Habemus Papam |
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Un film di Nanni Moretti.
Con Michel Piccoli, Jerzy Stuhr, Renato Scarpa, Franco Graziosi, Camillo Milli.
continua»
Commedia,
durata 104 min.
- Italia, Francia 2011.
- 01 Distribution
uscita venerdì 15 aprile 2011.
MYMONETRO
Habemus Papam
valutazione media:
3,73
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un nuovo pontefice scappa dalle responsabilità.di Great StevenFeedback: 70013 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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sabato 25 aprile 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
HABEMUS PAPAM (IT/FR, 2011) diretto da NANNI MORETTI. Interpretato da MICHEL PICCOLI, NANNI MORETTI, RENATO SCARPA, JERZY STUHR, MARGHERITA BUY, FRANCO GRAZIOSI, DARIO CANTARELLI, CAMILLO MILLI
Improvvisamente il papa muore, e il Conclave si riunisce in Vaticano per eleggere il suo successore. Viene nominato a sorpresa il cardinale francese Melville, il quale accetta l’incarico, ma un momento prima di affacciarsi al balcone di San Pietro ha una violenta crisi di panico e sembra sul punto di rifiutare il suo nuovo ruolo. Viene convocato d’urgenza l’illustre psicoanalista Brezzi, ma dal colloquio non esce nulla di particolare, se non il grande senso d’impotenza e la desolazione deprimente in cui l’eletto riversa. Melville, deciso a non tornare sulla decisione presa, sfugge alla sorveglianza della scorta, si veste da borghese e gira per Roma alla ricerca di sé stesso. In gioventù appassionato di teatro e attore mancato, confida le sue insicurezze e inquietudini ad una psicoanalista (l’ex moglie di Brezzi) e assiste alla messinscena del Gabbiano di čechov, dove viene recuperato dal suo portavoce polacco e dalle guardie del corpo. Finalmente incontra i fedeli dal balcone della Basilica ma, contro tutte le aspettative, annuncia di non essere la persona adatta a guidare la Chiesa Cattolica e ad accompagnare l’umanità cristiana nel cammino verso la fede. Alla produzione troviamo il regista, con l’abituale Sacher, coadiuvato da Domenico Procacci, da sempre affiliato alla Fandango, e la sceneggiatura presenta i nomi di Francesco Piccolo e Federica Pontremoli. Per chi abbia visto il film dopo aver assistito all’ultimo (vero) conclave del Vaticano, ovvero dopo il 13/03/2013, l’opera appare insospettatamente profetica: l’elezione di Papa Francesco ha costituito una successione ideale e sorprendente all’analisi della figura pontificale che Habemus Papam traccia con lucidità formidabile e uno stupefacente piglio tragicomico. La sua abilità nel mescolare commedia e tragedia e nello scindere due aspetti fondamentali che un personaggio di importante levatura deve possedere in egual misura – l’investitura di una carica sublime e la sicurezza da padroneggiare nel relativo svolgimento – , gli conferiscono un’autorevolezza di tutto rispetto, ampliando il suo pessimismo di fondo con un’alternanza di toni che non dimentica nemmeno di far baluginare, seppure in lontananza, una luce di speranza. Piccoli offre un’interpretazione memorabile raggiungendo un picco di professionalità e di credibilità davvero eccellente, senza ricorrere al doppiaggio ma recitando con la sua vera voce, e il David di Donatello assegnatogli è un riconoscimento egregio e adeguato della sua mistura infallibile di pathos e sensazionale autocritica. Il copione, dal canto suo, valorizza tanto la generosità quanto la malinconia, mette in campo metafore poetiche e rimpianti esistenziali che centrano il bersaglio per la loro disarmante sincerità, e in certi casi focalizza l’attenzione su trovate pressoché perfette (nessun cardinale desidera essere eletto), ma in altri scivola in banalità assolutamente evitabili. Moretti riesce sempre meglio come regista che come attore, benché il suo personaggio rappresenti un buon esempio di commistione agrodolce fra un convinto esperto di psicologia e un conoscitore delle genuine bontà umane, ma dirigendo il suo undicesimo lungometraggio conquista un obiettivo importante e ambizioso che si distingue per la sua nobile ed elevatissima carica di attualità. Il torneo di pallavolo che vede impegnati gli uni contro gli altri i pluriottantenni cardinali, divisi per provenienza geografica, è un’idea molto divertente ed efficace, ma Moretti ci si dilunga troppo e ci marcia sopra con un eccesso di imbarazzante insistenza, mentre dimentica di approfondire il personaggio dell’ex consorte di Brezzi (una M. Buy efficiente e fuori dall’ordinario come sempre, ma troppo relegata nei bassifondi). La fotografia di Alessandro Pesci costituisce il contributo tecnico decisamente più espressivo e comunicante a livello visivo. Altri due David di Donatello sono stati vinti da Paola Bizzarri (responsabile della scenografia) e da Lina Merli Taviani (che ha curato il reparto costumi stico).
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