Advertisement
L'uomo di neve e l'eccessivo ricorso al jumpscare

Il film di Alfredson è costretto a ricorrere ai sotterfugi pur di salvare quello che viene visto come il "core business" del genere.
di Marco Castelli, vincitore del Premio Scrivere di Cinema

L'uomo di neve

Impostazioni dei sottotitoli

Posticipa di 0.1s
Anticipa di 0.1s
Sposta verticalmente
Sposta orizzontalmente
Grandezza font
Colore del testo
Colore dello sfondo
0:00
/
0:00
Caricamento annuncio in corso
Michael Fassbender (46 anni) 2 aprile 1977, Heidelberg (Germania) - Ariete. Interpreta Harry Hole nel film di Tomas Alfredson L'uomo di neve.
lunedì 16 ottobre 2017 - Scrivere di Cinema

Il cast, la trama tratta da un libro di Jo Nesbø, la produzione di Martin Scorsese: tutti elementi che contribuiscono ad aumentare la delusione per il contrasto tra i dati di partenza ed il risultato de L'uomo di neve di Tomas Alfredson, un film nel quale il dipanarsi della vicenda tra fiordi e strade sembra solo un metodo come un altro per riempire due ore di qualcosa che per metà potrebbe presentarsi come un poliziesco ma per il resto sembra un gradevole video di promozione turistica della Norvegia e delle sue bellezze naturali.

Emblematico delle debolezze di questa produzione è il fatto che lo stato di inquietudine e di tensione che dovrebbe essere tipico del genere venga avvicinato solo sporadicamente, grazie più a prevedibili jumpscare e non una capacità di costruzione narrativa del regista.
Marco Castelli, vincitore del Premio Scrivere di Cinema

Non si può ancora sapere con certezza a che livello della classifica dei jumpscare il sito americano "Where's the jump" posizionerà il lungometraggio, anche se pare impossibile intaccare il primo posto sul podio di The Haunting in Connecticut 2: Ghosts of Georgia (2013), che in 101 minuti riusciva ad inserire ben 32 jumpscare (di cui 6 maggiori e 23 minori si precisa). Questa tecnica è d'altronde una delle fondamentali per spaventare lo spettatore: apparsa per la prima volta nel 1942 con Il bacio della pantera di Jacques Tourneur è stata negli anni seguenti ripresa da altri registi quali Roman Polanski (ad esempio in Repulsion) e Terence Young (Gli occhi della notte). La crescita esponenziale del suo utilizzo si è avuta però a partire dagli anni '80, con la nascita anche delle categorie di pericolo allo specchio, falsa minaccia, tocco sulle spalle, etc. Da allora si rimane, considerando i film propriamente horror, sulla media dei 9 a pellicola.
Come qualsiasi altro espediente, l'utilizzo di questa tecnica non andrebbe ovviamente considerato come un problema in sé. Tuttavia il fatto che un lungometraggio riesca a ottenere tensione solo nei secondi immediatamente antecedenti il jumpscare è sintomo di una trama debole, costretta a ricorrere ai sotterfugi pur di salvare quello che viene visto come il "core business" del genere.


SCOPRI IL FILM CONTINUA A LEGGERE

{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati