Anno | 2020 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Regia di | Marco Kreuzpaintner, Rob Savage, William Bridges |
Attori | Betsy Brandt, Laia Costa, David Costabile, Charlie Heaton, Bill Skarsgård Sarah Snook, Malin Akerman, Shamier Anderson, Kingsley Ben-Adir, JJ Feild, Nathan Stewart-Jarrett, Georgina Campbell, Tom Goodman-Hill, Steven MacKintosh, Dolly Wells, Ramiro Alonso, Joe Anderson, Darren Boyd, Henry Goodman, Helen Behan, Kate Bracken, Anna Wilson Jones, Adam El Hagar, John Hollingworth, Charlotte Spencer, Paul Chahidi, Karina Matas Piper, Lisa Miller-Jacobs, Christian Contreras, Steve Oram, Crystal Yu, Ronke Adekoluejo, Twinnie Lee Moore, Roberto Davide, Philips Nortey, Gonzalo Bouza. |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 5 febbraio 2021
Serie antologica televisiva americana creata da William Bridges e Brett Goldstein. La serie ha ottenuto 1 candidatura a Critics Choice Award,
CONSIGLIATO SÌ
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Soul Connex è un'invenzione che cambierà il mondo tra quindici anni: la sua tecnologia permette infatti di individuare la vera anima gemella. Che ne sarà delle relazioni già in corso e dei matrimoni? Quale la sorte di chi fa il test ma poi deve aspettare che da qualche parte nel mondo lo faccia anche il partner ideale? E se si scopre che il partner perfetto è già passato a miglior vita? O lo trova dall'altra parte del globo e deve affrontare un lungo viaggio? E che succede quando i risultati non sono a prova di contraffazione? O anche peggio: e se rivelassero che il nostro principe azzurro è in realtà un orco?
Queste e molte altre le domande che si pone Soulmates, serie antologica di fantascienza sociale e intimista, ideata da uno degli sceneggiatori di Black Mirror e realizzata con buoni valori produttivi e una grande varietà di tonalità - ma pure di risultati.
Come nelle migliori serie antologiche infatti non si sa mai cosa aspettarsi da un episodio di Soulmates, tanto che solo il primo e il terzo prendono di petto la questione e sono drammi sentimentali su coppie felici che entrano in crisi. Riflessioni sulla nostra incapacità di accontentarci e l'impossibilità di accettare che quel che crediamo amore non sia davvero "l'amore della vita".
Il tormento interiore del primo episodio è appoggiato su un'attrice fantastica come Sarah Snook (Succession) e diretto da Rob Savage, nome assai poco noto dalle opere da noi inedite tranne per qualche episodio di Britannia. A lui spetta la regia anche della seconda puntata, che già ribalta il principio di fondo della serie ed è affidata a due attori in controcasting: David Costabile, irruento e volgarissimo in Billions, e Sonya Cassidy, adorabile din Lodge 49. Ne viene una sorta di thriller dal finale però un po' troppo facile. Ciò nonostante i primi due sono sicuramente gli episodi migliori.
I successivi due, affidati al regista tedesco di Marco Kreuzpaintner, che per Amazon aveva già realizzato Beat, alleggeriscono decisamente il tono, come capita anche nelle ultime e meno felici stagioni di Black Mirror. Purtroppo il tentativo di seguire un registro più comico si rivela piuttosto deludente, da una parte perché il terzo episodio - interpretato da Laia Costa reduce da Diavoli - sembra indeciso tra dramma e commedia e si decide solo alla fine, dall'altro perché il quarto - con Bill Skarsgård e Nathan Stewart-Jarrett di Misfits - va sopra le righe ma scivola pure in una serie di luoghi comuni sul Messico, che sono assai meno divertenti di quanto gli autori vorrebbero.
Gli ultimi due sono invece tra i più crudeli, i più vicini forse alla cattiveria originaria di Black Mirror. Nel quinto, diretto dall'inglese Andrea Harkin, si racconta di una setta che offre una via d'uscita a chi scopre di non avere speranza di trovare il proprio partner ideale, perché questo aveva già fatto il test ma è morto prima che lo si fosse potuto incontrare. I protagonisti sono Malin Åkerman (Billions) e Charlie Heaton (Stranger Things), due disperati che nel fondo della propria depressione trovano sostegno reciproco, ma per loro potrebbe essere ormai troppo tardi.
Il sesto vede alla regia uno dei due autori della serie, William Bridges, e a suo modo riflette sulle relazioni tossiche, con un bel colpo di scena che ribalta le aspettative di questo tipo di storie e le spinge fino in fondo. Qui la protagonista è Betsy Brandt, nota per essere stata la moglie di Hank in Breaking Bad, e la puntata regala una conclusione tutto sommato incisiva a una serie però troppo altalenante, che non mantiene le promesse dei due episodi iniziali e si perde in una sorta di lotta contro le proprie premesse, cercando soluzioni inattese ma senza poi riuscire ad approfondirle in modo soddisfacente.