Fuga per la libertà

Film 2007 | Drammatico

Regia di Carlo Carlei. Un film con Sergio Castellitto, Anna Valle, Marco Giallini, Christo Jivkov, Matt Patresi. Cast completo Genere Drammatico - Italia, 2007, - MYmonetro 2,40 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 18 settembre 2012

Consigliato nì!
2,40/5
MYMOVIES 2,00
CRITICA
PUBBLICO 2,80
CONSIGLIATO NÌ
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Recensione di Marianna Cappi
sabato 26 gennaio 2008
Recensione di Marianna Cappi
sabato 26 gennaio 2008

A Genova, tra il 1943 e il 1944, un uomo di nome Massimo Teglio s'impegna, con l'aiuto del prete cattolico Don Repetto e di un'amica, a sottrarre quanti più ebrei possibile al tragico destino che li attende.
Ebreo a sua volta, ricco e inserito nella buona società dell'epoca, Teglio è un aviatore, amico di Balbo, e padre della piccola Nicoletta. Nulla fa di lui un martire in partenza, ma il coraggio con cui rifiuta il ruolo di vittima predestinata, per sé e per gli altri, ne fa un eroe.
Per omaggiare la Giornata della Memoria, Mediaset manda in onda il film per la tv Fuga per la libertà, prodotto da Angelo Rizzoli e tratto dal libro del giornalista Alexander Stille "Benevolence and Betrayal: five italian Jewish families under fascism".
Sergio Castellitto è "il signor Massimo", Anna Valle la catechista che lo esorta e aiuta, mentre Marco Giallini è Osvaldo Farina, amico che diviene persecutore, quando i tedeschi mettono una taglia da un milione di lire sulla testa di Teglio, la "primula rossa".
La regia di Carlo Carlei evita i toni più apertamente drammatici, al punto che spesso affida alla musica l'espressione non solo di un sottotesto ma anche di una riflessione di contenuto, che si sceglie di non portare mai in superficie, anche grazie al ricorso massiccio all'ellissi, in sede di narrazione.
Alla ricerca di un'atmosfera da noir anni Quaranta, venata dal thriller ogniqualvolta appare in scena il gendarme nazista Feuerbach, Fuga per la libertà si colora di immagini più oggettivamente belle che realistiche, esaltate dalla fotografia cinematografica di Alessandro Pesci.
Tutto ruota attorno a pochi personaggi, che divengono degli emblemi e, forzatamente, dei tipi; ma la recitazione è buona e il coro dei personaggi è allineato (i tedeschi sfuggono alla macchietta, ed è già molto). Da buon aviatore, però, la figura di Castellitto sembra sorvolare la vicenda di cui è protagonista, viverla quasi al di sopra del coinvolgimento, sebbene ne vada della sua vita stessa.
Il film resta importante parabola di altruismo e speranza, racconto poco noto dell'impresa di un uomo comune che è riuscito a fare molto per il suo popolo, nel bel mezzo della tragedia immane dell'Olocausto. Per questo, però, il sentimento di malinconia che si sprigiona dalle vedute invecchiate di Genova, dai riflessi sull'acqua, dall'aplomb riflessivo del protagonista e da ogni fotogramma del film, appare un garbo fuori luogo; il tocco è troppo lieve per rendere giustizia della ferocia della Storia.

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