Anamorph

Film 2007 | Thriller, 107 min.

Regia di Henry Miller (I). Un film con Willem Dafoe, Scott Speedman, Peter Stormare, Clea Duvall, Don Harvay, Amy Carlson. Genere Thriller, - USA, 2007, durata 107 minuti. Uscita cinema venerdì 26 giugno 2009 distribuito da Eagle Pictures. - MYmonetro 2,57 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 2 luglio 2009

In Italia al Box Office Anamorph ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 94,2 mila euro e 6,7 mila euro nel primo weekend.

Consigliato nì!
2,57/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA
PUBBLICO 2,63
CONSIGLIATO NÌ
Un serial killer 'artista' in un film che si basa sulla sospensione dell'incredulità da parte dello spettatore.
Recensione di Giancarlo Zappoli
martedì 23 giugno 2009
Recensione di Giancarlo Zappoli
martedì 23 giugno 2009

Stan Aubrey, nel corso della sua carriera di poliziotto criminologo, ha contribuito all'arresto dello Zio Eddie, un serial killer psicopatico. Costui realizzava delle vere e proprie sculture con i cadaveri delle sue vittime rifacendosi ad opere d'arte ed utilizzando una tecnica anamorfica che fa sì che la visione dell'insieme cambi in modo considerevole se si guarda l'"opera" da una parte piuttosto che dall'altra. I delitti però riprendono e Aubrey viene richiamato in causa non solo come detective ma anche sul piano personale.
Correva l'anno 1995 e David Fincher con Seven mutava per sempre le modalità con cui un'indagine su un serial killer poteva trovare una collocazione sul grande schermo.
Fasci di luce da torce elettriche che, letteralmente, si facevano strada nel buio (tanto che qualcuno ironizzò sul fatto che i due detective non sapessero mai trovare gli interruttori nelle stanze). Patricia Cornwell, in letteratura ha intanto imperversato vendendo milioni di copie dei suoi romanzi anatomo-patologici, CSI nelle sue varie location ha spopolato in televisione e in dvd e Saw serializza la perversione.
Ecco ora Anamorph che ci propone un Dafoe che ha ormai la faccia giusta per mescolare stupore e sospetto (su di sé) e che attraversa una sceneggiatura che tiene conto di quanto sopra cercando di costruire una sorta di sintesi. Non è un'impresa facile e infatti non riesce del tutto anche se lavora sulla sospensione dell'incredulità da parte dello spettatore al quale viene chiesto di credere che l'assassino realizzi delle vere e proprie opere concettuali che potrebbero essere messe in mostra (se non si trattasse di cadaveri) alla Biennale di Venezia.
Ovviamente non può mancare la coppia di detective (entrambi bianchi questa volta) e il sospetto deve aleggiare. Anche perché, dopo un po', le sculture umane non bastano. Da notare il quasi cameo di Peter Stormare.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 5 agosto 2009
romifran

C'è una frase chiave nel film, che spiega con precisione scientifica la natura del serial killer così "lontana da" e così "vicina a" l'arte che diviene tormento: "E' solamente quando un artista trova la sua ossessione che può iniziare a creare le sue opere d'arte più ispirate..." Quanto è vero, se pensiamo alle Madonne di Leonardo (Monna Lisa compresa), agli autoritratti di Van Gogh, alle donne tahitiane [...] Vai alla recensione »

mercoledì 2 settembre 2020
figliounico

 E’ tutta una questione di luci e di prospettive, nella vita come nel cinema, nella finzione che si manifesta come tale, vedi il quadro gli Ambasciatori di Hans Holbein il Giovane mostrato in una scena,  nella finzione che riproduce il vero deformandolo e ricostruendolo secondo l’estro dello sceneggiatore, per esempio lo stesso film Anamorph - I ritratti del serial killer, [...] Vai alla recensione »

lunedì 14 dicembre 2009
LUCIDO71

Qualunque sia l'angolazione o l'Anamorfosi del film, non resterà impresso nella nostra memoria. L'idea era geniale e innovativa (anche xché questi maledetti serialkiller non si sa più come farli agire), e devo dire che la pellicola, anche se un po' lenta, ti tiene davanti lo schermo x un bel po', alimentando sospetti trasversali che si svelano solo nel finale.

lunedì 16 aprile 2012
tecmec

Gran bel fim, un unico difetto: la trama rischia a tratti l'incostistenza a causa della scelta della sceneggiatura di non rivelare niente al riguardo della psicologia dell'assassino. Tuttavia, sia per gli interpreti ben ispirati, sia per la fotografia e il montaggio adeguati ed efficaci, sia infine per la regia sapiente, questo film risulta un thriller più che soddisfacente, girato [...] Vai alla recensione »

domenica 12 luglio 2009
Gus da Mosca

Alcuni film sublimano l'essenza del thriller-noir, deformandola fino ad una astrazione senza piu' contatti con la realta'. Fedelmente al suo titolo, Anamorph riesce piu' di altri a deformare le motivazioni che spingono un serial killer ad uccidere e astrae il gesto criminale ad arte. Non crimini, ma "sculture" artistiche per riprodurre non cio' che si vedrebbe, ma immagini distorte da ricomporre per [...] Vai alla recensione »

mercoledì 18 gennaio 2012
nfl 26

Willem Dafoe a 54 anni, col fisico ancora asciutto e il viso da tormentato nevrotico, incarna Stan Aubrey, sbirro che si ritrova a fare i conti col fantasioso serial killer zio Eddie, creduto morto e invece tornato in città. Ma sarà proprio lo stesso che usava i cadaveri delle vittime per riprodurre, all'insegna dell'anamorfosi, opere d'arte concettuali di crudele impatto [...] Vai alla recensione »

martedì 30 giugno 2009
Mr.Duff

Film noioso e pesante, l'unica cosa interessante sn gli omicidi artistici del killer, ma tutto qui. Trama confusa, assenza di dialoghi,spiegazioni zero, il finale nn spiega le vere intenzioni del killer, lento e intile, l'inizio sembrava interessante a poi cade nell'assurdo e nell'immaginario

sabato 24 ottobre 2009
dario

Storia del tutto improbabile, studiata male, risolta peggio. Un Dafoe in bambola, primo a non credere a questa buffonata. Regia lenta, involuta, presuntuosa. Non c'è praticamente sceneggiatura.

domenica 16 giugno 2013
dian71cinema

MANCA.. ED E' UN PECCATO IN QUANTO LA QUALITA' DI QUESTO FILM, DI BUONA FATTURA, GLI AVREBBE CONFERITO MAGGIOR SUCCESSO RISPETTO A QUELLO OTTENUTO. SAPIENTE REGIA, FOTOGRAFIA, LUCI, COLONNA SONORA ED UNA DISCRETA INTERPRETAZIONE DEL CAST CON UNA SCENEGGIATURA DAI DIALOGHI EFFICACI ..DALLA PARTE DEGLI ADDETTI AI LAVORI.. MA MANCA QUEL MORDENTE.. PER LO SPETTATORE.

venerdì 31 maggio 2013
marcenaroNano

film assolutamente deludente.Un "Seven" dei poveri molto mal riuscito nonostante il bravissimo attore.

giovedì 19 novembre 2009
don64

Film thriller con una trama,una scenografia, un' interpretazione piu' che discreta, anche se la fine si conclude penosamente.Nel complesso film piu'che discreto.Voto 6+

martedì 17 novembre 2009
ultimoboyscout

Poco da dire...lento macchinoso scontato brutto a vedersi? Aggiungo poi che la figura dell'uomo schiacciato dal proprio passato è assolutamente inflazionata. Salvo Speedman e nulla più

Frasi
"La verità dipende dai punti di vista…"
Stan Aubray (Willem Dafoe)
dal film Anamorph - a cura di Giovanni Cardona
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Robert Abele
The Los Angeles Times

If David Fincher was able to graduate from the grime-chic surface thrills of "Se7en" to the personal, obsessive mastery of "Zodiac," then surely filmmakers can consider serial killers over and done with. But no, here comes the drearily suspense-less "Anamorph" to make grisly/gorgeous images with purposely massacred bodies and leave any human drama pertaining to the act of murder for the movie equivalent [...] Vai alla recensione »

Michele Anselmi
Il Giornale

Arriva solo ora, praticamente un'uscita tecnica in vista dello sfruttamento home video, Anamorph girato da Henry Miller nel 2007. In patria è andata pure peggio: distribuito in una sola copia, incassò 6 mila dollari in tutto (fonte Imdb). Magari l'unico motivo per andarlo a vedere è la presenza di Willem Dafoe, ormai naturalizzato italiano da quando ha sposato la regista Giada Colagrande.

Michele Anselmi
Il Riformista

Metà italiano da quando nel 2005 sposò la regista Giada Colagrande, Willem Dafoe porta bene i suoi 54 anni: il fisico asciutto, i capelli folti, il viso appena più segnato, perfetto per ruoli da tormentato tendente al nevrotico. Nell'attesa di vederlo in "Antichrist" di Lars Von Trier, dove fa lo psicoterapeuta con strane idee, eccolo poliziotto in questo thriller a forti tinte girato nel 2007.

Manohla Dargis
The New York Times

The serial killer in “Anamorph” shows promise, even if some of his best moves are derivative. The same is true of the film’s director, H. S. Miller, who, in making his feature debut, conjures up a nightmarish atmosphere of dread that owes obvious debts both to David Lynch (particularly the later work) and to John McNaughton (namely his notorious horror show, “Henry: Portrait of a Serial Killer”). Vai alla recensione »

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