere: in questo caso, se sia giusto o no sacrificare vittime innocenti al fine di prevenire altri potenziali morti. Una pellicola di guerra, ma non nel modo tradizionale con il quale siamo abituati a confrontarci. In realtà, Il diritto di uccidere è essenzialmente un thriller da camera [...] Vai alla recensione »