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Chiedi chi erano i Beatles!

La rivoluzione musicale - e non - di John Lennon e Yoko Ono nel documentario di David Leaf e John Sheinfeld che apre la sezione Orizzonti
di Pierpaolo Simone

giovedì 31 agosto 2006 - News
Completo nero e giacca di velluto, sguardo sereno e un po' preoccupato che sbircia il foglio delle interviste mattutine. MyMovies ha incontrato in esclusiva per voi David Leaf, regista e sceneggiatore del documentario The U.S. vs. John Lennon che ha aperto la sessantatreesima Mostra del cinema di Venezia nella sezione Orizzonti.

Come è nata l'idea di girare un film su John Lennon raccontando il suo ideale di pace e rivoluzione?
Sono sempre stato un fan dei Beatles e in quanto fan dei Beatles ho sempre sognato di fare un film su di loro. In particolare su John Lennon, una persona che ha avuto un ruolo importantissimo nella vita di ognuno di noi. Ciò che ha caratterizzato la vita di Lennon dopo l'esperienza con i Beatles è stato proprio il suo impegno per la pace e penso che quello che il governo degli Stati Uniti ha tentato di fargli (cercando di espellerlo per una precedente condanna per possesso di marijuana, nda) faccia parte in toto della sua esperienza artistica.

Nel documentario sembrano diramarsi due strade che solo alla fine si incontreranno: da una parte la rivoluzione culturale degli anni '60, dall'altra il "caso" John Lennon. In che modo l'esperienza dell'ex Beatles alimenta la causa della rivoluzione?
Girando il film ci siamo resi conto che era davvero essenziale che il pubblico comprendesse il contesto politico, culturale e sociale in cui si muoveva l'azione di Lennon. Ed è proprio in questo contesto che il suo impegno assume un significato ben preciso.

Col passare del tempo, dal maccartismo alla guerra in Vietnam, dalla caccia alle streghe "rosse" alla guerra in Iraq, come è cambiato il modo di respingere gli attacchi "rivoluzionari" da parte del Governo americano?
Quello che vediamo se analizziamo la storia degli Stati Uniti e le guerre che ne hanno segnato il cammino, ci accorgiamo di come tutti i presidenti abbiano sfruttato il loro potere per sopprimere la libertà d'espressione. Ci sono state vari azioni repressive sia nella guerra civile che nel secondo conflitto mondiale, per esempio l'internamento dei soldati americani di origine giapponese. Il potere, unito alla guerra, è stato utilizzato per nutrire la paura. Quello di cui bisognava aver paura erano, dicevano, i comunisti. Noi tutti dovevamo temere i comunisti, chiunque parlasse a sfavore della politica del governo era etichettato come "rosso". Ma Lennon non era comunista, era un capitalista (ride, nda)!

Si dice questo anche di Yoko Ono?
Certo. Lennon era un artista rivoluzionario che, insieme alla moglie, cercava di cambiare il mondo sfruttando la notorietà presso il grande pubblico per promuovere la sua causa. I loro Bed-In erano qualcosa di originalissimo e mai pensato prima.

"Il buio è vuoto. Quasi tutti i nostri eroi avevano torto". È un verso di Bukowski che riassume, quasi con rassegnazione, la posizione di molti intellettuali di fronte all'impossibilità di cambiare il mondo. Ma c'è un modo, secondo lei, per smuovere le coscienze?
Comprendo ciò che dice Bukowski. Ma gli eroi non avevano torto, non sono morti: sono stati assassinati! Quello che li accomuna è il coraggio che hanno avuto di parlare al potere senza preoccuparsi della loro sicurezza personale. Molti giovani mi chiedono sempre: dov'è oggi il nostro John Lennon? John Lennon è nel film, continuerà a vivere e a parlare attraverso la pellicola.

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