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Venerdì 13: ritorno a Crystal Lake

A quasi tre decenni di distanza Marcus Nispel dirige il reboot del celebre horror di Sean S. Cunningham.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

La nascita di Jason Voorhees

giovedì 12 febbraio 2009 - Approfondimenti

La nascita di Jason Voorhees
Sebbene oggi sia considerato da molti l'horror che per eccellenza ha influenzato il cinema di genere, quando Venerdì 13 uscì nel 1980 la critica lo stroncò rapidamente classificandolo come un piccolo film di serie-b che non avrebbe fatto tanto strada fuori dai drive-in in cui veniva proiettato. Nel dare vita a Pamela e Jason Voorhees lo sceneggiatore Victor Miller si era ispirato al modello dell'Halloween di John Carpenter e la mano dell'esperto del trucco Tom Savini, la regia e la produzione di Sean S. Cunningham e le musiche di Harry Manfredini avevano fatto il resto andando incontro al gusto degli adolescenti americani che in breve tempo elessero Venerdì 13 a uno dei più grandi successi della stagione.
A distanza di quasi tre decenni, centinaia di milioni di dollari e ben dieci sequel collezionati Jason Voorhees torna sul grande schermo nel reboot diretto da Marcus Nispel che aveva già esordito in lungo con il remake di Non aprite quella porta.
Rimettere le mani su Venerdì 13
Marcus Nispel: Quando ti trovi a riportare sullo schermo un film come Venerdì 13 ti chiedi innanzitutto perché così tanta gente lo abbia visto e rivisto più volte negli anni. In qualche modo cerchi di analizzare il fenomeno e una volta che sei giunto alle tue conclusioni provi a rimanere fedele all'idea che ti sei fatto nel rispetto dei fan e degli autori originali. Dopodiché il tuo lavoro sta nel riempire tutti i vuoti. Ricordo la prima volta che vidi il trailer di Venerdì 13. Attirò immediatamente la mia attenzione. All'epoca ero un boy scout e dopo averlo visto, insieme agli altri ragazzi, cercammo di ripetere tutte le battute dei personaggi seduti intorno al fuoco da accampamento soltanto per il gusto di spaventarci a morte. Ora che sono adulto e posso fare i film che voglio cerco di ricreare quella stessa ambientazione che tanto mi terrorizzava da bambino.
Il profilo di un villain
Derek Mears: Penso di sapere perché la gente abbia capito il personaggio di Jason e si sia appassionata a Venerdì 13. È divenuto un'icona dell'horror perché è essenzialmente una vittima e la gente può identificarsi in quello che gli è accaduto. Nessun cattivo del cinema vede se stesso come un vero villain. Sebbene Jason sia considerato un pazzo io non l'ho mai interpretato come se lo fosse. Nell'avvicinarmi al personaggio continuavo a pensare a lui come una persona che è stata maltrattata e che desidera solo essere lasciata in pace.

Mark Swift, co-sceneggiatore: Nel ritrarre Jason Voorhees abbiamo pensato a lui come a un cacciatore. In fondo si tratta di un uomo che è sopravvissuto nella foresta. Non se ne va in giro ad uccidere la gente solo per il gusto di farlo ma vuole proteggere il suo territorio dagli intrusi.

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