elgatoloco
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lunedì 2 settembre 2019
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eccelso
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Questo"Darkest Hour"(2017, Joe Wright)è film veramente eccelso; perfetta la sceneggitura di Anthony Mc Carter, che si rifà alla storiografia e alle ibografie su Churchill, ma anche alle tante opere che Chrichill, uomo di Stato ma anche storiografo(pur se diceva di non considerarsi tale), autore di un'opera monumentla sulla seconda guerra mondiale, di cui fu protagpnista per il grande merito di aver esortato la Gran Bretagna a resistere, proprio anche in senso bellico, all'invasione nazista(che, dopo l'Anschluss dell'Austria, la Polonia, l''allora Cecoslovacchia, il Belgio, l'Olanda, la Francia ridotta al regime di Vichy e altro-.Norvegia ma anche l'attacco all'URSS- avrebbe segnato la nazificazione concentrazionaria di tutta l'Europa e probabilmente del mondo), facendo in modo, tra l'altro, di indurre gli USA ad intervenire, aprendo poi il secondo fronte.
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Questo"Darkest Hour"(2017, Joe Wright)è film veramente eccelso; perfetta la sceneggitura di Anthony Mc Carter, che si rifà alla storiografia e alle ibografie su Churchill, ma anche alle tante opere che Chrichill, uomo di Stato ma anche storiografo(pur se diceva di non considerarsi tale), autore di un'opera monumentla sulla seconda guerra mondiale, di cui fu protagpnista per il grande merito di aver esortato la Gran Bretagna a resistere, proprio anche in senso bellico, all'invasione nazista(che, dopo l'Anschluss dell'Austria, la Polonia, l''allora Cecoslovacchia, il Belgio, l'Olanda, la Francia ridotta al regime di Vichy e altro-.Norvegia ma anche l'attacco all'URSS- avrebbe segnato la nazificazione concentrazionaria di tutta l'Europa e probabilmente del mondo), facendo in modo, tra l'altro, di indurre gli USA ad intervenire, aprendo poi il secondo fronte. Pur essendo aristocratico di nascita e anzi di "notevole aristocrazia", per esprimersi(ovviamente senza crederci, credo si sappia come la mia pochezza la pensa...), Churchill era anti-convenzionale, non credeva al galateo aristocratico conclamato e ciò nel film emerge, quando si mostra, all'inizio ma anche poi nel corso"avanzato"del film come il suo partito conservatore gli preferisse o il dimissionario Chamberlain, ormai condannato dalla malattia e dall'età, ma anche alcuni avversari inetti quanto incapaci e come invece sir Winston fosse capace, anche in métro, di rapportarsi senza problemi al popolo... Straordinario l'interprete.chiave, il protagonista Gary Oldman, una volta tanto tanti premi più che meritati, con la particolarità(che chi scrive saluta particolarmente che il re(Giorgio VI°)sia interpretato da UN ATTORE PALESAMENTE DI ORGINI EBRAICHE COME bEN mENDELSOHN. fINALMENTE, VIENE DA DIRE, IN QUANTO FINO A NON MOLTO TEMPO FA CIò SAREBBE STATO IMPENSABILE, CONSIDERANDO LE PIù CHE PROBABLI PROTESTE DI GRUPPI MONARCHICI MA ANCHE DI CRISTIANESIMO INTEGRALISTA. eL gATO
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udiego
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sabato 20 gennaio 2018
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l'ora della riscossa
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E' il 1940, l'Europa è sull'orlo del tracollo, Hitler sembra ormai vicino a dare il colpo di grazia al vecchio continente. Dopo la caduta del Belgio e con la Francia ormai in ginocchio, la Gran Bretagna decide di non stare a guardare; la camera dei lord chiede le dimissioni del primo ministro Chamberlain, accusato di essere passivo e poco efficace nel contrastare le folli politiche espansionistiche del Fuhrer. A succedergli, nonostante i timori del Re e della maggioranza del parlamento di sua maestà, sarà Winston Churchill.
Joe Wright, già regista di film come "Espiazione" ed "Orgoglio e Pregiudizio", porta sul grande schermo per l'ennesima volta (ormai non si contano più) la storia di Winston Churchill, da molti ricordato come l'uomo che sconfisse Hitler.
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E' il 1940, l'Europa è sull'orlo del tracollo, Hitler sembra ormai vicino a dare il colpo di grazia al vecchio continente. Dopo la caduta del Belgio e con la Francia ormai in ginocchio, la Gran Bretagna decide di non stare a guardare; la camera dei lord chiede le dimissioni del primo ministro Chamberlain, accusato di essere passivo e poco efficace nel contrastare le folli politiche espansionistiche del Fuhrer. A succedergli, nonostante i timori del Re e della maggioranza del parlamento di sua maestà, sarà Winston Churchill.
Joe Wright, già regista di film come "Espiazione" ed "Orgoglio e Pregiudizio", porta sul grande schermo per l'ennesima volta (ormai non si contano più) la storia di Winston Churchill, da molti ricordato come l'uomo che sconfisse Hitler. Sinceramente le perplessità nell'approcciarsi ad un'opera su un personaggio già propinato in tutte le salse nel mondo della settima arte erano alte. Perplessità che vengono tutte spazzate via durante la visione del film. Wright centra tutto il suo lavoro sul personaggio Churchill e uno strabiliante Gary Oldman lo fa suo, lo calza come un guanto della misura perfetta e ci regala due ore di cinema di altissimo livello. Nulla viene lasciato al caso, regia e sceneggiatura sono costruite in maniera armonica e del tutto concepite per valorizzare il personaggio. Churchill è un burbero, antipatico e prepotente genio ed ogni fotogramma, ogni inquadratura ed ogni sua battuta non mancano di ricordarcelo. Sotto ad un trucco meticoloso ed efficace Gary Oldman si esprime al meglio in una delle sue migliori performance. L'attore britannico riesce a dare tale vigore e credibilità al suo personaggio che il pubblico non può fare altro che rimanerne ammaliato per tutta la durata del film. Anche i personaggi secondari sono costruiti attorno a Churchill, con una deliziosa Krsitin Scott Thomas, nei panni della moglie di Churchill, a mostrarci il lato più umano del primo ministro, e Lily James, nel ruolo della segretaria personale di Winston, a suo agio in un personaggio dolce ed impacciato, che rappresenta fino in fondo il sentimento di timore ed inquietudine ma anche di ammirazione che prova chi gli sta vicino. L'ora più buia è, come si dice in questi casi, un film perfetto per valorizzare le capacità degli attori. Ed anche in questo caso, come in altre circostanze, Wright mostra di essere un regista capace di costruire opere di questo genere. Buona visione!
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flaw54
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domenica 21 gennaio 2018
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one man show
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Gary Oldman domina. Il film è lui: incarna un Churchill in divano tra certezze e paure, talvolta al limite della macchietta, ma capace di riscattarsi nel finale fino a diventare il vero e proprio eroe della resistenza contro la follia hitleriana. Film cupo fatto di sguardi e di parole che si svolge interamente sotto terra in corridoi stretti e fumosi a rappresentare la vicina sconfitta del mondo democratico. Due scene molto belle: l' incontro con i cittadini in metropolitana e il discorso finale in Parlamento con lo storico " Non ci arrenderemo mai!". La storia lo punirà con la sconfitta elettorale dopo la guerra, ma lo tramanderà per sempre come un'icona della resistenza .
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Gary Oldman domina. Il film è lui: incarna un Churchill in divano tra certezze e paure, talvolta al limite della macchietta, ma capace di riscattarsi nel finale fino a diventare il vero e proprio eroe della resistenza contro la follia hitleriana. Film cupo fatto di sguardi e di parole che si svolge interamente sotto terra in corridoi stretti e fumosi a rappresentare la vicina sconfitta del mondo democratico. Due scene molto belle: l' incontro con i cittadini in metropolitana e il discorso finale in Parlamento con lo storico " Non ci arrenderemo mai!". La storia lo punirà con la sconfitta elettorale dopo la guerra, ma lo tramanderà per sempre come un'icona della resistenza . Accanto ad un Oldman debordante talvolta anche narcisistico una Thomas ridotta ad un ruolo di comparsa e quasi irriconoscibile nella sua eccessiva magrezza e in un volto che, spero per decisione dei truccatori, appare segnato in modo inesorabile dall'età. Film tosto, talora pesante, ma che merita di essere visto.
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maurizio.meres
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domenica 21 gennaio 2018
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un grande attore per interpretare un grande uomo
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Un film storico è sempre interessante da vedere in quanto ci ricorda che esiste nella cultura di una persona il sapere,in questo caso diventa importantissimo conoscere i fatti,soprattutto per le nuove generazioni che l'Europa nella seconda guerra mondiale era vicino al baratro più completo ma non per la distruzione di tutto che effettivamente è avvenuta,ma per il proseguo della specie umana quasi condannata ad una chiusura dittatoriale con restrizioni inimmaginabili e con la più completa ignoranza ed incompetenza mentale,dove duemila anni di storia sarebbero stati cancellati.
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Un film storico è sempre interessante da vedere in quanto ci ricorda che esiste nella cultura di una persona il sapere,in questo caso diventa importantissimo conoscere i fatti,soprattutto per le nuove generazioni che l'Europa nella seconda guerra mondiale era vicino al baratro più completo ma non per la distruzione di tutto che effettivamente è avvenuta,ma per il proseguo della specie umana quasi condannata ad una chiusura dittatoriale con restrizioni inimmaginabili e con la più completa ignoranza ed incompetenza mentale,dove duemila anni di storia sarebbero stati cancellati.
Il film è l'ennesimo tributo alla grandissima figura di Winston Churchill,un momento importantissimo della sua ascesa,quando l'uomo politico si prese tutte le responsabilità per combattere e non sottomettersi all'egemonia nazista ormai inarrestabile macchina da guerra è destinata alla conquista di tutta l'Europa, la decisione di non trattare con Hitler influenzò tutto il proseguo della guerra,ottimamente girato con grande accuratezza e senza trascurare i particolari dell'epoca,luci e ombre rispecchiano in pieno il momento storico,il bravissimo regista Inglese Joe Wright si sofferma su quella manciata di giorni dove la presenza e soprattutto la forza decisionale dell'ascesa e al controllo politico di Churchill,rimarcando con piena efficacia tutte le sue parole di spronò di coraggio e di grande patriottismo.
L'interpretazione di Gary Oldman merita un riconoscimento unanime di tutti cinefili,perché stiamo parlando di una interpretazione completa sotto il profilo professionale,essere mentalmente veramente il personaggio che si sta interpretando,entrare nei suoi stati d'animo,studiare il personaggio nella sua più profonda personalità,truccato splendidamente da Kazuhiro Tsuji,tanto da renderlo quasi vero,così come tutti gli altri attori entrati con disinvoltura nei vari personaggi,la moglie e re Giorgio.
Film da vedere.
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beatricer
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giovedì 8 febbraio 2018
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poco intrattenitivo, ma ha il suo perché
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L'azione si sviluppa in un arco temporale molto breve, meno di un mese, e durante una fase cruciale della Seconda Guerra Mondiale. Churchill, caparbio neo Primo Ministro, decide di non piegarsi alla pace offerta dai tedeschi e di continuare incessantemente la guerra, incurante dei costi e delle vittime. Il film, quindi, si concentra sulla scelta che sarà decisiva per tutto il mondo occidentale e sul processo che ha condotto ad essa. Gary Oldman ha dato vita a un personaggio così autentico da dominare totalmente la scena. Le altre figure risultano piuttosto ambigue al confronto e qui si pone il primo problema del film. Il personaggio di Churchill è immenso, ma non basta a riempire il film.
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L'azione si sviluppa in un arco temporale molto breve, meno di un mese, e durante una fase cruciale della Seconda Guerra Mondiale. Churchill, caparbio neo Primo Ministro, decide di non piegarsi alla pace offerta dai tedeschi e di continuare incessantemente la guerra, incurante dei costi e delle vittime. Il film, quindi, si concentra sulla scelta che sarà decisiva per tutto il mondo occidentale e sul processo che ha condotto ad essa. Gary Oldman ha dato vita a un personaggio così autentico da dominare totalmente la scena. Le altre figure risultano piuttosto ambigue al confronto e qui si pone il primo problema del film. Il personaggio di Churchill è immenso, ma non basta a riempire il film. Non mi sarebbe dispiaciuto vedere qualche personaggio con maggior carisma. Gli oppositori di Churchill non sono fortemente contro di lui e, allo stesso modo, i suoi sostenitori sembrano non essere troppo convinti. Il secondo problema principale del film ricade sulla mancanza di sviluppo narrativo. Manca un forte sviluppo della storia e un climax. Al contrario, abbondano i dialoghi non troppo avvincenti. Il film sarebbe stato più intrattenitivo se avesse mostrato anche i lati più pratici della guerra, ma la scelta qui è ben chiara. Si prediligono ambienti chiusi, spazi angusti e dialoghi dietro le quinte. Non si lascia quindi spazio all'azione bellicosa, ma si concentra sulle scelte e manovre politiche che hanno tirato le fila del conflitto mondiale. Il senso stesso del film forse si racchiude proprio in queste scelte stilistiche: meno azione e più ragionamenti. E, in questo modo, il film si colloca nella sua precisa categoria, senza imitarne altri o cadere nelle eccessive finzioni cinematografiche. In sintesi, L'ora più buia è poco intrattenitivo, ma trova la sua collocazione. Vale la pena vederlo, se non altro per la splendida regia.
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spione
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lunedì 5 marzo 2018
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un elegante santino
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A un film del genere non si può certo chiedere di essere storicamente attendibile, perché non è questo il suo scopo. Non avrebbe guastato, tuttavia, qualche accenno in più - sia pur rispettosamente velato - alle ben note simpatie dell'eroico salvatore dell'Europa per le dottrine autoritarie in voga a quell'epoca (e magari anche alla sua grande ammirazione e amicizia con il Mascellone nostrano). Per un'ora e mezzo il film funziona: sapientemente trasformato in un personaggio accattivante un po' folkloristico, l'evergreen del vecchietto simpatico e brontolone, il Churchill di Gary Oldman affascina e conquista. Peccato per gli ultimi venti minuti, in cui finisce per sbracare.
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A un film del genere non si può certo chiedere di essere storicamente attendibile, perché non è questo il suo scopo. Non avrebbe guastato, tuttavia, qualche accenno in più - sia pur rispettosamente velato - alle ben note simpatie dell'eroico salvatore dell'Europa per le dottrine autoritarie in voga a quell'epoca (e magari anche alla sua grande ammirazione e amicizia con il Mascellone nostrano). Per un'ora e mezzo il film funziona: sapientemente trasformato in un personaggio accattivante un po' folkloristico, l'evergreen del vecchietto simpatico e brontolone, il Churchill di Gary Oldman affascina e conquista. Peccato per gli ultimi venti minuti, in cui finisce per sbracare. L'episodio del viaggio in metropolitana risulta francamente imbarazzante, così come la scena dei discorsi finali di fronte al governo e al Parlamento è intrisa di una retorica indigeribile. Ma quando si vuole puntare al successo al botteghino, temo che non ci siano altre scelte.
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[+] disinformato
(di max821966)
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[+] tutti i salmi finiscono in gloria
(di mencio)
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tmpsvita
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mercoledì 24 gennaio 2018
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una grande sorpresa
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Probabilmente si tratta di una delle più grandi e belle sorprese che il cinema mi ha riservato per questo (2017) anno ormai passato da poco.
"Darkest Hour" è una sorpresa su più fronti, non solo quello narrativo ma anche, e forse soprattutto, su quello tecnico.
Il film gode infatti di una straordinaria componente visiva e artistica. Una fotografia delle più belle dell'anno che, con colori affascinanti e delle luci estremamente atmosferiche, riempie il film di splendide immagini a dir poco suggestive e sempre notevolmente coerenti con il tono, che cambia più volte nel corso degli eventi, che il regista Joe Wright ha deciso di dare al film.
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Probabilmente si tratta di una delle più grandi e belle sorprese che il cinema mi ha riservato per questo (2017) anno ormai passato da poco.
"Darkest Hour" è una sorpresa su più fronti, non solo quello narrativo ma anche, e forse soprattutto, su quello tecnico.
Il film gode infatti di una straordinaria componente visiva e artistica. Una fotografia delle più belle dell'anno che, con colori affascinanti e delle luci estremamente atmosferiche, riempie il film di splendide immagini a dir poco suggestive e sempre notevolmente coerenti con il tono, che cambia più volte nel corso degli eventi, che il regista Joe Wright ha deciso di dare al film.
Degno di nota è anche il suo lavoro svolto in quanto alla regia che si presenta rigorosa nella forma e ambiziosa nei contenuti con inquadrature piene di simbolismi e visivamente molto belle.
Ottima anche la colonna sonora che svolge un ruolo molto importante, tenendo quasi sempre alta la tensione coinvolgendo lo spettatore; inoltre è aiutata moltissimo da uno straordinario montaggio.
Impossibile poi non congratularsi con Gary Oldman che con la sua magistrale interpretazione, il suo sguardo unico e movimenti, per lo più del corpo, studiati nel minimo dettaglio, ci regala il miglior Winston Churchill nella storia del cinema.
Inoltre il trucco impeccabile e i costumi fedeli lo rendono perfettamente credibile.
Ciò che mi impedisce nel definirlo un capolavoro di film è il suo ritmo altalenante, inizia in maniera perfetta, veloce, accattivante, incalzante e coinvolgente, ma dalla seconda metà in poi si appesantisce a causa di una maggiore lentezza, forse inevitabile
Voto: 8+/10
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michelecamero
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domenica 28 gennaio 2018
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un invito alle ultime generazioni
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Film storico – biografico sulla figura di Winston Churchill fatto molto bene nel suo genere con un sapiente mix tra riferimenti storici e licenze autoriali per quanto riguarda alcuni episodi, uno su tutti quello del tuffo in metropolitana per ascoltare gli umori del popolo londinese. La pellicola si concentra in particolare su una fase della storia umana e politica di Churchill quella in cui, chiamato a guidare il Paese a seconda guerra mondiale già iniziata, con una Inghilterra mal messa in campo, il cui esercito si trova invischiato nelle dune di Dunkerque, il nostro opta per una resistenza bellica ad oltranza e non per ambigui negoziati di pace con la Germania di Hitler, mediati da Mussolini.
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Film storico – biografico sulla figura di Winston Churchill fatto molto bene nel suo genere con un sapiente mix tra riferimenti storici e licenze autoriali per quanto riguarda alcuni episodi, uno su tutti quello del tuffo in metropolitana per ascoltare gli umori del popolo londinese. La pellicola si concentra in particolare su una fase della storia umana e politica di Churchill quella in cui, chiamato a guidare il Paese a seconda guerra mondiale già iniziata, con una Inghilterra mal messa in campo, il cui esercito si trova invischiato nelle dune di Dunkerque, il nostro opta per una resistenza bellica ad oltranza e non per ambigui negoziati di pace con la Germania di Hitler, mediati da Mussolini. Fu, come sappiamo, una scelta non facile e assai coraggiosa in quello scenario negativo, ma fu anche la decisione che oltre a svegliare l’orgoglio dei sudditi di Sua Maestà, creò le basi per una resistenza continentale ed extra continentale alla minaccia nazista. Insomma una tappa importante per la storia della Libertà e della Democrazia Europea. Personalmente accolgo sempre di buon occhio questo genere di film che hanno il merito di approcciare a certi fatti e a certi temi le ultime generazioni le quali spesso ne sconoscono o hanno una idea vaga, ignorando soprattutto come si è giunti a quello di cui godono e che in tal modo si vedono offrire l’opportunità anche di un loro personale approfondimento, se lo vorranno. Il rammarico tuttavia sta nella constatazione che pur a sala cinematografica piena, non c’erano under 40! Il film ricostruisce molto bene quelle ambientazioni, le atmosfere, persino le opache luminosità con lo zelo che gli inglesi sanno mettere in queste ricostruzioni. Ben interpretato da una serie di ottimi attori provenienti, come sempre per il cinema d’oltremanica, dalla grande scuola del loro teatro con una puntuale e misurata Kristin Scott Thomas, un’attrice per la quale non nascondo di avere un debole, e soprattutto da Gary Oldman un Churchill credibilissimo, da Oscar.
michelecamero
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vanessazarastro
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domenica 28 gennaio 2018
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a lezione di storia
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L’ora più buia costituisce sicuramente un pezzo di bravura del versatile attore londinese Gary Oldman, per la sua interpretazione di sir Winston Leonard Spencer Churchill.
Il film tratta con dovizia di particolari il primo mese e mezzo di nomina del sessantaseienne Churchill a Primo Ministro nel 1940, comprensivo dei retroscena, degli intrighi politici con continui richiami al suo non essere troppo gradito né ai Conservatori né al Re. Dai compagni di partito non gli era stata perdonata la disfatta di Gallipoli durante la Prima guerra Mondiale, operazione militare guidata da Churchill nel gennaio del 1915; e re Giorgio VI non gli ha mai perdonato di aver assecondato il matrimonio del fratello Edoardo nel 1937 con Wallis Simpson, una borghese americana per di più già divorziata due volte.
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L’ora più buia costituisce sicuramente un pezzo di bravura del versatile attore londinese Gary Oldman, per la sua interpretazione di sir Winston Leonard Spencer Churchill.
Il film tratta con dovizia di particolari il primo mese e mezzo di nomina del sessantaseienne Churchill a Primo Ministro nel 1940, comprensivo dei retroscena, degli intrighi politici con continui richiami al suo non essere troppo gradito né ai Conservatori né al Re. Dai compagni di partito non gli era stata perdonata la disfatta di Gallipoli durante la Prima guerra Mondiale, operazione militare guidata da Churchill nel gennaio del 1915; e re Giorgio VI non gli ha mai perdonato di aver assecondato il matrimonio del fratello Edoardo nel 1937 con Wallis Simpson, una borghese americana per di più già divorziata due volte. La scelta di Churchill in un certo senso, è stata obbligata perché avrebbe dovuto guidare un’ampia coalizione ed è l’unico candidato che piace all’opposizione, forse per alcune sue idee progressiste.
Winston Churchill – una delle voci più critiche dell’epoca riguardo alla Germania nazista - è visto nella sua vita privata con la moglie Clementine, sua prima sostenitrice e i suoi numerosi figli. Viene dipinto come un burbero e stravagante (ormai) anziano, sempre con il sigaro, che ama molto bere: whiskey a colazione, champagne a pranzo e a cena, brandy e porto in serata. Nelle uscite immancabili sono il bastone e il cappello di feltro (l’Homburg).
L’impegno che si chiede al neo nominato Primo Ministro è massimo. Il predecessore Neville Chamberlain era stato costretto alle dimissioni per non saper gestire l’emergenza bellica e per non riuscire a formare un governo di larghe intese. La situazione in Europa era, a dir poco disastrosa: la Francia occupata dai Tedeschi è vicina alla resa, il Belgio è già capitolato e l’esercito inglese è imprigionato lungo la spiaggia di Dunkerque. Così Churchill guiderà l’Operazione Dynamo, impegnando circa 800 navi civili nella ritirata e portando così in salvo circa 300.000 militari tra britannici e francesi.
Il film mostra inoltre il rifiuto di Churchill a trattare con Hitler anche con la mediazione di Bastianini, ambasciatore italiano nel Regno Unito. Il suo disprezzo per ogni dittatura e il suo amore per la libertà lo porteranno a fare vari discorsi alla popolazione che ritroverà dignità e coraggio grazie alle sue toccanti parole.
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[+] precisazioni
(di domenicomaria)
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arctor
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mercoledì 7 marzo 2018
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darkest hour
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Il regista Joe Wright torna sugli schermi dopo alcuni anni di assenza (non contando il trascurabile intermezzo fantasy di “Pan”, ci aveva lasciati con l’adattamento di Anna Karenina) con un film le cui intime caratteristiche di genere competono abbastanza al suo particolare stile e afflato storiografico, come al suo cinema stesso. E’ da subito chiaro che naviga in acque a lui congeniali in quanto il soggetto è confacente alla sua estetica, alla cifra filmografica mostrata già dal suo attivo, ossia di ricerca, per immagini e dialoghi di una consistenza caratteriale nei suoi personaggi, spesso tratti dalla letteratura o dalla storia, come qui. Ma un ritratto così complesso, sfaccettato, articolato, eppure limpido e puntiglioso, di sorta, quale dev’essere quello di una personalità di assoluto spicco, che ebbe, nella scena politica inglese di inizio Seconda Guerra Mondiale (Churchill), non è mai esente da rischi vari, come quello di scadere nella mezza caricatura o nel tragicomico pasticciato, muoversi “a braccio” o dando vita a uno spaccato privo di profondità.
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Il regista Joe Wright torna sugli schermi dopo alcuni anni di assenza (non contando il trascurabile intermezzo fantasy di “Pan”, ci aveva lasciati con l’adattamento di Anna Karenina) con un film le cui intime caratteristiche di genere competono abbastanza al suo particolare stile e afflato storiografico, come al suo cinema stesso. E’ da subito chiaro che naviga in acque a lui congeniali in quanto il soggetto è confacente alla sua estetica, alla cifra filmografica mostrata già dal suo attivo, ossia di ricerca, per immagini e dialoghi di una consistenza caratteriale nei suoi personaggi, spesso tratti dalla letteratura o dalla storia, come qui. Ma un ritratto così complesso, sfaccettato, articolato, eppure limpido e puntiglioso, di sorta, quale dev’essere quello di una personalità di assoluto spicco, che ebbe, nella scena politica inglese di inizio Seconda Guerra Mondiale (Churchill), non è mai esente da rischi vari, come quello di scadere nella mezza caricatura o nel tragicomico pasticciato, muoversi “a braccio” o dando vita a uno spaccato privo di profondità. Tutto questo non avviene, alla fine, fortunatamente.
Di ritratti e di pellicole incentrate sulla figura di Churchill se ne sono susseguite molte nell’arco di pochi anni (ma sin dai primi anni ’00, con Albert Finney) per arrivare ai progetti più recenti, interpretati da attori protagonisti tutti bene o male capaci di rendere il personaggio con le dovute differenze, a proprio modo (Michael Gambon, Brian Cox, Brendan Gleeson, probabilmente il migliore sino a qui). E forse però appunto con “Darkest Hour” si tratta del caso in cui, almeno da un punto di vista qualitativo e di invenzione, virtù stilistica e al contempo fedeltà narrativa, quest’ultima opera di Wright ne surclassa la maggior parte, in buona misura rendendo al meglio le complicazioni e le difficoltà, gli impedimenti di una personalità stratificata quanto unica e amabile di Winston e del circondario. Grazie anche all’uso saggio e ponderato di luci ed ombre, in un’ottica di scenografia e di scene in senso più ampio, ma anche montaggio e musica (ottimo l’accompagnamento dell’italiano Dario Marianelli, basato su eleganti scie di piano ralenti). La composizione segue l’ordine realistico e cronologico dei fatti e degli eventi. Lo script è quasi sempre rispettoso del materiale di partenza nella descrizione dei giorni più densi della vita del protagonista in ottica decisionale, di governo e inoltre morale. La questione di ambito e di spessore morale e fatale viene sollevata ben presto: migliaia di vite ormai gli dipendono, sono appese a un filo, pendono dalla sua ultima parola sulle numerose scelte da prendere. Risparmiandosi certi crismi, Wright infrange i limiti del ‘biopic’ riduttivo ed a sé stante, che spesso, quando in mano a registi minori, non navigati, occasionali, finisce per essere sterile (come in buona parte “Into The Storm”, un girato televisivo del 2008, che si concentrava però comunque più su aspetti del suo privato che non sulla sua visione chiarificatrice, d’onore, politica e d’insieme, di popolo, nonché di orgoglio nazionale). Merito anche soprattutto di un ritrovato Gary Oldman, perfettamente mimetico, uno fra i migliori attori inglesi sulla piazza. Un film che non nasconde una genuina impostazione formale, ma in ultima istanza è più che mai capace di condensare una riflessione e dare il senso di un’identità critica, di sicuro interesse della storia europea e mondiale di metà secolo scorso.
Voto: 6.5/10
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