edward teach
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sabato 16 aprile 2011
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ma no
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La caratteristica di questo film è che tutto è pensato nei minimi dettagli, tutto significa ualcosa in relazione a un piano e a delle intenzioni espressive.Non si parla di religione, non i aprla dell' "uomo moderno" e via dicendo.E' Moretti che riflette su sé stesso sulla simpatica e ridicola follia di quando era un giovane talento e sul suo senso di inadeuatezza attuale che almeno lo spinge a riconoscere gli altri. Perdona o comprende sé stesso e finalmente si rende conto che sistono anche gli altri nonostante le insopportabili debolezze e stupidità (dato che si è eso conto di quante ne aveva anche lui). E infatti il cardiale dice "L'inferno è vuoto".Lo svizzzero che sposta le tende sta al posto del Papa e mangia i dolci proprio come Moretti mangiava la nutella dell' autocompiacimento nei vecchi filmL' attore è pazzo proprip perché è il più bravo ed è talmente bravo che non solo ricorda tutte le battute a memoria ma recita pure i suggerimenti di regia; è al centro della scena, è il perno della compagnia ed è solo un povero pazzo da manicomio.
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La caratteristica di questo film è che tutto è pensato nei minimi dettagli, tutto significa ualcosa in relazione a un piano e a delle intenzioni espressive.Non si parla di religione, non i aprla dell' "uomo moderno" e via dicendo.E' Moretti che riflette su sé stesso sulla simpatica e ridicola follia di quando era un giovane talento e sul suo senso di inadeuatezza attuale che almeno lo spinge a riconoscere gli altri. Perdona o comprende sé stesso e finalmente si rende conto che sistono anche gli altri nonostante le insopportabili debolezze e stupidità (dato che si è eso conto di quante ne aveva anche lui). E infatti il cardiale dice "L'inferno è vuoto".Lo svizzzero che sposta le tende sta al posto del Papa e mangia i dolci proprio come Moretti mangiava la nutella dell' autocompiacimento nei vecchi filmL' attore è pazzo proprip perché è il più bravo ed è talmente bravo che non solo ricorda tutte le battute a memoria ma recita pure i suggerimenti di regia; è al centro della scena, è il perno della compagnia ed è solo un povero pazzo da manicomio. Il Papa Moretti guarda sé stesso attore pazzo e ride; la gente applaude il nuovo Papa e l'attore per un attimo crede e spera che sia per sé ma(fortunatamente) capisce e applaude anche lui.Insomma è un bellissimo film e mi auguro che vinca un sacco di premi.
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gianmaria.silv
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sabato 16 aprile 2011
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ma hai visto il film?
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Prendete questo commento, fatene il complemento a uno e otterrete la recensione corretta del film.
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luca.terrinoni
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domenica 17 aprile 2011
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un minimo ci vuole
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non parlaerei di biologia, di astronautica, di cucina orientale.perché, diograzia, tutti pensano di poter parlare di calcio e di cinema? (non è in discussione il diritto di esprimeresi, è in questione il rispetto nella comunicazione)parlare di "scene abbozzate, spesso casuali" non fa onore alla tua competenza. sai di movimenti di macchina, di raccordi, di fotografia, di tecnica dei primi piani? il gusto è libero, ma se sparo a caso ti prendi le tue responsabilità e non fai una gran figura.
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pinguente
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mercoledì 20 aprile 2011
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delusione
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Concordo con Tudor. Film con un soggetto interessante e ricco in teoria, ma sviluppato pochissimo e superficialmente nella pratica. Le scene pure io le definirei (nella mia opinione personale e NON tecnica, eh!) abbozzate e casuali non in quanto povere tecnicamente (anzi, le immagini in generale sono belle e ricche) ma in quanto spesso in-significanti per lo svolgimento della trama, fuori luogo, spesso inclini a sperare che la bellezza delle ambientazioni, dei costumi, delle luci copra le carenze della struttura narrativa, dei dialoghi, dei personaggi.
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ginspa
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lunedì 25 aprile 2011
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habemus papam: storia di una prigionia
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' Habemus papam', è la storia di un'intima prigionia alla quale il protagonista è condannato non per 'deficit di accudimento' come afferma una psicanalista, ma per un 'eccesso di accudimento', che lo farà eternamente 'bisognoso di esser condotto'.La testimonianza di questo 'eccesso di accudimento' ci viene fornita nella scena in cui l'eletto dà sfogo alla sua insofferenza di fronte alle profferte d'aiuto della proprietaria di un negozio e nella scena dell'elezione quando egli protesta contro quel Dio che incombe sopra di lui espropriandolo di affetti, pensieri, memorie. Inutilmente chi gli sta intorno cerca di riportarlo 'in vita': ogni espediente si rivela una nuova prigione. Sono prigioni la psicanalisi che dovrebbe liberarlo, la musica, il gioco, il teatro momenti solo apparenti dell'in
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' Habemus papam', è la storia di un'intima prigionia alla quale il protagonista è condannato non per 'deficit di accudimento' come afferma una psicanalista, ma per un 'eccesso di accudimento', che lo farà eternamente 'bisognoso di esser condotto'.La testimonianza di questo 'eccesso di accudimento' ci viene fornita nella scena in cui l'eletto dà sfogo alla sua insofferenza di fronte alle profferte d'aiuto della proprietaria di un negozio e nella scena dell'elezione quando egli protesta contro quel Dio che incombe sopra di lui espropriandolo di affetti, pensieri, memorie. Inutilmente chi gli sta intorno cerca di riportarlo 'in vita': ogni espediente si rivela una nuova prigione. Sono prigioni la psicanalisi che dovrebbe liberarlo, la musica, il gioco, il teatro momenti solo apparenti dell'invenzione gioiosa e della libertàPer stringere in breve formula il giudizio direi che questo film ci mostra come 'libertà' e 'obbedienza' siano i volti speculari di un identico dramma (Gino SpadonI
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lucapalazzi
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giovedì 28 aprile 2011
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il problema di Moretti è che non è mai stato un regista, nè un attore. E' stato un formidabile narciso, normalizzato lui (ormai c'ha 50 anni) è rimasto il deserto. Qui ha trovato un soggetto interessante, ma non è stao capace di renderlo ispirato, è un film abbastanza piatto. Le scene comiche non fanno abbastanza ridere, sono simpatiche ma non incidono. Le scene toccanti un pochino meglio, grazie a M.Piccoli. La parte peggiore è senz'altro quella del maestro di pallavolo, quando si mette a fare l'arbitro e parla al prete tipo fosse al bar, si tocca un punto molto profondo. Rimane comunque qualche scena carina (tipo quella dell'attore che finisce nell'ambulanza) sicuramente è un passo avanti rispetto a tutto ciò che ha seguito Caro Diario.
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il problema di Moretti è che non è mai stato un regista, nè un attore. E' stato un formidabile narciso, normalizzato lui (ormai c'ha 50 anni) è rimasto il deserto. Qui ha trovato un soggetto interessante, ma non è stao capace di renderlo ispirato, è un film abbastanza piatto. Le scene comiche non fanno abbastanza ridere, sono simpatiche ma non incidono. Le scene toccanti un pochino meglio, grazie a M.Piccoli. La parte peggiore è senz'altro quella del maestro di pallavolo, quando si mette a fare l'arbitro e parla al prete tipo fosse al bar, si tocca un punto molto profondo. Rimane comunque qualche scena carina (tipo quella dell'attore che finisce nell'ambulanza) sicuramente è un passo avanti rispetto a tutto ciò che ha seguito Caro Diario. Però le lacune penso che non siano piu' rimediabili, Moretti è ormai questo.
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gekato
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sabato 14 maggio 2011
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non è una recensione
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non è una recensione, ma è un giudizio. Non concordo nelle valutazioni: il film non è esile, tanto meno "esilissimo", anzi mi sto divertendo a rintracciare alcuni percorsi: è un film sul teatro e sulla rappresentazione, sull'essere personaggi o persone, sulla funzione e sui ruoli e quindi sulle identità. Concordo sulla prova di Michel Piccoli. La Buy gioca una parte piccola, ma anche Moretti non è un personaggio principale. Entrambi sono delle figure, che proietano ombre. Come poi il papa stesso è un'ombra, che non è lui, ma la guardia svizzera, opulenta e rilassata. E' casuale la telefonata in macchina con il "fidanzato"? E' casuale che Moretti ripeta un clichè sul modo di operare di sua moglie come terapeuta e che questo venga reificato nel colloquio? E' casuale "il gabbiano"?Può non piacere.
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non è una recensione, ma è un giudizio. Non concordo nelle valutazioni: il film non è esile, tanto meno "esilissimo", anzi mi sto divertendo a rintracciare alcuni percorsi: è un film sul teatro e sulla rappresentazione, sull'essere personaggi o persone, sulla funzione e sui ruoli e quindi sulle identità. Concordo sulla prova di Michel Piccoli. La Buy gioca una parte piccola, ma anche Moretti non è un personaggio principale. Entrambi sono delle figure, che proietano ombre. Come poi il papa stesso è un'ombra, che non è lui, ma la guardia svizzera, opulenta e rilassata. E' casuale la telefonata in macchina con il "fidanzato"? E' casuale che Moretti ripeta un clichè sul modo di operare di sua moglie come terapeuta e che questo venga reificato nel colloquio? E' casuale "il gabbiano"?Può non piacere. Ci si può trovare lontani dai temi di Moretti. Si può non entrare nel suo ritmo, ma la noia è uno stato d'animo, non una critica al film.Le scrivo con rispetto e simpatia.
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[+] hai ragione
(di miazitu)
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cris2811
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martedì 17 maggio 2011
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è brutto non capire un cazzo...
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importante è il messaggio di profonda umanità che passa. E' un ritratto fedele dell'uomo moderno. Le incertezze, la paura, il senso di inadeguatezza. bellissimo
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(di miazitu)
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tommaso battimiello
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domenica 22 maggio 2011
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concordo
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Concordo quasi al 100 con te. Davvero troppo rumore per nulla.
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patypal
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lunedì 14 novembre 2011
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il re é nudo
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il re, Nanni Moretti, é nudo e neanche sa di esserlonessuno, o pochissimi, riescono a capire cosa significhino i suoi film, ma basta pronunciare il suo nome e molti lo osanneranno.
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