Unico italiano in competizione Io e il secco di Gianluca Santoni, chiude One Life Anthony Hopkins. Dal 18 ottobre.
di Paola Casella
Se la Festa del cinema di Roma ha riempito fino all’orlo il cartellone di titoli italiani, la ventunesima edizione (dal 18 al 29 ottobre) di Alice nella città, la sezione dedicata ai ragazzi nel quadro della kermesse romana diretta da Fabia Bettini e Gianluca Giannelli, allarga lo sguardo verso le cinematografie di molti altri Paesi, fino a raggiungere il lontano Giappone dal quale proviene la vera chicca della selezione (condivisa con la Festa), ovvero l’ultimo capolavoro di animazione di Hayao Miyazaki, Il ragazzo e l’airone: uno dei pochi titoli ad avere ottenuto sull’aggregatore critico Rotten Tomatoes il punteggio pieno di 100% pomodori rossi, sulla base di oltre una cinquantina di recensioni.
Le caratteristiche di questa edizione sono il gran numero di opere prime e la forte presenza femminile, sia dietro la cinepresa che al centro dei racconti. A farla da padrone ancora una volta è l’adolescenza con tutte le sue problematiche, e i temi della liberà individuale e del bisogno di rimanere attaccati alla libertà senza mentire, soprattutto a se stessi, restano centrali.
IL CONCORSO
Ricco di sguardi internazionali e di opere prime, il concorso vede un unico film italiano in gara, Io e il secco di Gianluca Santoni con Barbara Ronchi, Andrea Lattanzi e Andrea Sartoretti, storia di un bambino che ingaggia quello che lui crede essere un killer per difendere la madre dalla violenza paterna. Dalla sezione Un Certain Regard del festival di Cannes arrivano il film di apertura How To Have Sex della regista non binaria Molly Manning Walker, anch’esso un’opera prima, miglior film della sezione francese, che racconta la vacanza sfrenata di tre ragazze in pien ricerca della propria identità, e The New Boy del regista aborigeno australiano Warwick Thornton (già autore del bellissimo Sweet Country) che vede protagonista un “bambino selvaggio” trapiantato in un orfanotrofio cattolico del 1940 dove regna la madre superiora interpretata da Cate Blanchett.
Altre opere prime in gara sono Excursion della regista serba Una Gunjak, con una straordinaria giovane protagonista intenta a cercare le attenzioni di un ragazzo e la popolarità fra i compagni di scuola attraverso una (falsa) reputazione da ragazza facile (ma qui non siamo in una commedia alla Easy-A); lo svizzero francese Rivière di Hugues Hariche, coming of age di una ragazza ribelle; e The Other Son del regista colombiano Juan Sebastian Quebrada, in bilico fra desiderio di libertà e disperazione.
Sempre adolescente inquieta è la protagonista sedicenne di Alemania della regista argentina Maria Zanetti, con una sorella affetta da una malattia mentale che fagocita l’attenzione dei genitori e la priva del diritto di mettersi al centro della propria esistenza da teenager. E l’adolescenza è ancora al centro di Lonely dell’italo-svizzero Michele Pennetta, protagonisti due amici uniti dallo stesso amore per la musica; mentre le incertezze della fase prepuberale sono al centro di Clenched Fist del regista belga Vivian Goffette, e i connazionali Stéphane Vuillet e Stéphan Xhroue vedono al cuore del loro film drammatico Katika Bluu un ex bambino soldato congolese.