Dear Werner

Film 2020 | Documentario 80 min.

Anno2020
GenereDocumentario
ProduzioneSpagna
Durata80 minuti
Regia diPablo Maqueda
AttoriPablo Maqueda, Jacques Ayroles, Werner Herzog .
TagDa vedere 2020
MYmonetro 3,34 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Pablo Maqueda. Un film Da vedere 2020 con Pablo Maqueda, Jacques Ayroles, Werner Herzog. Genere Documentario - Spagna, 2020, durata 80 minuti. - MYmonetro 3,34 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 27 novembre 2020

Un giovane regista cammina seguendo le orme del maestro Werner Herzog. In Italia al Box Office Dear Werner ha incassato 4,2 mila euro .

Consigliato sì!
3,34/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 3,17
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
Saggio cinefilo contemplativo e lettera d'amore incondizionato per l'opera e la tenacia di Herzog .
Recensione di Raffaella Giancristofaro
venerdì 27 novembre 2020
Recensione di Raffaella Giancristofaro
venerdì 27 novembre 2020

Alla fine del 1974 il regista Werner Herzog viene a sapere che l'amica Lotte Eisner, storica e critica del cinema alla quale ha dedicato L'enigma di Kaspar Hauser, è malata. Dall'inizio degli anni '70 punto di riferimento per i registi del nuovo cinema tedesco, la Eisner vive a Parigi, dove dal 1945 è curatrice e conservatrice della Cinématèque française. Impegnandosi in una sorta di rito propiziatorio per la guarigione dell'amica, Herzog intraprende un pellegrinaggio a piedi da Monaco alla Ville Lumière.

Circa 45 anni dopo, il madrileno Pablo Maqueda, a sua volta filmmaker indipendente e ostinato, rende omaggio al sommamente ammirato autore di Fitzcarraldo con un atto sospeso tra fanatismo e feticismo: realizza cioè il proprio film sul compimento di quell'identico itinerario, circa ottocento chilometri di immersione nella natura straordinaria e ostile, percorsi in ventidue giorni, tra Germania e Francia. Il punto di partenza è il diario herzoghiano, principalmente Sentieri nel ghiaccio, ma anche La conquista dell'inutile e Incontri alla fine del mondo.

L'approccio di Maqueda è dichiaratamente mimetico della poetica di Herzog: il titolo riflette una struttura epistolare, una voce narrante accompagna lo spettatore per tutto l'itinerario e si rivolge direttamente al regista cresciuto in Baviera, simulando un carteggio diretto ad un amico. In questo monologo (i due sembra non si siano mai incontrati) entra in parallelo anche la voce di Herzog, a leggere alcuni passi dal resoconto di quel cammino rituale. Oltre al duetto vocale, sulle immagini si rincorrono, in forma di didascalie, alcuni corposi stralci estrapolati sempre da Sentieri nel ghiaccio.

Diviso in sette brevi capitoli più epilogo, Dear Werner soffre a tratti di questa verbosità, di un sovraccarico semantico e di una spiccata tensione esplicativa, tutti legati all'urgenza di Maqueda di fornire alla figura da lui reputata magistrale le prove della sua ispirazione, citando spesso puntualmente inquadrature, dichiarazioni e situazioni dalla sua filmografia: nel quasi perenne movimento della soggettiva con macchina a mano (una fotocamera portatile 4K), ad altezza degli occhi, ribadisce ad ogni inquadratura la sete di spericolata esplorazione e di rincorsa di sogni impossibili tipiche del corpus herzoghiano.

Ma non mancano d'altra parte anche momenti illuminanti: come la contemplazione, protratta e ossessiva, di una natura implacabile, onnipotente, terribile nel senso più pienamente romantico; la parentesi parigina, per quanto sbrigativa, trasuda venerazione per il cinema delle Nuove onde; e infine la citazione di Cave of Forgotten Dreams, intesa come viatico su come affrontare le tante umiliazioni pratiche incontrate nel processo creativo. Cioè: senza mai smettere di camminare, sognare, volare. Nella sezione TFF DOC al Torino Film Festival 2020.

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
domenica 3 marzo 2024
Alessandro Amato
Sentieri Selvaggi

«Forse l'estasi sarà vera se mai riuscirò ad incontrarti ed esprimerti ciò che significhi per me». Pablo Maqueda, madrileno, è arrivato all'indirizzo dove Lotte Eisner visse a Neuilly-sur-Seine, vicino Parigi. Ha affrontato un lungo viaggio a piedi sulle orme di Werner Herzog, replicando quella camminata leggendaria del 1974 raccontata nel libro "Sentieri nel ghiaccio".

martedì 11 maggio 2021
Giampiero Raganelli
Quinlan

Nel novembre 1974 Werner Herzog compì un'impresa degna di tanti personaggi del suo cinema: raggiungere a piedi Parigi, da Monaco dove abitava, per raggiungere l'amica e mentore Lotte Eisner, la grande studiosa dell'espressionismo tedesco, una volta appreso della sua malattia terminale. Convinto che, se fosse riuscito in quell'impresa, le cose sarebbero volte al meglio e lei sarebbe sopravvissuta.

martedì 4 maggio 2021
Francesco Del Grosso
Cineclandestino

Chiunque si occupi di regia ha dei modelli di riferimento viventi e non ai quali rivolgere lo sguardo consciamente o inconsciamente ogni volta che decide di sedersi dietro una macchina da presa. Riferimenti, questi, da assorbire ma non da replicare fedelmente che possono influenzare o guidare scelte drammaturgiche o estetiche. Per il madrileno Pablo Maqueda la figura di Werner Herzog, il suo approccio [...] Vai alla recensione »

domenica 29 novembre 2020
Tonino De Pace
Duels.it

La storia dalla quale prende origine il film del giovane regista spagnolo Pablo Maqueda è nota per i cinefili. Nel 1974 Werner Herzog, all'epoca emergente regista tedesco ed esponente di quella nouvelle vague alemanna, essendo venuto a sapere del grave stato in cui versava la sua amica Lotte Eisner, studiosa, critica del cinema, ma anche scrittrice e poetessa, decise di intraprendere un viaggio a piedi [...] Vai alla recensione »

sabato 28 novembre 2020
Matteo Galli
Close-Up

Il trentacinquenne regista spagnolo Pablo Maqueda, autore fin qui di tre film che non hanno varcato i confini del suo paese (il primo, addirittura, non ha neanche varcato quelli di internet) ha scritto, diretto e interpretato un documentario molto originale, anche se in più punti forse noiosetto e ripetitivo, in ogni caso meritevole. Si intitola Dear Werner ed è un solenne e riverente omaggio al Werner [...] Vai alla recensione »

giovedì 26 novembre 2020
Adriano De Grandis
Il Gazzettino

Nel 1974 Werner Herzog va a piedi da Monaco a Parigi, come atto di fede per "salvare" la critica cinematografica Lotte Eisner, sua mentore. Oggi un giovane cineasta compie lo stesso viaggio, sempre in solitaria. Affettuoso omaggio al cinema e al cinema di Herzog, in particolare, ricalcandone lo stile, lo sguardo e anche la voce (alternata a quella, inconfondibile, dello stesso regista tedesco).

NEWS
TORINO FILM FESTIVAL
venerdì 27 novembre 2020
Raffaella Giancristofaro

Un giovane regista cammina seguendo le orme del maestro Werner Herzog. Presentato al 38TFF DOC. Vai all'articolo »

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