Grazie dei fior, fra tutti gli altri li ho riconosciuti...

Vola colomba bianca vola, diglielo tu che tornerò...

Un giorno di maggio che dirvi non so un dì paperino col babbo passò...

Son qui fra le tue braccia amor, avvinta come l'edera...

Questa era Nilla Pizzi, questa era l'Italia. I padri e i nonni sono impazziti per lei. "Regina della canzone" non era una didascalia appiccicata, non era un modo di dire. Era la realtà, semplicemente. Aveva allora, anni Cinquanta, una popolarità pressoché esclusiva, una popolarità che le cantanti di queste epoche si dividono in dieci o in cento. Non rinuncio a qualcosa di personale, doppiamente. Così come per Tiberio Mitri, altro eroe italiano, di cui ho ricordato un incontro in un ristorante romano poco prima che morisse, della Pizzi rilevo il giorno e il mese della nascita, 16 aprile, la stessa mia data (e di Ratzinger), e quella volta che un amico della mia famiglia, la portò nella gioielleria di mio padre accompagnata da Achille Togliani, idoli rispettivi di mio padre e di mia madre. C'era una fotografia con tutti e quattro, che rimase in una barocca cornice di Boggiali, in vetrina, fino a quando il negozio venne chiuso.
Nilla era un'emiliana di enorme simpatia. Un po' alla Iva Zanicchi, la donna domestica che ce l'ha fatta, in un campo particolare certo, importante. Comunque "cantante" è riduttivo. Il "Filmlexicon degli autori, e delle opere", che fa testo, scrive: "Pizzi, Nilla (Adonilla). Nata a S. Agata Bolognese il 16 aprile 1919. Dopo aver preso parte a un concorso radiofonico, esordì come cantante di musica leggera nel 1943, raggiungendo una vasta popolarità nel periodo 1950-'55, quando faceva parte dell'orchestra Angelini. È apparsa in numerosi film, per lo più di carattere musicale, anche da protagonista, e in numerosi spettacoli televisivi. Successivamente si è trasferita in America dove ha aperto un locale ad Acapulco".
Dunque la Pizzi, anche attrice. E i film non sono pochi, sono diciotto. Si può citare il suo esordio, Il microfono è vostro, di Giuseppe Bennati. Racconta la vicenda di una ragazza di buona famiglia che, scelta come cantante di un complesso, non vuole farlo sapere al fidanzato. Il film è del 1951, e cavalcava l'enorme successo che la Pizzi aveva ottenuto vincendo il primo Festival di Sanremo, con "Grazie dei fior", appunto.
Qualche informazione... utile: l'anno dopo tutto il podio è suo, tre su tre ("Vola colomba", "Papaveri e papere" e "Una donna prega"). Ma c'è di più, nel '52 vince, lei bolognese, la prima edizione del festival della Canzone napoletana, con "Desiderio 'e sole". Un paradosso che i napoletani potevano concedere soltanto a lei. Da allora Nilla è stata, come detto, un unicum. Negli spettacoli dal vivo, nelle riviste, nelle apparizioni televisive, tutto girava intorno a lei. Decennio dopo decennio. Voglio ricordarla in una performance magnifica, quando, col Quartetto Cetra, fece "I tre moschettieri". Aveva il ruolo della regina (naturalmente) che deve difendersi dagli intrighi del perfido Richelieu. Disperata, seduta sul letto cantava: "Son qui affranta dal dolor, che piango sulla federa...".
Una delle ultime apparizioni della cantante-attrice è del novembre del 2009, nel programma Domenica cinque. A novant'anni aveva ancora voglia di cantare, e di scherzare.