Beastie Boys Story

Film 2020 | Documentario

Regia di Spike Jonze. Un film con Adam Horovitz, Mike D. Genere Documentario - USA, 2020,

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Ultimo aggiornamento martedì 28 gennaio 2020

Un ritratto della carriera e dell'amicizia che lega i Beastie Boys.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES
CRITICA
PUBBLICO 5,00
CONSIGLIATO N.D.
L'amico Spike Jonze dirige un docu-film intimo per raccontare un trio leggendario della musica.
Giorgio Crico
sabato 4 aprile 2020
Giorgio Crico
sabato 4 aprile 2020

A quasi dieci anni dallo scioglimento dei Beastie Boys, la loro eredità e il ricordo del compianto MCA sono più vivi che mai: in questa produzione diretta da Spike Jonze, Mike-D e Ad-Rock si raccontano.

Michael Diamond e Adam Horovitz, meglio conosciuti come Mike-D e Ad-Rock, sono due terzi del fu collettivo rap Beastie Boys, una delle leggende mondiali dell'hip-hop che ha dovuto terminare la propria attività musicale nel 2012 quando il terzo membro della band, Adam Yauch - detto MCA - è morto a 47 anni per via di un cancro.

Beastie Boys Story racconta la storia dello storico gruppo rap attraverso i ricordi e il racconto diretto dei due superstiti, oggi abbondantemente cinquantenni e sufficientemente distanti dal ricordo doloroso della scomparsa di MCA per poterla rielaborare nella sua interezza, anche a un livello molto intimo.

L'amicizia, la musica, il successo, la carriera, le difficoltà e lo scioglimento arrivato dopo la morte di MCA: tutto questo e molto di più emerge attraverso le parole, nude e crude, di Mike-D e Ad-Rock, capaci di mostrarsi al pubblico senza nessun genere di filtro se non quello della loro stessa emotività.

La particolarità di questa produzione è che i filmati di repertorio non sono intervallati dai due Beasties rimanenti che parlano seduti su un divano, magari di fronte a una telecamera fissa o in posa in qualche altro cliché ricorrente di questo genere di storytelling biografico: no, i due artisti raccontano sé stessi, il loro rapporto, MCA e quant'altro proprio dal loro habitat naturale, un palcoscenico. Di fronte a una platea di persone, peraltro.

È così che li ha voluti Spike Jonze: dinamici, immersi nel loro rapporto con il pubblico, liberi di muoversi lungo il palco spoglio rincorrendo un flow immaginario proprio non di un testo rap ma del flusso dei loro ricordi.

Il regista è infatti proprio Spike Jonze, newyorkese fino al midollo e prodotto della comunità ebraica locale, è il regista di questo film-documentario sulla band (in realtà nata col punk e solo poi riconvertita all'hip-hop) non afroamericana più importante della storia della musica. I Beastie Boys - oltre una bomba a livello commerciale, dalla seconda metà degli anni '80 fino a tutti gli anni '90 - rappresentano uno snodo fondamentale nell'evoluzione del rap ma anche un passaggio generazionalmente obbligato per Jonze, il quale ne condivide appieno le origini etno-geografiche: anche i Beasties, infatti, sono di origini ebraiche e visceralmente connessi con la Grande mela, i suoi sobborghi e la sua storia recente; dunque, chi meglio del regista di Her ed Essere John Malkovich per raccontare quella che, fondamentalmente, è la storia di una lunghissima amicizia?

Amico dei membri della band da tanto tempo e sempre in contatto con loro lungo il corso della loro ultratrentennale carriera, Jonze gode di una posizione di assoluto privilegio per raccontare la vicenda personale e musicale dei Beastie Boys, che di fatto sono stati il risultato diretto di un rapporto praticamente fraterno tra i tre membri del collettivo, forti di un'amicizia di oltre quarant'anni.

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 5 maggio 2020
Emanuele Sacchi
Film TV

Il documentario musicale è da tempo afflitto da una malattia grave: l'adesione a un cliché facile, redditizio, ma mortifero sul piano della creatività e della libertà artistica. Per semplicità lo si chiama metodo delle "teste parlanti", in cui interviste a diversi soggetti vengono articolate dal montaggio in una sequenza tesa a costruire così una narrazione coerente e spesso enfatica.

NEWS
OVERVIEW
sabato 4 aprile 2020
Giorgio Crico

Il regista fa salire sul palco i due componenti rimasti, immergendoli in un racconto senza filtri. Dal 24 aprile su AppleTV+. Vai all'articolo »

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