Habemus Papam |
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Un film di Nanni Moretti.
Con Michel Piccoli, Jerzy Stuhr, Renato Scarpa, Franco Graziosi, Camillo Milli.
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Commedia,
durata 104 min.
- Italia, Francia 2011.
- 01 Distribution
uscita venerdì 15 aprile 2011.
MYMONETRO
Habemus Papam
valutazione media:
3,73
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un richiamo evangelicodi ImmanuelFeedback: 4237 | altri commenti e recensioni di Immanuel |
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martedì 26 aprile 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Quel papa tanto umile da non sentirsi adatto al ruolo per il quale è stato chiamato sembra simboleggiare una chiesa che si riconnette al vero messaggio evangelico, e che con tanta semplicità, ma con turbamento intenso, afferma di voler riflettere sul da farsi. Con grande spirito di riflessione cerca di guardare al modo migliore con cui affacciarsi alle sfide del domani. Moretti non affresca un quadro truculento delle gerarchie vaticane, non getta uno sguardo impietoso sui vizi, sulla corruzione o sulla deliquescenza morale dei prelati. Ne costruisce una rappresentazione bonaria e placida, quasi infantile, nella fragilità e nella povertà essenziale dell'umanità di quegli uomini di potere, ridimensionati sotto una lente geriatrica, quasi da gerontocomio (i cardinali impegnati nella partita di pallavolo, nei giochi da tavolo, nel ricomporre un puzzle, desiderosi di evadere, come nella scena dei tre prelati gitanti, dalla clausura del conclave per andare in quel posto dove preparano “dei bomboloni…"). Non li ridicolizza direi, ma li esalta nel loro essere semplici e innocenti, come quando (accade), a una certa età della vita, si ritorna alle ingenuità e ai capricci dell'infanzia. Nella modestia del cardinale Melville, non bramoso di potere ma desideroso del bene per la propria istituzione e quindi capace di fare un passo indietro, c'è la volontà e il desiderio di un recupero del messaggio originario, quel messaggio apostolico accantonato da una certa Chiesa e, secondo Moretti, destinato a riproporsi perché essa stessa non si estingua, soprattutto nel futuro che si affaccia, relativistico e privo di tensioni spirituali ("todo cambia" nelle note della struggente Mercedes Sosa). Al centro c'è il travaglio dell'uomo, ma anche un profondo disagio umano, nella dimensione propriamente collettiva. Una sofferenza psichica, dunque umana, per la quale, talvolta, le cure farmacologiche o terapeutiche non offrono garanzia di guarigione. Vediamo allora i cardinali imbottiti di tranquillanti e ansiolitici (dei quali lo psicoanalista Moretti spiega la distinzione), un attore ormai sull'orlo di una crisi professionale irreversibile, osserviamo aspettative giovanili tradite nel pontefice neoeletto: avrebbe voluto fare l'attore, si ritrova a dover guidare un gregge di milioni di anime, invece "ha lui bisogno di essere guidato". Il film si conclude in modo secco e deciso, quasi freddo, con una immagine che lascia un'incognita inquietante: il balcone del papa è vuoto, ne necessita uno nuovo, la Chiesa appare, ancora, priva di una guida.
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