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Rassegna stampa di Augusto Tretti

Augusto Tretti è un attore italiano, regista, scrittore, sceneggiatore, fotografo, scenografo, è nato il 19 giugno 1924 a Verona (Italia) ed è morto il 7 giugno 2013 all'età di 89 anni a Verona (Italia).

GIAN PIERO BRUNETTA

Con una filmografia di quattro titoli in trent'anni (La legge della tromba, II potere, Alcool e Mediatori e carrozze) Augusto Tretti costituisce forse il caso più anomalo ed estremo di autore invisibile la cui opera da subito diventa oggetto di culto, e lo promuove a profeta ideale del cinema indipendente dei decenni successivi. Inizia a girare il suo primo lungometraggio a 35 mm nel 1957 e lo termina nel 1960. Dopo le stroncature unanimi dei critici di provincia, inorriditi per la povertà dei mezzi, l'apparente dilettantismo della regia, trova a Roma un consistente gruppo di ammiratori-sostenitori. Il primo è Alberto Moravia. Poi, in ordine sparso, Fellini, Antonioni, Maselli e Zurlini, Zavattini e Flaiano. «La legge della tromba ci fa ringiovanire - ha scritto Zavattini - Contiene infatti gli estri, un po' anarchici, il salutare bisogno di nuovo, di diverso, e anche gli errori della giovinezza». «È il film più strabiliante che abbia mai visto» gli fa eco Florestano Vancini. E Flaiano: «È una piccola lezione di cui ammiro il candore e l'astuzia». Fortini, non a caso traduttore e interprete dell'opera di Bertolt Brecht, ne coglie lo spirito brechtiano fino a quel momento assente nel cinema nazionale: «Quelle che possono sembrare le debolezze del film sono invece la sua forza: quel che di smarrito, di disperso, di scucito. L'autore della Legge della tromba salta sopra le nostre teste e sopra quelle del pubblico viziato, ritrova lo stupore delle verità elementari. Se la parola poesia è troppo grossa, sceglietene un'altra». Il film è preso da Goffredo Lombardo che ne organizza una prima pubblica a Milano che viene disertata dal pubblico. Dopo sei giorni di vita La legge della tromba esce per sempre dai circuiti commerciali. All'epoca è pressoché impossibile per il pubblico apprezzare il tentativo di applicazione della lezione brechtiana al cinema, di ammirare l'originalità dell'uso del sonoro in funzione espressiva, di capire la recitazione non naturalistica o meglio la rinuncia alla recitazione da parte degli attori non professionisti, di accettare il ricorso continuo alle didascalie, la lentezza del ritmo, l'accelerazione dei movimenti dei personaggi... Più fortuna avrà Il potere, film a tesi, in cui il registro del grottesco, che unificava l'opera precedente, si alterna ad altri livelli stilistici per mostrare come si manifestino la violenza e i sistemi di oppressione nel corso della storia contro tutte le forme di opposizione. La struttura composita del film in cui si mescolano materiali documentari, canzoni, didascalie, cartelli in funzione di un cinema epico-didattico non raggiunge la misura desiderata e la critica (salvo alcune eccezioni) continua ad accusarlo di goliardia e dilettantismo. I suoi due film successivi non sono più fatti per il circuito delle sale. Alcool è un prodotto ibrido (film inchiesta-documentario didattico) realizzato per conto della provincia di Milano.

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