Advertisement
Ken Loach rifiuta il premio del Torino Film Festival

Il motivo è la solidarietà ai lavoratori dei servizi di pulizia del Museo
di Annalice Furfari

In foto il regista britannico Ken Loach
Ken Loach (88 anni) 17 giugno 1936, Nuneaton (Gran Bretagna) - Gemelli.

giovedì 22 novembre 2012 - News

Non sempre le denunce sul grande schermo corrispondono a quelle attuate nella realtà. Non è questo il caso del regista britannico Ken Loach, che, da una vita, dà voce a chi voce non ne ha: immigrati clandestini, disoccupati, proletari, lavoratori oppressi, sfruttati e sotto pagati, privati dei diritti fondamentali. È per loro che il regista ha deciso di rifiutare il premio assegnatogli dal Torino Film Festival, che si aprirà domani. Lunedì prossimo Loach si sarebbe dovuto recare alla kermesse per ritirare il Gran Premio Torino, conferito ogni anno ai cineasti che hanno contribuito al rinnovamento del linguaggio cinematografico contemporaneo. In questa trentesima edizione del festival si era pensato a Ettore Scola e Loach. Quest'ultimo, però, ha declinato l'invito e anche la proiezione del suo ultimo film, La parte degli angeli, è stata annullata, pur essendo uno degli eventi di punta della rassegna. Il motivo è la solidarietà del regista ai lavoratori della Cooperativa Rear, che ha vinto l'appalto per l'esternalizzazione dei servizi di pulizia e sicurezza del Museo Nazionale del Cinema di Torino. Questi lavoratori hanno, infatti, demandato al regista un atto di coerenza con il proprio cinema. Gesto che è prontamente arrivato, con una dura presa di posizione nei confronti del festival.

È lo stesso Loach a spiegare le sue ragioni in un comunicato diffuso alla stampa. «È con grande dispiacere - scrive il regista - che mi trovo costretto a rifiutare il premio che mi è stato assegnato dal Torino Film Festival, un premio che sarei stato onorato di ricevere, per me e per tutti coloro che hanno lavorato ai nostri film. I festival hanno l'importante funzione di promuovere la cinematografia europea e mondiale e Torino ha un'eccellente reputazione, avendo contribuito in modo evidente a stimolare l'amore e la passione per il cinema».

«Tuttavia - argomenta Loach - c'è un grave problema, ossia la questione dell'esternalizzazione dei servizi che vengono svolti dai lavoratori con i salari più bassi. Come sempre, il motivo è il risparmio di denaro: la ditta che ottiene l'appalto riduce i salari e taglia il personale. Il fatto che ciò avvenga in tutta Europa non rende questa pratica accettabile. A Torino sono stati esternalizzati alla Cooperativa Rear i servizi di pulizia e sicurezza del Museo Nazionale del Cinema. Dopo un taglio degli stipendi, i lavoratori hanno denunciato intimidazioni e maltrattamenti. Diverse persone sono state licenziate. I lavoratori più mal pagati, quelli più vulnerabili, hanno perso il posto di lavoro per essersi opposti a un taglio salariale».

«In questa situazione - continua il regista - l'organizzazione che appalta i servizi non può chiudere gli occhi, ma deve assumersi la responsabilità delle persone che lavorano per lei, anche se queste sono impiegate da una ditta esterna. Mi aspetterei che il Museo dialogasse con i lavoratori e i loro sindacati, garantisse la riassunzione dei lavoratori licenziati e ripensasse la propria politica di esternalizzazione. Non è giusto che i più poveri debbano pagare il prezzo di una crisi economica di cui non sono responsabili».

«Abbiamo realizzato un film - conclude Loach - dedicato proprio a questo argomento, Bread and Roses. Come potrei non rispondere a una richiesta di solidarietà da parte di lavoratori che sono stati licenziati per essersi battuti per i propri diritti? Accettare il premio e limitarmi a qualche commento critico sarebbe un comportamento debole e ipocrita. Non possiamo dire una cosa sullo schermo e poi tradirla con le nostre azioni».

A non comprendere il comportamento del regista britannico è il direttore del Museo Nazionale del Cinema Alberto Barbera, che ha risposto a Loach dichiarando di essere a conoscenza dei dubbi del regista e di avergli fornito tutti i documenti necessari a convincerlo della correttezza del Museo. «Gli ho fornito personalmente - afferma Barbera - tutti gli elementi per capire che stava prendendo una cantonata. Noi non c'entriamo nulla con le questioni salariali della Rear. Testone, scorretto nei nostri confronti, non ha voluto ammettere che era stato mal informato. Un conto è la coerenza con i propri ideali di difesa dei diritti dei lavoratori, un altro è buttare in pasto ai giornali una questione pretestuosa, alimentata da un sindacato di base con cui non abbiamo rapporti. Loach è un professionista che stimo e frequento da quindici anni e che stavolta sta cocciutamente sbagliando tutto, comportandosi con una rigidità assurdamente trotskista».

Prontamente è arrivata anche la risposta degli organizzatori del festival, che si tirano fuori dalla questione: «Il Museo - spiegano - non può essere ritenuto responsabile dei comportamenti di terzi, né direttamente né indirettamente. Di conseguenza, non sarebbe in alcun modo legittimato a intervenire nel merito di rapporti di lavoro fra i soci di una cooperativa esterna e la loro stessa società».

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati