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Chi sono i veri angeli distratti?

Arcopinto racconta lo shock della guerra in Iraq.
di Claudia Resta

Il film

venerdì 9 novembre 2007 - Incontri

Il film
Nel novembre 2004 a Fallujah si susseguono bombardamenti e massacri, con armi convenzionali e non. In questo scenario, in una casa semidistrutta s'incontrano un giovane soldato statunitense e una donna irachena cui hanno strappato marito e figli. Lo scontro tra le due culture farà comprendere ad entrambe quante siano, in realtà, le vittime della guerra. La storia è intervallata da testimonianze dirette, interviste, immagini di repertorio anche inedite e documenti di guerra, oltre alle memorie di Simona Torretta.
Gianluca Arcopinto, al suo esordio come regista nel cinema, racconta emozionato e infervorato alla stampa perché ha senso un film come questo.

Come nasce questo film?
Alla base di tutto c'è l'esperienza in Iraq dell'organizzazione "Un ponte per...", che ha raccolto non solo testimonianze dirette, ma anche articoli di giornale, immagini e tantissimo materiale. Poi, ho incontrato di persona Simona Torretta, che mi ha sollecitato ad avvicinarmi a quello che è successo a Fallujah nel 2004.

Qual è il messaggio?
Nella nostra idea, e soprattutto in quella di Simona sin dall'inizio, volevamo far rivivere i fatti, per farli conoscere a quante più persone possibili. La speranza è quella di ricavare i fondi e il sostegno necessario per finanziare e portare avanti le opere di ricostruzione nelle quali si sta impegnando "Un ponte per...".

Come avete trovato un produttore?
Dopo varie ricerche, spesso infruttuose, ci siamo incontrati con Lucky Red. Dobbiamo indubbiamente ringraziarli perché senza di loro non ce l'avremmo fatta: non hanno avuto alcun sostegno pubblico e non sono state fatte prevendite. Hanno scommesso anche su di me come regista di lungometraggi: spero di essere stato all'altezza.

Chi sono gli angeli?
La domanda va rivolta a chi guarda. Ci sono angeli che proteggono la città, c'è un demone che diventa angelo, come il soldato che salva la donna irachena, e ci sono persone a cui viene fatto credere di poter essere angeli, come i soldati che vengono mandati al fronte dagli USA.

C'è un messaggio politico?
Credo che finanziare la missione di ricostruzione in Iraq sia un motivo sufficiente per girare un film come questo. Dopodichè, certo, i quattro livelli narrativi che si mescolano dovrebbero raccontare a chi guarda che tutti, vincitori e vinti, sono vittime della guerra, senza esclusioni.

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