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Effedia, il cantautore è raccontato attraverso le sue stesse parole

De Andrè genio garbato.
di Gabriele Niola

Un video con Fabrizio che parla in prima persona
Teresa Marchesi . Regista del film Effedià - Sulla mia cattiva strada.

mercoledì 29 ottobre 2008 - Incontri

Un video con Fabrizio che parla in prima persona
Sono due i film che al Festival Del Film di Roma celebrano Fabrizio De Andrè, uno di finzione e uno, Effedia, in pieno stile documentaristico presentato nella sezione L'Altro Cinema. Non è destinato alle sale ma la Sony già ha un'opzione per distribuirlo in DVD.
L'autrice, Teresa Marchesi, non ha dubbi sulla "necessità" di fare un film del genere: "Le mamme dovrebbero farlo vedere ai figli perchè in quest'era abbiamo bisogno di voci come quella di Fabrizio De Andrè che ci facciano pensare".
Molte le partecipazioni importanti nel documentario che cerca di spiegare il cantante attraverso le sue stesse parole, raccolte e aggregate da moltissime interviste fattegli. Ma tra i personaggi che intervengono uno spicca per come possa sembrare fuori luogo. Si tratta di Wim Wenders, da sempre innamorato del cantautore ligure e, ha raccontato Teresa Marchesi, pronto ad aiutare a realizzare un concerto che lo ricordi o anche a girare un film su di lui.
Un viaggio nelle parole di De Andrè
In Effedia regna la parola di De Andrè, le sue interviste, i suoi pareri su se stesso e sul mondo sempre accompagnati da una sigaretta e dalle sue canzoni. Ma oltre al commento di ciò che ogni appassionato conosce il documentario introduce anche alcuni fatti assolutamente inediti.
E' la stessa Dori Ghezzi, compagna di Fabrizio De Andrè e produttrice del documentario, a spiegare che "Ci sono diverse cose notevoli che abbiamo trovato, a partire da tutte le ricerche musicali che Fabrizio ha fatto nel periodo tra gli ultimi anni '50 e i primi anni '60 assieme ad un musicoogo inglese. Cercavano e studiavano canti popolari regionali e così ci sono anche dei brani dove Fabrizio canta in piemontese o con un coro di mondine lombarde".
L'utilità di un frammento del genere è quella di capire e guardare ora in prospettiva le sue opere successive, specialmente quelle molto incentrate sui dialetti. Altra caratteristica infatti che spesso è sottolineata da chi è vicino al cantautore è la sua capacità di evolversi rimanendo uguale a se stesso, mantenendo cioè una coerenza interna e una precisa coscienza del mondo da cui proviene.
Aggiunge poi Teresa Marchesi che tra il materiale trovato "c'è un pezzo in cui, nei camerini del festival di Sanremo Fernanda Pivano cerca di convincerlo che bisogna dire a Bob Dylan che è lui ad essere il De Andrè americano e non viceversa. La cosa molto divertente è vedere Fabrizio che si schernisce!".
La vita, il lavoro e le donne
Gran parte dell'intento del documentario è sviscerare il De Andrè più intimo, come sia diventato quello che è e perchè non ce ne siano altri oggi, a partire da fatti come l'acquisto di una ditta agricola negli anni '70. Dice Dori Ghezzi, cercando di spiegare questa mossa, che all'epoca Fabrizio era convinto che non sarebbe passato alla storia e che quindi gli serviva qualcosa da lasciare ai figli.
"Quando decise di fare il contadino credeva davvero di aver detto tutto, di essere in declino e quindi di avere bisogno di altri redditi. Forse voleva avere qualche solido appiglio e non dover fare musica per vivere, in modo da farla meglio" è la spiegazione che si dà e ci dà Dori Ghezzi.
Anche il suo modo di vedere le donne non era dei più comuni e la regista, dopo aver visto tutto il materiale, ha avuto modo di farsi un'idea precisa di come la pensasse: "Aveva una buffa idea delle donne, sostiene di averle sempre idealizzate e che questa è stata la sua fortuna. Aveva rispetto dei cassetti e cassettini delle persone che gi stavano intorno, non voleva mai scoprirle fino in fondo, gli piaceva il mistero e la distanza. Forse le ha cantate così bene proprio perchè le vedeva come esseri diversi e superiori. Diceva spesso che l'aggressività è una caratteristica maschile mentre il sacrificio (sia come maternità che come prostituzione) è più una cosa tipica della donna".

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