Advertisement
I Presidenti

Per Hollywood gli eroi americani sono sacri e vanno divulgati.
di Pino Farinotti


lunedì 13 dicembre 2010 - Focus

I due presidenti racconta dell'amicizia, personale e politica di un Presidente e di un primo ministro che hanno profondamente inciso sulla vita di tutti. Usa e Inghilterra. Democratico e laburista. È verosimile che Clinton e Blair si siano attratti, proprio per le cosiddette affinità elettive. Uno democratico, l'altro laburista, dunque affini, e poi tutto il resto per terminare con le comuni attitudini umane. Un breve quadro dei due: reale, non di fiction. Bill Clinton è certamente stato un ottimo presidente. Secondo una formula americana, concisa e impietosa i Presidenti vengono giudicati rispetto a questi aggettivi: attivo-passivo, positivo-negativo. Clinton, nelle sue due amministrazioni (1993-2001) è certamente stato attivo-positivo. Se dobbiamo rappresentare in un'unica espressione i mandati del Presidente non si può non evocare la storica immagine di Clinton soddisfatto, che letteralmente contiene in un abbraccio Rabin e Arafat che si stringono la mano nel settembre del 1993.
Nel suo decennale mandato (1997-2007) Tony Blair, se è legittimo applicargli i "quattro aggettivi", è certamente stato molto attivo ma non sempre positivo. Si è presentato al mondo col famoso programma della "terza via", una mediazione fra il liberismo della destra e la via assistenziale della sinistra ma, cammin facendo, è stato accusato di non essersi applicato col dovuto impegno ai tradizionali valori laburisti, come la distribuzione della ricchezza. Inoltre, è notorio, è inciampato negli affair guerre mediorientali, per il suo interventismo, anche in virtù della sua ... "amicizia americana".

In chiave di fiction rimando l'utente alla recensione dei Due presidenti di Marianna Cappi. Mentre in chiave storica mi piace ricordare l'applicazione del cinema verso primi ministri e presidenti. L'essenziale o poco più, naturalmente. I Presidenti prevalgono, perché il cinema Usa, dunque Hollywood, è in automatico prevalente. Un grande Primo ministro, Winston Churchill, non poteva non essere visitato dal cinema. Ricordo una produzione televisiva del 2002 The Gathering Storm, con Albert Finney nei panni del politico. E poi le recentissima Guerra di Churchill, con Brendan Gleeson. Altri eroi inglesi, come Nelson e Wellington sono stati evocati nei film, ma mai con opere mirate e complete.
Ma per Hollywood gli eroi americani sono sacri e vanno divulgati, che si tratti di musicisti, generali o, appunto, presidenti.

Il più "filmato" è Lincoln. Titoli interamente dedicati, con attori come Henry Fonda, Raymond Massey e Gregory Peck. E poi decine di camei, come guest star. Solo guest star, mai protagonista, ed è singolare, è stato Washington, in tanti film. James Ivory ha dedicato un film ambizioso, Jefferson in Paris, a Thomas Jefferson, nella sua fase parigina, prima che fosse uno degli estensori della Costituzione, e terzo presidente degli Stati Uniti. Ulisse Grant è una presenza assidua, anche lui come "guest" in tanti film western. Risalendo nei secoli nel 1944 Alexander Knox ha dato corpo e volto a Woodrow Wilson in Wilson, appunto. Un grande presidente che pur trovandosi a gestire la Prima guerra mondiale trovò il tempo di fondare la Società delle Nazioni. Un altro gigante, Franklin Delano Roosevelt è stato a sua volta guest, e quante volte, e protagonista di una fiction neppure memorabile. Anche Eisenhower ha ottenuto "solo" una fiction, Ike, con Robert Duvall, che raccontava il generale comandante assoluto degli Alleati, ma non il presidente. John Kennedy è stato modello perfetto per il cinema. Sono centinaia i documentari e le docu-fiction. Uno dei punti decisivi della sua campagna elettorale fu quello di accreditarsi come eroe di guerra. John era stato comandante di una unità di attacco nel Pacifico meridionale. L'unità venne affondata e John riuscì a salvare l'equipaggio prima di se stesso. Non mancò il film relativo, P.T posto di combattimento. Il protagonista era Kliff Robertson. Correva l'anno 1963. Il Presidente ebbe il tempo di vedere il film pochi giorni prima di quel tragico 22 novembre. Sono ricordabili anche un'epica tragica come J.F.K, dove Oliver Stone, che si accreditava ormai come storico americano, decifra l'assassinio del presidente, e poi un'epica eroica come Thirteen Days, la soluzione della crisi di Cuba, firmato da Donaldson. E siamo all'era recente. Un altro protagonista "filmabile" è stato Nixon, presidente certo attivo, ma non positivo, tanto da essere estromesso dalla carica. Se ne occupa sempre Stone in Nixon - Gli intrighi del potere, con Anthony Hopkins nel ruolo di quel dolente personaggio. Anche Ron Howard racconta Nixon (Frank Langella) nel celebre faccia a faccia col giornalista Frost, in Frost/Nixon – Il duello.
E siamo ormai nel contemporaneo, nel 2008. E ancora una volta Stone, in quello stesso anno, distrugge l'immagine di George W Bush (figlio), facendone un cretino pericoloso in W., appunto. Nel 2011 Scorsese presenterà il suo The Rise of Theodore Roosevelt. Anche quel Roosevelt fu un presidente eroe (fa parte dei quattro volti del monte Rushmore, con Washington, Lincoln e Jefferson). Sarà Leonardo Di Caprio a rappresentarlo e a guidare la famosa carica sulla collina di San Juan, che determinò la vittoria Usa nella guerra ispano-americana del 1898 e l'elezione a presidente del cavaliere leggendario Theodore.

Obama
Un altro Presidente-attore non può non essere Obama. Basterà aspettare. Ma già due anni fa, alla sua elezione, qui in MYmovies è stata scritto il trattamento preventivo.

"...L'assunto sarebbe dunque che Obama, politico, istituzione, carne e ossa, estetica, è troppo perfetto per essere vero, non può esistere: è il disegno di una striscia o un eroe da play station, ma soprattutto una fiction, un film. Il più grande dei film. Se a determinare personaggio e destino di quell'uomo ci si fosse messo uno staff di creativi, meglio, di autori veri, ispirati come poeti ispirati, ebbene non avrebbe potuto inventare e prevedere una vicenda più esatta e perfetta: la leggenda del messia firmato, firmata dal pool di nuovi evangelisti laici.
Dunque lo staff si è riunito nel 1961, in qualche parte della terra o del cielo e ha predisposto una scheda. Obama avrà colore scuro naturalmente, ma non troppo scuro, si chiamerà (anche) Hussein, sarà un segnale, un'insinuazione all'Islam. Ma quel nome potrebbe non essere gradito in America; ma no sarà un altro segnale creativo di discontinuità, piacerà ai progressisti e servirà per battere Hillary, che è sì una democratica, ma convenzionale, conservatrice. L'uomo assomiglierà, anche fisicamente, a Sidney Poitier quando fa Indovina chi viene a cena. Poitier, bello e aitante, primo divo e primo premio Oscar (protagonista) di colore e grande simbolo del sentimento antirazzista negli anni Sessanta, quelli di Luther King. Il futuro Presidente avrà una famiglia etnica, non una ma due generazioni prima. Ci vuole una nonna etnica, sarà collocata alle Hawaii, con Barack bambino eccetera, ed è opportuno che muoia in un momento utile, proprio sotto l'election day, e sarà il nipote triste a darne notizia: approvato. La moglie deve essere omologa di Barack, alta quasi come il marito, facciamo 7 cm. di meno, in modo che la testa dell'uomo sopravanzi quella della moglie ma non di molto. Michelle sarà moderatamente aggressiva, al fianco del marito, non dietro. Le bambine saranno, naturalmente, molto belle, educate, figlie perfette di genitori perfetti. Occorre ricordarsi di mostrare un piccolo dettaglio intimo, un educato promemoria sessuale, il torso nudo magari. Una piccola azione domestica? Una passata di colore a una parete? Non è un gran che ma può servire per un certo target. Gli abbiamo dato Hussein, diamogli anche la Bibbia, che sia enfatizzata nel giuramento, che sia quella di Lincoln, e che ricordi, Barack, di pronunciare la parola "Dio" almeno due volte. I discorsi naturalmente saranno curati, saranno perfetti, un assoluto. Ideale, attitudine pragmatica e romantica, affabulazione: Kennedy, Roosevelt, Lincoln e Washington riuniti. E quando verrà il grande momento, la prima azione quale sarà se non quella attesa da tutto il mondo progressista e intelligente, se non Guantanamo cancellata? E la seconda e la terza non potranno che essere, sempre in virtù dei progressisti intelligenti, i fondi per gli aborti e l'autorizzazione alle staminali. Conosciamo questa parte del progetto, fin qui il film ha funzionato. La premessa è finita. Adesso c'è il mondo, sappiamo. Adesso subentra il reale. Ci sono le guerre, le differenze, le economie dell'est, i criminali, i poveri, i trust, gli avversari, i nemici. Il pubblico rimarrà nella sala ad assistere al secondo tempo oppure uscirà e il biglietto verrà rimborsato?... "

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati