Élite

Film 2018 | Drammatico, Thriller 60 min.

Regia di Ramón Salazar, Dani de la Orden. Una serie con Omar Ayuso, Miguel Bernardeau, Mina El Hammani, Itzan Escamilla, Ester Expósito. Cast completo Titolo originale: Élite. Genere Drammatico, Thriller - Spagna, 2018, STAGIONI: 7 - EPISODI: 56

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Ultimo aggiornamento mercoledì 18 ottobre 2023

Quando tre figli di operai vengono ammessi in una delle scuole più esclusive della Spagna, lo scontro tra ricchezza e povertà sfocia in tragedia.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES
CRITICA
PUBBLICO 3,01
CONSIGLIATO N.D.
Pronti a festeggiare?
lunedì 16 marzo 2020
lunedì 16 marzo 2020

Élite è una serie televisiva spagnola ideata da Carlos Montero e Dario Madrona. Samuel, Nadia e Christina sono tre ragazzi di umili origini che hanno ricevuto una borsa di studio per frequentare Las Encinas, un istituto molto prestigioso di Madrid. Il loro inserimento nella scuola non sarà però semplice perché gli altri studenti li prenderanno di mira con episodi di bullismo. La storia inizia però con l'omicidio di uno dei ragazzi della scuola.

Episodi: 8
Regia di Dani de la Orden, Ramón Salazar, Ginesta Guindal, Eduardo Chapero-Jackson, Jorge Torregrossa, Silvia Quer, Lino Escalera, Elena Trapé, Menna Fité, Roger Gual, Ana Vázquez.

La settima stagione della serie

Recensione di a cura della redazione

La settima stagione vede il ritorno di Isadora e Omar a fianco di numerosi volti nuovi. In particolare Omar ha momentaneamente deciso di sospendere gli studi universitari per tornare a scuola ad affrontare i suoi fantasmi e in particolare la morte di Samuel. Ma come lui altri studenti della scuola di Las Encinas soffrono di problemi di salute più mentale che fisica.
Episodi: 8
Regia di Dani de la Orden, Ramón Salazar, Ginesta Guindal, Eduardo Chapero-Jackson, Jorge Torregrossa, Silvia Quer, Lino Escalera, Elena Trapé, Menna Fité, Roger Gual, Ana Vázquez.

La sesta stagione della serie

Recensione di a cura della redazione

La sesta stagione riparte dalla morte di Samuel con il nuovo anno scolastico a Las Encinas che vede l'arrivo di un nuovo folto gruppo di studenti. La scuola vorrebbe ripulire la sua immagine ma adesso si ritrova senza un direttore dopo l'arresto di Benjamin e comunque anche in questa annata non mancheranno i problemi e gli inevitabili crimini. Intanto Rebe e Omar piangono per la morte del loro amico mentre resta da capire se Isadora cercherà giustizia per il terribile abuso subito o se ne tornerà a Ibiza.
Episodi: 8
Regia di Dani de la Orden, Ramón Salazar, Jorge Torregrossa, Ginesta Guindal, Silvia Quer.

Una stagione pruriginosa ma con poco spessore, in cui la combinazione di eros, crime e coming of age non basta

Recensione di Claudia Catalli

Gli studenti di Las Encinas sono alle prese con un nuovo anno, Samuel è sempre più obbediente al nuovo Preside Benjiamin, Rebeca e Cayetana ragionano su chi sono e cosa provano realmente, Omar prova a rifarsi una vita e il trio di fratelli Ari, Patrick e Mencia vivono le loro esperienze confrontandosi anche con le new entries della nuova stagione.

La forza di certe serie è che il format, tanto amato dal pubblico, non cambia mai. Cambiano i personaggi, le storie, gli intrecci sentimentali, ma il format di così detto successo resta lo stesso.

È sicuramente il caso di Élite, che giunto alla sua quinta stagione inizia a dare seri segnali di cedimento, ma resta fedele alla sua formula standard, che prevede un cadavere e un racconto in flashback per capire chi sia il colpevole. Questa quinta stagione non fa eccezione, c'è un corpo che galleggia in piscina e, poco dopo, l'interrogatorio della polizia ai vari studenti di Las Encinas per individuare chi è stato e cosa sia successo. L'effetto sorpresa è annientato dalla certezza che lo spettatore affezionato alla serie ormai ha, ovvero che il colpevole si scoprirà solo all'ultimo episodio. L'ottavo non rappresenta la fine della serie, vale la pena dirlo subito: si conclude in un non-finale sospeso che rinvia alla successiva stagione, la sesta, già ufficialmente confermata.

Questa quinta affronta a viso aperto temi forti, dallo stupro alla tossicodipendenza, il problema è che lo fa con una scrittura più superficiale e sbrigativa delle stagioni precedenti, pigiando l'acceleratore sulle scene sessuali. A un certo punto della visione sembra quasi che la narrazione delle singole vicende sia solo un pretesto per le scene erotiche. Una stagione altamente LGBTQ+, in cui si fa sesso tra amici e amiche, partendo da un festino selvaggio in discoteca senza regole nel secondo episodio. Il trash è dietro l'angolo, e spesso questa stagione di Élite lo incontra. Si configura sessualmente esplicita al limite del pornografico, e se il linguaggio esplicito è sempre stato un marchio di fabbrica di Élite, qui molti nudi e scene erotiche risultano gratuite e poco aggiungono alla storia.

Le scelte di sceneggiatura e regia si rivelano a tratti facilone, se non volgari, più vicine a una soap di terz'ordine che a una serie televisiva che, vale la pena ribadirlo, nelle prime stagioni aveva una sua ragion d'essere. Riusciva ad accostare il genere crime con il coming of age, attraverso un linguaggio fresco e innovativo, approfondendo quel tanto che basta per un pubblico di young adult - da sempre chiaro target della serie - le diverse psicologie dei personaggi. Ci prova anche questa quinta stagione, ma con goffaggine e scarsi risultati, proponendo tra l'altro new entries un po' banali: c'è l'influencer miliardaria, la Regina di Ibiza, con problemi di droga, il figlio del calciatore che mal sopporta gli eccessi quotidiani del padre (salvo poi superarlo a livello di esperienze esagerate) e un principino predatore con degli stupri sulle spalle che avevamo conosciuto nella scorsa stagione.

Se nel sesto episodio il passato torna a galla, letteralmente, nell'ottavo si cavalca l'onda del Me Too, con tanto di denuncia dello stupro, e in generale i temi di attualità sulle problematiche dei ragazzi di oggi - l'isolamento, la doppia vita sui social network, il confronto impossibile con i genitori, le dipendenze da droga e sesso - vengono trattati, seppur senza spessore, né approfondimento. Resta la sensazione di una stagione-ponte che ci auguriamo possa traghettare i protagonisti di Élite, o quel che ne rimarrà, verso lidi narrativi e visivi più interessanti per tutte e tutti.

Episodi: 8
Regia di Dani de la Orden, Ramón Salazar, Jorge Torregrossa, Silvia Quer.

Nuova stagione notturna e conturbante per un teen-crime-drama che continua a convincere

Recensione di Claudia Catalli

Nuovo anno, nuovo preside e nuovi allievi a Las Encinas che dovranno vedersela con gli "storici" Guzman, Samuel, Omar, Ander, Cayetana e Rebeca. C'è ancora una volta un mistero da risolvere e, tra nuove conoscenze e vecchi amori, urge scoprire ancora una volta il "colpevole".

Squadra e format che vincono non si cambiano, così per la quarta stagione del teen-crime-drama spagnolo di successo targato Netflix Elite vengono fedelmente ripresi entrambi.

Da una parte gli assi nella manica del cast originario (su tutti i carismatici amici-nemici Guzman e Samuel, e i teneri eterni innamorati Omar e Ander), dall'altra la struttura che ha contraddistinto tutta la serie. Apertura ad effetto con un crimine, una vittima e un colpevole da individuare e poi una serie di flashback per scoprire a ritroso che cos'è accaduto, a chi e perché.

Questa stagione è più notturna delle altre, più conturbante e marcatamente queer. Il pubblico è ormai abituato a linguaggi espliciti e mai perbenisti, a scene e argomenti scottanti, ma il piede sull'acceleratore in questo senso è più premuto che mai: i corpi si confermano sempre più armi di potere con cui sedurre, manovrare, giocare, esplorare, sperimentare, osare. Sullo schermo sfilano nudi semi-integrali, tradimenti a catena, festini gay e threesome, giochi erotici lesbo con il cioccolato alla Nove settimane e mezzo.

Altrettanto esplicita è la voglia di sviscerare temi cari quanto attuali per gli adolescenti e non solo, dalla difficoltà di fare coming out fino allo sgomento di fronte a chi filma un incontro sessuale senza consenso, dal mai pacifico rapporto genitori-figli al grande tema scioccante che serpeggia silente in tutta la stagione fino ad esplodere nelle ultime due puntate del gran finale: lo stalking. E ancora, baby prostitute (alla Baby), stupratori mascherati da ragazzi perbene "con troppo impeto", scalate sociali all'orizzonte e Las Encinas come collettore di una microsocietà decisamente malata, dove i più ricchi guardano gli altri dall'alto in basso e chi è in basso sgomita per conquistare un suo posto nel mondo.

Al primo quarto d'ora della prima puntata le principali new entries sono già state presentate: c'è Ari interpretata dall'attrice e ballerina Carla Diaz, che nei tratti somatici ricorda Nadia, nello stile Carla e nella simpatia Lucrecia. C'è suo fratello Manu Rios / Patrick, libertino dall'animo romantico. E poi Martina Cariddi / Mencia, ribelle quanto fragile, il personaggio più interessante della stagione, che offrirà l'occasione a Claudia Salas di mostrare un lato inedito di Rebeca. Nella seconda puntata arriva l'altra new entry degna di nota, il principe francese stiloso Pol Granch / Phillipe, che farà perdere la testa a Georgina Amorós / Cayetana in una sorta di Cenerentola 2.0 in cui entrambi i protagonisti hanno molto da nascondere e altrettanto da risolvere. I personaggi più interessanti, in scrittura come nell'interpretazione, restano Itzán Escamilla /Samuel e Miguel Bernardeau / Guzman, coinvolti in una nuova rivalità tutta da approfondire, seguiti da Omar Ayuso / Omar e Arón Piper / Ander, il cui amore è messo a dura prova da tentazioni plurime e continue.

La stagione è narrativamente in crescendo: parte in modo non sensazionale per guadagnarsi a poco a poco l'attenzione del pubblico fino a convincere nei due episodi del gran finale, il settimo e l'ottavo, in cui non solo diversi nodi e misteri si sciolgono, ma si lanciano anche interessanti spunti per la prossima stagione (di cui sono già state annunciate le new entries Valentina Zenere, André Lamoglia e Adam Nourou). Anche gli appassionati del crime resteranno soddisfatti: ad attenderli c'è un esplosivo delitto senza castigo, chissà che non venga ulteriormente analizzato nella prossima stagione.

Episodi: 8
Regia di Ramón Salazar, Dani de la Orden.

Una grande serie piena di colpi di scena

Recensione di Claudia Catalli

Un altro delitto coinvolge gli studenti di Las Encinas: un cadavere in discoteca. Tutti sono chiamati all'interrogatorio. Nel frattempo Polo è in tribunale, Samuel e Guzman meditano vendetta, Ander affronta problemi di salute, Cayetana e Valerio scoprono un feeling, Rebeca prova a gestire gli affari di famiglia, Carla è sempre più soffocata dal padre, Lu sempre più sola e Nadia ha un nuovo corteggiatore.

In un momento in cui deludono quasi tutte le seconde e terze stagioni, spicca per eccellenza di scrittura, regia e interpretazioni la terza stagione di Elite, il racconto di formazione di adolescenti turbolenti e privilegiati di Las Encinas ideata da Carlos Montero e Darío Madrona. Se la prima stagione verteva sul confronto tra outisiders (studenti arrivati al prestigioso quanto costoso istituto tramite borsa di studio) e collegiali abituati al lusso, la seconda ne raccontava intrighi e sviluppi relazionali, alla terza tutti i nodi vengono al pettine, secondo una sceneggiatura ad orologeria che sa come distribuire i colpi di scena.

L'idea (vincente) di base è sempre la stessa: muovere le fila di amori e problemi adolescenziali - raccontati e approfonditi con verosimiglianza - attraverso una struttura narrativa di detection movie molto solida. Tutte e tre le stagioni partono con un mistero da risolvere: l'assassinio di Marina nella prima, la scomparsa di Samuel nella seconda, un cadavere in discoteca nella terza. Tre prime puntate impeccabili, che sanno incuriosire lo spettatore e inchiodarlo a seguire, episodio dopo episodio, lo sviluppo delle indagini e della storia. Anzi, delle storie: sono tutti protagonisti, i ragazzi di Las Encinas, ognuno con la sua vita complicata e ben approfondita nei vari legami che intesse. Il risultato è un'efficace ragnatela di trame ed eventi che avvince lo spettatore e lo invoglia non solo a guardare, ma anche a indovinare il colpo di scena finale. In realtà ce ne sono diversi di colpi di scena in questa terza stagione, non sta a noi svelarli, basti dire che il delitto senza castigo a cui abbiamo assistito nelle prime due stagioni avrà finalmente un nome, un volto e una serie di azioni punitive, per quanto il maggior indiziato resti a piede libero. Assume le sembianze di un revenge movie, per molti aspetti, questa stagione, permeata da una sete di vendetta che da Samuel a Guzman pervade tutti gli studenti di Las Encinas, a vario titolo contro il sospettato Polo. Tutti tranne Cayetana, che gli resterà fedele sempre e fino all'ultimo, provando per lui (e non solo) sentimenti in netto contrasto con lo stupore rabbioso dei compagni che non ne accettano il rilascio per mancanza di prove. Manca l'arma del delitto di Marina, così come manca la voglia di mettersi alle spalle il passato.

E' una stagione che decostruisce la forza finta da gran parte dei personaggi e si fa inno alla vulnerabilità di ciascuno, a partire proprio da Guzman, il più bullo di tutti nella prima stagione, nella terza è già tutt'altro, un ragazzo dilaniato dalla morte della sorella che ha imparato ad accettare gli altri e se stesso con grande maturità, è innamorato di Nadia e diventato migliore amico di Samuel I temi che rendono forte e importante la serie ci sono tutti: tossicodipendenza, omosessualità, malattia terminale, problemi di alimentazione, narcotraffico tra i banchi di scuola, alcolismo, ma anche dipendenza da selfie e body shaming (con la new entry Yeray, riccastro ex obeso con l'ansia di sfoggiare la sua nuova identità) e ironia sul fanatismo religioso. E' il caso dell'altra new entry della serie, il personaggio di Malick, con cui sia Nadia che suo fratello Omar avranno a che fare, perfetto figlio di Allah in apparenza, che cela, in realtà, parecchi segreti. Colpi di scena a ripetizione, ritmo serrato, regia moderna convincente e a tratti psichedelica (ricorda il Bigas Luna di Yo soy la Juani, ma a firmarla sono Ramón Salazar e Dani de la Orden), originalità nell'approccio narrativo, personaggi a cui è facile affezionarsi interpretati da giovani attori più che credibili: il conto alla rovescia per la quarta serie di Elite è già partito.

Episodi: 8
Regia di Ramón Salazar, Dani de la Orden.

Seconda stagione della serie televisiva spagnola,

Dopo l'omicidio di un compagno di classe, uno studente scompare, le alleanze cambiano, ancora trame e intrighi per gli studenti di Las Encinas,
Episodi: 8
Regia di Ramón Salazar, Dani de la Orden.

Chi non ucciderebbe pur di integrarsi?

Recensione di Andrea Fornasiero

Quando crolla una scuola frequentata dai figli di quella che una volta si diceva "classe operaia", gli studenti vengono trasferiti in vari istituti, ma tre di loro hanno il colpo di fortuna della vita: una borsa per Las Encinas, la più esclusiva delle scuole, frequentata solo dai figli delle famiglie più socialmente altolocate. Queste borse non nascono per l'emergenza ed erano già state assegnate in passato, ma dopo che ci sono stati gravi problemi (che non riveliamo) erano state sospese. Il loro ripristino però non è solo questione di buon cuore da parte dell'istituto, né segue solo criteri meritocratici.

"Credo che in Spagna ci sia un boom qualitativo delle serie davvero spettacolare. Il livello della produzione, per fotografia, regia e altri aspetti tecnici è diventato lo stesso del cinema, cambia solo la destinazione finale del piccolo schermo".
Jaime Lorente

Uno dei genitori delle famiglie più ricche è infatti il proprietario della ditta che aveva costruito la scuola crollata e per questo sta venendo indagato e attaccato dai media. La sua carità è dunque pelosa e mira prima di tutto a riabilitare la propria immagine, facendosi bello insieme ai ragazzi di estrazione meno fortunata. Inoltre uno di loro, Cristian, ha ottenuto la borsa non per meriti scolastici, bensì perché feritosi nel crollo e la sua presenza a Las Encinas risulterà ancora più incongrua di quella degli altri due ragazzi.

Una storia raccontata a ritroso.
mercoledì 26 settembre 2018

D'altra parte è proprio Cristian che crede di aver capito come va il mondo e, anziché preoccuparsi dei propri voti e delle possibili borse di studio per il futuro, cerca di usare la sua furbizia da strada per farsi qualche amico influente. Il suo animo romantico e semplice sarà però messo a dura prova da ragazzi che hanno già avuto tutto e prendono i sentimenti e il sesso alla stregua di un gioco, più o meno perverso. Si scontrerà con la dura realtà anche la borsista musulmana, che dovrà scegliere tra l'hijab (il velo) e le possibilità di un trampolino scolastico d'eccellenza.

"Quando ho ricevuto lo script e ho visto che i protagonisti erano tutti 16enni ho deciso di essere molto coinvolto nel casting: volevo volti nuovi, inesperti. Abbiamo costruito una famiglia di nuovi attori e fin dall'inizio abbiamo parlato con loro di questioni molto serie, come la malattia, la morte e la giustizia".
Ramón Salazar

Il terzo borsista invece ha un difficile problema familiare: il fratello maggiore Nano è appena uscito di galera ed è gravato da forti debiti. Questo dà il via a quella che sembra solo una sottotrama crime, ma il genere è invece preponderante perché la storia non viene raccontata in modo lineare, bensì a ritroso dalla fine dell'anno scolastico, quando è avvenuto un omicidio e i vari ragazzi vengono interrogati e così si ricostruiscono i fatti che hanno portato alla tragedia.

Tre volti noti de La casa di carta.
mercoledì 26 settembre 2018

Élite è una miniserie in otto parti, che potrebbe anche avere un seguito ma di questo neppure gli attori sono sicuri. Tra loro spiccano tre volti già visti in La casa di carta: Miguel Herrán, María Pedraza e Jaime Lorente, il più adulto, che infatti interpreta un fratello maggiore e non uno studente. Naturalmente partecipano altri numerosi giovani a partire dai due restanti protagonisti Itzan Escamilla e Mina El Hammani, senza dimenticare i ragazzi più sexy e disinibiti interpretati da Miguel Bernardeau, Ester Expósito e Danna Paola.

"Élite e La casa di carta sono due serie che non hanno niente a che fare l'una con l'altra, siamo noi il solo collegamento perché siamo in entrambe. È un dono e un'opportunità per noi come attori poter interpretare personaggi che sono così diversi e in situazioni così differenti".
Jaime Lorente

Incrociando crime e teen drama scolastico come molti titoli americani, per esempio Riverdale, e aggiungendo l'ingrediente di critica sociale la serie si avvicina forse soprattutto a Veronica Mars, ma rispetto a questa non ha una chiara eroina e chiunque tra i ragazzi (e gli adulti) potrebbe essere colpevole dell'omicidio. Ideata e sceneggiata da Darío Madrona e Carlos Montero, quest'ultimo noto anche al pubblico italiano per Fisica o chimica, Élite è la seconda produzione spagnola di Netflix (la prima è Le ragazze del centralino) e vede come principale regista Ramón Salazar, che recentemente ha scritto e diretto un film drammatico apprezzatissimo dalla critica americana a Tribeca: La enfermedad del domingo.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 15 marzo 2020
Rossella

Va bene questo sito

Frasi
Dicono che sono cambito. Ma sono sempre stato così. Ho finto per non deludere tutti ma ora sono stanco.E a chiunque non andrà bene sarà fuori dalla mia vita
(Omar Ayuso)
dalla serie Élite - a cura di Alessandra
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 5 maggio 2020
Luca Pacilio
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Las Encinas, scuola che accoglie i rampolli della plutocrazia spagnola, ammette alcuni studenti di un istituto pubblico crollato, facendo coesistere, nel suo ambiente esclusivo, ceti diversi: quasi un esperimento di laboratorio in cui si constata come il virus del proletariato contamini, infiammi e faccia reagire quel mondo aristocratico. E come determini reciproci sconfinamenti: se i poveri invadono [...] Vai alla recensione »

lunedì 16 marzo 2020
Flavia Arcangeli
Cinemonitor.it

La terza stagione di Élite, composta da 8 episodi, è sbarcata su Netflix, drammatica, piena di colpi di scena, di intrighi amorosi e nuovi rapporti di amicizia tra i personaggi. Avevamo lasciato i ragazzi di Las Encinas preoccupati per la finta scomparsa di Samuel e la successiva confessione di Carla che accusa Polo dell'assassinio di Marina. La trama di questa terza stagione è più ricca e sostanziosa [...] Vai alla recensione »

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mercoledì 18 ottobre 2023
 

Regia di Ramón Salazar, Dani de la Orden. Una serie con Omar Ayuso, Miguel Bernardeau, Mina El Hammani, Itzan Escamilla, Ester Expósito. Dal 20 ottobre su Netflix. Guarda il trailer »

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venerdì 21 maggio 2021
 

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Regia di Ramón Salazar, Dani de la Orden. Una serie con Omar Ayuso, Miguel Bernardeau, Mina El Hammani, Itzan Escamilla, Ester Expósito. Guarda il video annuncio »

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lunedì 2 marzo 2020
 

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martedì 2 ottobre 2018
Andrea Fornasiero

Tornano dal 5 ottobre su Netflix tre protagonisti di La casa di carta: Miguel Herrán, Jaime Lorente e María Pedraza, che nella hit spagnola interpretavano rispettivamente Rio, Denver e Alison Parker. Sono tra i personaggi della nuova serie Netflix Original [...]

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lunedì 10 settembre 2018
 

Netflix presenta il poster ufficiale della nuova serie TV originale Elite.   Quello che succede a Las Encinas, resta a Las Encinas. Ma quando una delle studentesse viene trovata morta, tutti diventano sospetti.

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lunedì 3 settembre 2018
 

Netflix presenta il trailer di Elite, seconda serie originale Netflix spagnola - diretta da Ramón Salazar e Dani de la Orden - disponibile sulla piattaforma dal 5 ottobre 2018.   La serie riunisce le star de La casa di carta María Pedraza, Miguel Herrán [...]

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