Bravi e coraggiosi, Cody e Reitman ci immergono in una storia di emancipazione. Un vettore positivo di cui essere grati. Recensione di Paola Casella, legge Desirée Giorgetti.
di A cura della redazione
Marlo ha più di quarant'anni, due figli e un terzo in arrivo, e non ne può più. Il fratello le regala una nanny notturna. Inizialmente Marlo rifiuta, ma poi comincia a gradire l'aiuto di quella ragazza piena di energia che le ricorda com'era prima delle tre gravidanze.
Tully è la terza collaborazione fra Diablo Cody e il regista Jason Reitman, dopo Juno e Young Adult.
Un filo rosso collega i tre i film: la rappresentazione di un femminile che sfida il politically correct. Diablo Cody espone le contraddizioni dell'essere donna cercando di smarcarsi dalle aspettative socioculturali.
Da un lato il film mostra una genuina empatia per ogni donna che ha avuto a che fare con la fatica della maternità, dall'altro non sgrava la protagonista dalla necessità di adeguarsi alle aspettative tradizionali del ruolo materno. Ma il passo avanti compiuto da Tully è comunque un vettore positivo di cui essere grati.
In occasione dell'uscita al cinema di Tully (guarda la video recensione), in sala dal 28 giugno, Desirée Giorgetti interpreta la recensione di Paola Casella.