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Cannes e il Nord Europa, tra soap opera e sangue

E oggi tocca a Paolo Sorrentino con This must be the place.
di Ilaria Ravarino

Il red carpet di La piel que habito.

venerdì 20 maggio 2011 - News

Von Trier chiede perdono per le esternazioni filonaziste, ma non rinuncia al suo party in spiaggia. Il Presidente del Festival lo abbraccia sul tappeto rosso, poi prende atto delle scuse e 24 ore dopo lo espelle dal concorso. Anzi, dal concorso no, perché «la giuria è la giuria, giudica i film e non le persone», quindi il film di Lars resta in competizione ma Lars no, condannato all'esilio dalle passerelle provenzali a tempo indeterminato. Nessuno, però, gli impedisce di incontrare i giornalisti, cui affida volentieri la sua versione della storia: «Quello che ho detto è completamente stupido, ma sono stato frainteso. Intendevo dire che capisco lo stato d'animo provato da Hitler nel bunker, non che vorrei fare quel che Hitler ha fatto. Sarò pure un piccolo superbo, ma non sono Mel Gibson». E per 48 ore non si parla d'altro, giornalisti, intellettuali, direttori di festival e offesi da ogni parte del mondo a disquisire del Von Trier pensiero: qualsiasi cosa si pensi di lui, il regista danese ha realizzato a Cannes un sogno. Quello di ogni egocentrico. Fuori dalla soap opera danese il concorso ieri ha proseguito il suo cammino nel segno del genere, dopo giorni immolati alla filosofia, alla spiritualità, alla creazione (o distruzione) del mondo: ha aperto giovedì la competizione Pedro Almodovar con il quasi thriller La pelle che abito, poi Takashi Miike con l'action poetico in 3D Hara-Kiri: death of a samuraì, e infine Drive di Nicolas Winding Refn, danese come Von Trier, considerato il Tarantino del Nord Europa e applaudito a furor di popolo con un film pieno di ritmo, di sangue e di scorretto umorismo gore. Un successo la masterclass di Malcolm McDowell, l'Alex di Arancia Meccanica a Cannes per festeggiare i 40 anni del film: «Oggi guardo a quel film come a un vecchio amico molto caro – ha detto – ma rispetto a quella pagina della mia vita mi sento molto libero, del tutto in pace. Il personaggio di Alex non mi ha mai divorato: è stato una pagina essenziale della mia carriera, non l'unica». Sul fronte del glamour, escluso il bagno di sole in bikini di Elisabetta Canalis ospite dello yacht Cavalli e orfana d'accompagnatore (segno di crisi di coppia, mormorano i tabloid), la pagina rosa è stata tutta per il party benefico dell'Amfar: video messaggio di Elton John e tra i tanti ospiti anche Paolo Sorrentino, in concorso oggi con This must be the place, che in attesa di sciogliere la lingua sul suo film smaltisce l'entusiasmo per l'entrata in Champions dell'amato Napoli. In competizione nello stesso giorno anche il turco Nuri Bilge Ceylan, con Bir Zamanlar Anadolu'da: titolo ostico per un film carico d'aspettative, figlio di un regista-pupillo di Cannes in Croisette per replicare il premio alla regia, ricevuto un paio di anni fa con Three Monkeys.

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