Habemus Papam |
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Un film di Nanni Moretti.
Con Michel Piccoli, Jerzy Stuhr, Renato Scarpa, Franco Graziosi, Camillo Milli.
continua»
Commedia,
durata 104 min.
- Italia, Francia 2011.
- 01 Distribution
uscita venerdì 15 aprile 2011.
MYMONETRO
Habemus Papam
valutazione media:
3,73
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un Nanni Moretti redivivo, si direbbe...di Maria Cristina Nascosi SandriFeedback: 3740 | altri commenti e recensioni di Maria Cristina Nascosi Sandri |
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sabato 21 maggio 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Film di grande spessore.Un Nanni Moretti redivivo,si direbbe.Nell’ordito il Moretti di Bianca,de La messa è finita–molte e ben coglibili le citazioni da almeno quei due suoi film, tra i migliori di certo periodo, anche nella scelta dei caratteristi, gli stessi di quelle pellicole.Al di sopra delle righe, auto-celebrativo,all’apparenza,come sempre anzi,un po’ di più forse: ma non è che un diversivo: la trama è ben più tosta, solida, da far paura.Il conclave, la designazione del nuovo papa, è quasi il ‘pretesto’ per la narrazione,l’idea-base da cui partire ma che poi si allarga cosmicamente fino a divenire un’indagine sull’uomo,sulla sua capacità di fingere e di essere,soprattutto se riferita ad un uomo che,come il Cristo–e la metafora percorre tutto il film–è ‘solo’ uomo,ma è anche divino,è il santo padre–come lo definisce uno dei prelati parlando con moretti-psicanalista che lo ‘chiama’ solo uomo.Ma è uomo con grande,troppo peso sulle spalle, quello del mondo ecumenico,la cattolicità intera,così come il Cristo aveva nel destino la salvezza del genere umano.E, forse, più che il successore di Karol Woytila qui è proprio del ‘giovane Woytila’ che si parla, quello che sicuramente all’inizio del suo pontificato aveva tanta paura, poi superata, poi divenuta nel corso del suo maturo/maturato pontificato il suo pressoché universale ‘non abbiate paura’, viatico d’eccellenza.E’ il Woytila della gioventú, quello che scriveva poesie e pièces teatrali e recitava,quello che fugge dopo la sua elezione–uno stupendo ottantacinquenne, mostro sacro in sempre ottima forma, il grande Michel Piccoli–l’uomo che rifiuta la sua umana condizione, troppo pesante da affrontare, troppo umana-mente insopportabile,troppo onesto per continuare a mentire a se stesso ed a quel miliardo di persone che si aspettano da lui cose che non è in grado di dare.E l’uno nessuno e centomila di pirandelliana memoria sempre meno si confanno alla solitudine dell’uomo moderno,novello Cristo di un quotidiano sempre più faticoso da vivere.La leggerezza al rigoroso spessore del film viene, quasi paradossalmente, dalla stessa interpretazione di Nanni,la parte che si è scelta non è casuale, giocata com’è sul filo di un surrealismo a tratti buňueliano ma che,in realtà,fa parte della serie delle sue consuete auto-glorificazioni che però ci stanno e benissimo,usate stavolta in maniera–ancora paradossalmente,mèta-paradossalmente–auto-ironica, per creare un equilibrato contraltare,esaltandola sottovoce,alla enorme vicenda umana che si dipana davanti ai nostri occhi.E’il Moretti maturo che ha ritrovato il miglior se stesso raggiungendo con Habemus papam un’eleganza formale ed una raffinatezza di sintesi che san quasi di perfezione,di eternità.Persino commovente il finale:l’autenticità di comportamento nell’accettarsi nella propria impotenza di essere umano,ammessa pubblicamente, alla finestra del Vaticano di fronte al virtuale-vero miliardo di fedeli che lo attendevano, e coerentemente ed onestamente sottrarsi, accettando responsabilità e conseguenze di quanto fatto, è sentimento e dichiarazione d’intenti impensabile e,quindi,ancor più encomiabile, proprio in questa nostra società odierna.Un affresco non da poco del male di vivere che ci sovrasta ogni giorno di più e ci manipola,un film sulla cattiva coscienza addormentata che oltre che generare mostri,ci porta ad una prima notte di quiete,per dirla anche con Valerio Zurlini,oltreché con Goya,un’inesorabile notte senza sogni.
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