Anno | 2017 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 32 minuti |
Regia di | Gabriele Gravagna |
Attori | Dine S., Magassouba G., Omar W. . |
MYmonetro | 3,19 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 22 aprile 2018
La testimonianza di tre ragazzi minorenni accolti da un centro di prima accoglienza.
CONSIGLIATO SÌ
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Il documentario di Gabriele Gravagna racconta la storia di Dine, Magassouba e Omar, tre ragazzi ospiti dei centri di prima accoglienza per minori stranieri non accompagnati Elom e Azad di Palermo gestiti dall'Associazione Asante Onlus. Grazie alle loro testimonianze il film ci parla di quel viaggio che migliaia di giovani migranti si trovano costretti a intraprendere per fuggire da situazioni inimmaginabili. È la semplicità la cifra stilistica della narrazione che Gravagna, sostenuto dal patrocinio dell'Unicef, propone soprattutto a un pubblico di adolescenti che hanno molto di più di ciò che invece è a disposizione di loro coetanei che sono fuggiti da situazioni in cui la loro vita era a rischio.
Il documentario sembra quasi costituire un passaggio di testimone con Balon di Pasquale Scimeca.
Se il primo ci mostrava il percorso che da un villaggio portava all'imbarco in Libia qui i tre ragazzi ne ripercorrono le tappe ma si mostrano come sono ora che hanno un luogo in cui poter studiare e un lavoro. Il concetto che tutti ribadiscono è che il loro non è stato un viaggio finalizzato a raggiungere una meta di vacanza. Se avessero avuto un sogno simile avrebbero probabilmente scelto altre mete.
La loro è stata un'odissea in cui uno ha perso il fratello e ha anche dovuto abbandonarne il corpo per proseguire il viaggio. Gravagna è entrato in sintonia con loro e li lascia parlare senza aggiungere particolari artifizi sul piano visivo perché ciò che dicono, senza peraltro mai cadere nel patetico, è più che sufficiente per superare le retoriche pro o contro. Si tratta di 'fatti' accaduti a persone innocenti e non possono non far riflettere.