Hereafter |
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Un film di Clint Eastwood.
Con Matt Damon, Cécile De France, Joy Mohr, Bryce Dallas Howard, George McLaren, Frankie McLaren, Thierry Neuvic.
continua»
Drammatico,
durata 129 min.
- USA 2010.
- Warner Bros Italia
uscita mercoledì 5 gennaio 2011.
MYMONETRO
Hereafter
valutazione media:
4,09
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'aldilà per un pugno di dollaridi ImmanuelFeedback: 4237 | altri commenti e recensioni di Immanuel |
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sabato 8 gennaio 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Raccontare della vita dopo la morte ricorrendo alla parapsicologia può sembrare in un certo modo, visti il fascino e la suggestione che certi argomenti parascientifici ci sucitano, scontato o, se vogliamo (considerando le fanfaronate delle quali siamo imbevuti), costituisce tappa obbligata nella narrazione di ciò che sta al di là del mondo dei vivi. Forse perché siamo a corto di strumenti per scoprire quello che potrebbe esserci dopo la morte, proabilmente perché è più facile che qualcuno ci metta in comunicazione diretta o de relato - e corrobori in tal modo la nostra percezione di una "non fine" - con un universo del quale solo possiamo ipotizzare i contorni. Eastwood cade, così, nella trappola del cliché di un oltretomba a tutti noto. In fondo, il film non racconta nulla che lo spettatore abbia già sentito o letto, su riviste, libri o in programmi televisi. Sicché l'idea semplicistica, banale e anche un po' prosaica, di qualcuno che faccia da tramite tra noi e un mondo che sentiamo lontano, imperscrutabile, e del quale siamo spaventati, ci alletta troppo, ci induce ad autoconvincerci dell'affermazione per cui sia possibile che, in un mondo o in un altro, si possa trovare una traccia (un collegamento) di qualcosa che non potremo (e non possiamo) conoscere, se non quando passeremo le soglie della fine della vita biologica, prima ancora che spirituale. Per il resto, il film intraprende la china del lezioso racconto delle dinamiche umane, delle problematiche sociali, dei temi comuni ai più noti feuiletton: il tradimento, la storia d'amore (con tanto di armonia di violini a suggello del bell'epilogo), l'infatuazione, il riscatto. Tutte cose già viste e conosciute e che nulla hanno da spartire con il nerbo della storia, con ciò che avrebbe dovuto innervare l'intera pellicola, e da cui, non si sa se per scarsa sensibilità o mancanza di originalità, si è voluto scantonare. Tirando le somme, il risultato è un prodotto asfittico, carente, privo di efficacia, a tratti tedioso, e guardando ai contenuti più che alle forme, ingenuamente consolatorio, dal momento che ha voluto propugnare l'idea che un oltretomba, se si vuole o si può desiderare, se si vuol credere, si può farlo con molto poco e, sopratutto, senza scomodare i massimi sistemi.
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