Vostro Onore

Film 2022 | Thriller

Regia di Alessandro Casale. Una serie con Stefano Accorsi, Barbara Ronchi, Matteo Oscar Giuggioli, Francesco Colella. Cast completo Genere Thriller - Italia, 2022, Valutazione: 2,5 Stelle, sulla base di 3 recensioni. STAGIONI: 1 - EPISODI: 8

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Ultimo aggiornamento mercoledì 23 marzo 2022

Adattamento della serie israeliana Kvodo, Vostro Onore è un legal thriller con protagonista Stefano Accorsi.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 2,50
CRITICA
PUBBLICO
CONSIGLIATO NÌ
Grande affiatamento degli attori e un giusto mix di intrattenimento e cinismo. Peccato per lo script fuori contesto.
Recensione di Giancarlo Zappoli
mercoledì 23 marzo 2022
Recensione di Giancarlo Zappoli
mercoledì 23 marzo 2022

Vittorio Pagani è un giudice stimato al punto di essere in predicato per la nomina a Presidente del Tribunale di Milano. Un giorno suo figlio Matteo,si mette alla guida senza patente dell'auto della madre, morta suicida un anno prima, e investe un motociclista che poi non soccorre. La vittima, il figlio di un potente boss della criminalità latinoamericana che il padre aveva fatto condannare, finisce in rianimazione. Da quel momento Pagani mette in atto una serie di atti illegali per proteggere il figlio dalla giustizia e dalla vendetta della gang. Il suo agire avrà conseguenze gravi non solo sul piano dell'etica professionale.

Il triplo passaggio dall'originale israeliano a quello americano per giungere alla versione italiana non ha dato i risultati sperati a causa di una mancata valutazione del contesto in cui inserire la vicenda di base nonché le sue varianti.

Non è necessario avere visto le due versioni di questa serie per comprendere cosa non ha funzionato nella messa in onda italiana che ha visto ottenere uno share di molto inferiore alle attese (17,98% dell'ultima puntata contro il 30% di Doc - Nelle tue mani ad esempio). Il problema non sta nella recitazione perché non solo Accorsi e il giovane Matteo Oscar Giuggioli hanno mostrato un ottimo affiatamento ma anche tutti gli altri protagonisti non hanno mancato la prova. Di Matteo va aggiunto che ha saputo dare al suo personaggio il giusto mix di understatement e di determinazione a tratti anche un po' cinica.

Ciò che è venuto a mancare è da ricercare nella sceneggiatura la quale ha dovuto vedersela innanzitutto con la location prescelta. Senza andare troppo lontano e restando alla versione americana si sarebbe dovuto tenere in considerazione che Milano non è New Orleans e che tutta la tematica legata al rapporto tra gli afroamericani e la Giustizia spesso amministrata dai bianchi qui sarebbe venuta a cadere.

Così anche uno spettatore ignaro delle altre versioni sin dai primi episodi non poteva non porsi delle domande. Il capoluogo lombardo non è un'isola felice ma neppure un luogo in cui si compiono esecuzioni in strada come se nulla fosse con carceri in cui basta decidere chi deve essere ucciso e l'omicidio viene portato a compimento. Si potrebbe dire che si è voluto far riferimento a un genere. Gomorra ha saputo come gestirlo trasformando Napoli in un poligono di tiro a cielo aperto ma qui la tematica di base era un'altra e il volerla gestire moltiplicando i livelli e le vicende in cui coinvolgere i personaggi ha peggiorato la situazione.

Già il fatto che il figlio del giudice abbia nello stesso liceo (e se ne innamori) la figlia del commissario appena giunto in città e che finirà per indagare sui reati commessi da lui e da suo padre in una metropoli come Milano ha dell'inverosimile. Si volevano coinvolgere i giovani che, come sembrerebbe, non si sono fatti attrarre da rivalità amorose con sospette gravidanze. Alcuni colpi di scena poi, ivi compreso quello finale, hanno il senso della gratuità anche se accrescono la tensione.

Ovviamente non poteva mancare la progressiva liaison amorosa tra il giudice e l'avvocato coinvolta nella difesa di sospettato innocente per accontentare un'altra porzione di pubblico. La scena poi del magistrato che va a rubare pani di cocaina nel magazzino in cui si conservano i corpi di reato per poter incastrare il boss di una delle due bande ha toccato il surreale. Il rapporto padre figlio, che in questa versione ha costituito l'asse portante, non ha mancato a sua volta di mostrare un cedimento in sceneggiatura con la scena di serenità dei due nella balera che ricordava ad uno la moglie e all'altro la madre quasi che la gravità di quanto stava accadendo loro intorno fosse messa inopinatamente tra parentesi.

Il finale parzialmente aperto potrebbe lasciar prevedere una seconda stagione. Qualora ciò dovesse accadere sarà utile procedere ad accurate revisioni della sceneggiatura.

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Dalla serie israeliana Kvodo una narrazione fluida adatta a varie fasce di pubblico con un ottimo Accorsi.
Overview di Giancarlo Zappoli
martedì 1 marzo 2022

Vittorio Pagani è un giudice la cui rispettabilità fa sì che stia per essere eletto Presidente del Tribunale di Milano. Un giorno suo figlio Matteo, guidando l'auto della madre morta, investe un motociclista e fugge dopo averlo ferito gravemente e aver lasciato delle tracce. L'investito appartiene a un potente clan criminale latinoamericano che il giudice aveva contribuito a contrastare. Se ora si scoprisse che il colpevole è suo figlio il ragazzo rischierebbe la vita. Pagani per la prima volta deve chiedersi se si può deviare dal tracciato della legalità.

Il punto di riferimento di questa fiction di RaiUno è la serie israeliana Kvodo, di cui vengono conservati gli elementi di base puntando però con maggiore intensità sul rapporto padre/figlio.

Stefano Accorsi a qualche anno di distanza torna ad avere a che fare con il Palazzo di Giustizia di Milano. Nella serie 1992 (con due anni a seguire) dedicata alla vicenda di Mani Pulite era Leonardo Notte, un pubblicitario con uno scheletro nell'armadio. Ora, nella sequenza iniziale, è un giudice che non si accontenta di quella che può apparire come evidenza ma vuole sempre andare a fondo affinché la giustizia possa prevalere. Fino a quando accade l'imprevedibile e tutto viene rimesso in discussione.

Accorsi affronta sin da subito il personaggio con la giusta dose di tensione propria di una personalità che si ritrova a confrontarsi con quelli che pensava fossero capisaldi immutabili della condotta personale e va detto che anche Matteo Oscar Giuggioli, nei panni del figlio, sa come gestire credibilmente il rapporto con lui.

La vicenda si muove su tre livelli finalizzati ad attirare l'attenzione di tre fasce di pubblico diverse. Oltre alla dinamica familiare troviamo sin dal pilot i problemi sentimentali di Matteo nonché la presenza di ben due clan criminali che rischiano di entrare in conflitto. Ce n'è per tutti i gusti quindi e la gestione sul piano narrativo risulta fluida e non meccanica.

Ciò che convince di meno sono alcune 'coincidenze' il cui temibile sviluppo potrebbe portare accenti di inverosimiglianza. Perché il fatto che il figlio incriminabile di un giudice si ritrovi la figlia del nuovo commissario appena insediatosi e incaricato dell'indagine sull'incidente come possibile testimone a carico nonché compagna nella stessa scuola (e forse possibile nuova girlfriend) è forse un po' troppo. Siamo a Milano, non in una cittadina con un solo liceo. Tant'è. Come prova a discarico va riconosciuto che il cliffhanger di fine prima puntata è di quelli che hanno la giusta presa.

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
venerdì 1 aprile 2022
Michela Offredi
Ciak

Vittorio Pagani (Stefano Accorsi) è un giudice milanese, conosciuto e rispettato per la sua integrità, in corsa per la carica di presidente del Tribunale di Milano. La recente scomparsa della moglie ha segnato dolorosamente la sua vita e complicato il già difficile rapporto con il figlio adolescente, Matteo (Matteo Oscar Giuggioli). Quando quest'ultimo investe con la macchina il giovane esponente di [...] Vai alla recensione »

NEWS
OVERVIEW
martedì 1 marzo 2022
Giancarlo Zappoli

Un legal thriller che adatta la serie israeliana Kvodo. Disponibile sulla Rai. Vai all'articolo »

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