| Anno | 2007 |
| Genere | Docu-fiction, |
| Durata | 75 minuti |
| Regia di | Gianluca Arcopinto |
| Attori | Aran Bertetto Jones, Rabie Hamid, Aran Bertetto . |
| Uscita | venerdì 16 novembre 2007 |
| Distribuzione | Lucky Red |
| MYmonetro | 2,93 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 30 novembre 2017
Mentre su Fallujah si susseguono i bombardamenti, un soldato e una donna irachena s'incontrano all'interno di una casa distrutta. Impareranno a vicenda cosa significa guerra, pagandone il prezzo. In Italia al Box Office Angeli distratti ha incassato 9 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Fallujah, novembre 2004. Mentre nella città si susseguono bombardamenti e massacri con armi non convenzionali, in una strana stanza alienante s'incontrano un soldato americano e una donna irachena. Il soldato, sia pure scosso per l'uccisione di suoi tre compagni da parte del figlio della donna, quando la scorge non le spara. Lei è bendata, non costituisce un pericolo: i due si parlano, si minacciano, piangono, si confessano, si raccontano, si feriscono. Quando tutto sembra finito e il soldato crede di poter tornare da dove è venuto, la macchina della guerra non risparmierà nessuno dei due.
La vicenda è raccontata in modo agghiacciante, a partire dalla freddezza con cui ai militari statunitensi viene prospettato un anno di lavoro facile, paragonato al giocare ad un videogame sparatutto, sino allo scontro con la dura realtà dei fatti.
Impossibile non riflettere sui contenuti, visto che la trama di fondo è basata su episodi realmente accaduti ed è intervallata da materiale di repertorio e da interviste a Simona Torretta, ad un reduce americano pentito, ad un medico arabo che prestava servizio nell'ospedale di Fallujah in quel periodo e ad una donna irachena a cui la guerra ha ucciso i due figli.
Insomma, un docu-film, ma allo stato grezzo, non rifinito, montato e minimamente patinato quali quelli cui ci ha abituato Michael Moore, che ormai non suscitano più eccessivo scalpore, ma immagini fredde e crude, attraverso le quali siamo messi faccia a faccia con l'orrore di corpi scarnificati da armi chimiche che, in teoria, non sono mai state usate, bambini mutilati, famiglie distrutte, città fantasma.
Una lunga riflessione su chi sono i malati di mente di cui parla il protagonista, rivolgendosi alla donna irachena, e su chi siano i veri angeli distratti: si tratterà degli angeli che dovrebbero proteggere Fallujah dal cielo o dall'esercito USA in teorica missione per ristabilire la pace?
Distanti dalle umane distruzioni, invocati da resistenti e invasori. Per gli iracheni gli esseri alati formano schiere a protezione di Fallujah («dimmi americano, ora chi dirà ai bambini che stanotte gli angeli si sono distratti?»), per un marine uno di essi è incarnato dalla fidanzata alla quale scrive dal fronte. Ma di loro, nella città delle 100 moschee dopo l'attacco dell'esercito Usa, non si vedono [...] Vai alla recensione »
«Angeli distratti», un titolo quasi poetico per il film-documentario di Gianluca Arcopinto sulla storia drammatica di Falluja, una cittadina di circa 250.000 abitanti alle porte di Baghdad, quasi completamente distrutta dalle truppe americane nel novembre 2004. Il film contiene immagini sia di repertorio che inedite o poco viste finora dei bombardamenti di Falluja, dell'uso di fosforo bianco che non [...] Vai alla recensione »
Secondo una tradizione acquisita dai bambini, Falluja sarebbe protetta da un muro di angeli. In un torrido giorno dei novembre 2004 gli angeli si distraggono, e i soldati americani mettono a ferro e fuoco la città. Ispirato a una pièce teatrale - Canto per Falluja di Francesco Niccolini - e fortemente voluto dall'associazione "Un ponte per..." e dalla sua più celebre associata Simona Torretta, Angeli [...] Vai alla recensione »
Dopo aver visto due film importanti come Redacted di Brian De Palma e Nella valle di Elah di Paul Haggis, è difficile che il piccolo Angeli distratti del nostro impavido Gianluca Arcopinto non risulti schiacciato. Non ne ha colpa, ma noi siamo condizionati. Fallujah, fine 2004. L'idea è intelligente, generosa e appassionata. Si tratta di incrociare, in una formula di "docufiction", diversi elementi. [...] Vai alla recensione »
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