Titolo originale | Sangre en la boca |
Titolo internazionale | Tiger, Blood in the Mouth |
Anno | 2017 |
Genere | Drammatico, Sportivo, |
Produzione | Italia, Argentina |
Durata | 97 minuti |
Regia di | Hernàn Belòn |
Attori | Leonardo Sbaraglia, Eva De Dominici, Erica Banchi, Osmar Núñez, Claudio Rissi Benicio Mutti Spinetta, Camila Zolezzi, Aldo Onofri, Richard Wagener, Diego Chaves, Érica Farías, Pablo Paoliello, Osvaldo Príncipi, Erica Banchi, Osmar Núñez, Marcelo Pitrola, Ana Laura Pérez, Macarena Spinelli, Grace Spinelli, Pablo Ini, Lucila Németh, Juana Echarte, Martina Nicole Del Valle, Victoria Bianca Del Valle. |
Uscita | giovedì 8 agosto 2019 |
Distribuzione | Cinedea srl |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,48 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 6 agosto 2019
Un film sul corpo e sul piacere incontrollato che in esso risiede. In Italia al Box Office Sangue nella bocca ha incassato nelle prime 7 settimane di programmazione 1,5 mila euro e 787 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO NÌ
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Ramòn Alvia è un pugile professionista di Buenos Aires, quarantenne e padre di famiglia, ritiratosi dopo aver vinto l'ennesimo titolo. L'incontro con Débora, giovane pugile colombiana che si allena nella sua palestra, stravolge drasticamente la sua vita: coinvolto in una torrida relazione, Ramòn ritrova le energie per tornare sul ring e lascia la famiglia. Uscito ancora una volta vincitore da un incontro, Ramòn, che nel frattempo ha cominciato ad allenare Débora e non sa più fare a meno della ragazza, accetta di combattere un'ultima volta per il titolo, sicuro di vincere di fronte alla donna di cui è tragicamente innamorato.
Sangue nella bocca è una coproduzione italo-argentina che racconta la parabola autodistruttiva di un uomo accecato dall'esuberanza fisica e travolto da un amore troppo intenso per durare.
La vicenda del pugile sul viale del tramonto, convinto contro ogni buon senso di poter ancora combattere, è un cliché del cinema sportivo, che ha proprio nella boxe la sua disciplina prediletta. Ramòn Alvia, interpretato dall'attore argentino Leonardo Sbaraglia (recentemente visto anche in Dolor y gloria di Almodóvar), è un classico antieroe che cocciutamente va incontro alla propria fine, come un attore a fine carriera incapace di rinunciare al palcoscenico: le ferite in volto, il corpo forte ma appesantito, la violenza che sfoga nei combattimenti e nel sesso sono i segnali di anima autodistruttiva che non cerca redenzione. La sua amante Débora (l'attrice e modella argentina Eva De Dominici, non proprio credibile come pugile) è il suo perfetto contraltare: aggressiva, rabbiosa, passionale.
Il regista Hernán Belón mette in scena la relazione fra i due personaggi come una irresistibile discesa agli inferi, con scene di sesso girate in una penombra da noir patinato e con confronti verbali aggressivi, come se le parole fossero superflue. Nulla da spiegare, nulla da approfondire: in Il sangue in bocca a contare è semplicemente il percorso segnato del protagonista, l'ingresso, nella vita come sul ring, in quella solitudine che attanaglia ogni performer, attore o pugile che sia.
Nessun personaggio è veramente approfondito, né Ramòn nella sua smania di combattere (sul ring, in famiglia, a letto, per strada, ovunque), né la misteriosa Débora, segnata da un passato doloroso che ne giustifica la rabbia (nemmeno fosse la Maggie di Million Dollar Baby), né, ancora, la moglie di Ramòn, che sparisce progressivamente dopo aver implorato il marito di non ferirla, o i personaggi di contorno, che riprendono il solito sottobosco fatto di allenatori comprensivi e faccendieri corrotti.
In Il sangue alla bocca tutto è funzionale all'idea stereotipata della boxe come metafora della vita e delle sue sconfitte, compreso lo stile di Belón votato a un realismo sporco che nemmeno saprebbe cosa farsene della malinconia con cui il cinema, da capolavori come Città amara o Toro scatenato a film più modesti ma filologicamente corretti come Homeboy, ha solitamente raccontato la fragilità che ogni combattente nasconde dietro la violenza dei suoi pugni.
Ramón (Leonardo Sbaraglia, l'interprete dolentissimo dell'ex di Antonio Banderas in Dolor y gloria) è un ex campione di pugilato con moglie, due figli e una fame di combattimento nient'affatto sopita. In Déborah, giovane boxeuse, trova la rivale che cercava, non tanto sul ring quanto fra le lenzuola: tra pugni e coiti, Ramón perde la testa ma ritrova la grinta.