eugen
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giovedì 19 ottobre 2023
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tema difficile, grande clint
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Meta'gennaio 2009,il volto Airways 1549 diretto da new York a Seattle, comandato dal pilota Chesely(detto Sullly)Sullenberger, pilota espertissimo, con 42 anni di esperienza come pilota, per un grave guasto causato da un bird strike, deve ammarrare nell'Hufson invece di atterrare all'aeretoporto La Guardia di New York, in quanto tecnicamente non sarebbe potuto arrivare o meglio tornare nell0aereoprto di Big Applle. Il comandante viene comunque sottoposto a una commissione d'inchiesta, rischiando persino la pensione, nel caso che gli dinao torto,, ma lui demorde e la verifica ulteriore gi dara'ragione: rebus sic stantibus non sarebbe portuto arrivare al La Guradia in alcun modo, dato che entrambi i motori erano fuori uso, Difficile riferire filmicamente(trascrivere filmicamente)un fatto di cronaca come quello relativo a un volo non riuscito come volo, appunto per problemi tecnici gravi ma perfettamente riuscito a livello complesisvo, esalvando tutti i passeggeri in condizioni molto difficli: "Sullly" di Clint Eastwood(screenoplay di Toni Komarnicki, dalle memorie dello stesso comandantepilota Sullenberger, scritte con Jeffrey Zasow, 2016)ma Clint ci riesce perfettamente, alterando presente e passato con l'uso frequente ma perfetto(mai esagerao)di Feed-backs e di"progressionei "temporali.
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Meta'gennaio 2009,il volto Airways 1549 diretto da new York a Seattle, comandato dal pilota Chesely(detto Sullly)Sullenberger, pilota espertissimo, con 42 anni di esperienza come pilota, per un grave guasto causato da un bird strike, deve ammarrare nell'Hufson invece di atterrare all'aeretoporto La Guardia di New York, in quanto tecnicamente non sarebbe potuto arrivare o meglio tornare nell0aereoprto di Big Applle. Il comandante viene comunque sottoposto a una commissione d'inchiesta, rischiando persino la pensione, nel caso che gli dinao torto,, ma lui demorde e la verifica ulteriore gi dara'ragione: rebus sic stantibus non sarebbe portuto arrivare al La Guradia in alcun modo, dato che entrambi i motori erano fuori uso, Difficile riferire filmicamente(trascrivere filmicamente)un fatto di cronaca come quello relativo a un volo non riuscito come volo, appunto per problemi tecnici gravi ma perfettamente riuscito a livello complesisvo, esalvando tutti i passeggeri in condizioni molto difficli: "Sullly" di Clint Eastwood(screenoplay di Toni Komarnicki, dalle memorie dello stesso comandantepilota Sullenberger, scritte con Jeffrey Zasow, 2016)ma Clint ci riesce perfettamente, alterando presente e passato con l'uso frequente ma perfetto(mai esagerao)di Feed-backs e di"progressionei "temporali. Partioclarmente intesnsi i momenti di paura e panico di Sully, sempre contenuti, ma intensamente vissuti dak protaognista Tom Hanks, ma anche da Aaron Eckhart, nei panni del copilota. Ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, Clint Eastwood dimostra di essere uno dei pochissmi grandi regisit in un Pantheon ormai molto ristretto di grandi autori cintemotagorafici, Le paure a gnosce dei passeggeri sono vissute e ri.vissute con grande intelligenza e empatia, con interpreti di ottimo livello. Eugen
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eugen
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giovedì 19 ottobre 2023
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tema difficile, grande clint
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Meta'gennaio 2009,il volto Airways 1549 diretto da new York a Seattle, comandato dal pilota Chesely(detto Sullly)Sullenberger, pilota espertissimo, con 42 anni di esperienza come pilota, per un grave guasto causato da un bird strike, deve ammarrare nell'Hufson invece di atterrare all'aeretoporto La Guardia di New York, in quanto tecnicamente non sarebbe potuto arrivare o meglio tornare nell0aereoprto di Big Applle. Il comandante viene comunque sottoposto a una commissione d'inchiesta, rischiando persino la pensione, nel caso che gli dinao torto,, ma lui demorde e la verifica ulteriore gi dara'ragione: rebus sic stantibus non sarebbe portuto arrivare al La Guradia in alcun modo, dato che entrambi i motori erano fuori uso, Difficile riferire filmicamente(trascrivere filmicamente)un fatto di cronaca come quello relativo a un volo non riuscito come volo, appunto per problemi tecnici gravi ma perfettamente riuscito a livello complesisvo, esalvando tutti i passeggeri in condizioni molto difficli: "Sullly" di Clint Eastwood(screenoplay di Toni Komarnicki, dalle memorie dello stesso comandantepilota Sullenberger, scritte con Jeffrey Zasow, 2016)ma Clint ci riesce perfettamente, alterando presente e passato con l'uso frequente ma perfetto(mai esagerao)di Feed-backs e di"progressionei "temporali.
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Meta'gennaio 2009,il volto Airways 1549 diretto da new York a Seattle, comandato dal pilota Chesely(detto Sullly)Sullenberger, pilota espertissimo, con 42 anni di esperienza come pilota, per un grave guasto causato da un bird strike, deve ammarrare nell'Hufson invece di atterrare all'aeretoporto La Guardia di New York, in quanto tecnicamente non sarebbe potuto arrivare o meglio tornare nell0aereoprto di Big Applle. Il comandante viene comunque sottoposto a una commissione d'inchiesta, rischiando persino la pensione, nel caso che gli dinao torto,, ma lui demorde e la verifica ulteriore gi dara'ragione: rebus sic stantibus non sarebbe portuto arrivare al La Guradia in alcun modo, dato che entrambi i motori erano fuori uso, Difficile riferire filmicamente(trascrivere filmicamente)un fatto di cronaca come quello relativo a un volo non riuscito come volo, appunto per problemi tecnici gravi ma perfettamente riuscito a livello complesisvo, esalvando tutti i passeggeri in condizioni molto difficli: "Sullly" di Clint Eastwood(screenoplay di Toni Komarnicki, dalle memorie dello stesso comandantepilota Sullenberger, scritte con Jeffrey Zasow, 2016)ma Clint ci riesce perfettamente, alterando presente e passato con l'uso frequente ma perfetto(mai esagerao)di Feed-backs e di"progressionei "temporali. Partioclarmente intesnsi i momenti di paura e panico di Sully, sempre contenuti, ma intensamente vissuti dak protaognista Tom Hanks, ma anche da Aaron Eckhart, nei panni del copilota. Ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, Clint Eastwood dimostra di essere uno dei pochissmi grandi regisit in un Pantheon ormai molto ristretto di grandi autori cintemotagorafici, Le paure a gnosce dei passeggeri sono vissute e ri.vissute con grande intelligenza e empatia, con interpreti di ottimo livello. Eugen
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dandy
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giovedì 4 febbraio 2021
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il fattore umano...
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Ispirandosi ancora ad una storia vera(la mancata tragedia aerea del 15 gennaio 2009 a New York)Eastwood mette intelligentemente da parte la spettacolarità(molto sobrie e comunque di effetto le scene dell'ammaraggio)per concentrarsi sulla figura di un grande uomo che si trova paradossalmente screditato dalla burocrazia.E attraverso gli avvenimenti mostrati da diversi punti di vista(i protagonisti,il personale di bordo,i passeggeri,la torre di controllo e infine la commissione di inchiesta)fa emergere con forza l'encommiabile determinazione e prontezza di spirito(la decisione di ammaraggio fu presa in poco più di 30 secondi)del protagonista,capace con la sua lunga esperienza di far la differenza e aver reso possibile il "miracolo sull'Hudson" aldilà di regionamenti meccanici,statistiche e ricostruzoni simulate.
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Ispirandosi ancora ad una storia vera(la mancata tragedia aerea del 15 gennaio 2009 a New York)Eastwood mette intelligentemente da parte la spettacolarità(molto sobrie e comunque di effetto le scene dell'ammaraggio)per concentrarsi sulla figura di un grande uomo che si trova paradossalmente screditato dalla burocrazia.E attraverso gli avvenimenti mostrati da diversi punti di vista(i protagonisti,il personale di bordo,i passeggeri,la torre di controllo e infine la commissione di inchiesta)fa emergere con forza l'encommiabile determinazione e prontezza di spirito(la decisione di ammaraggio fu presa in poco più di 30 secondi)del protagonista,capace con la sua lunga esperienza di far la differenza e aver reso possibile il "miracolo sull'Hudson" aldilà di regionamenti meccanici,statistiche e ricostruzoni simulate.Efficace lo stile asciutto e scorrevole(e' uno degli ultimi film del regista più brevi) ed ottimo Hanks,canuto e con baffetti bianchi,nel rendere la fragilità del protagonista dopo l'accaduto e lo spaesamento di fronte all'attenzione riservatagli da tutta l'America,cui Eastwood non risparmia qualche frecciata(le domande impertinenti della giornalista,la grottesca serata da David Letterman).Più superflue le parti riservate alla giovinezza di Sully.Nei titoli di testa si vedono le immagni reali dell'incidente seguite dal raduno del pilota con i 155 passeggeri organizzato dal regista stesso.Da confrontare con "The flight".
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paolo russo
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domenica 16 agosto 2020
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impeccabile
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Raro leggere una recensione così generosa di pertinenza e passione, competenza e attenzione. Complimenti cara Marzia: hai "colpito e affondato" uno degli eroi-maestri più amati e stimati della mia interminabile carriera di cinematografico "guardone", come il grande Gioan Brera fu Carlo definiva gli assidui e competenti di una qualche pratica. Diciamo 45 anni fra Spaziouno (redazione di Cult Movie inclusa), cooperativa Alfieri, Avanti!, Nazione, Tirreno per poi chiudere con 30 anni tondi a Repubblica, da dove mi son dimesso nel gennaio 2019. Il solo distintivo che mi resta oggi è la tessera del sindacato critici cinematografici. Tutto ciò non certo per farmi pubblicità, ma per dare un po' di peso al mio apprezzamento del tuo lavoro (è già la seconda volta che ti scrivo per dirlo ma la prima mi sparì la mail.
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Raro leggere una recensione così generosa di pertinenza e passione, competenza e attenzione. Complimenti cara Marzia: hai "colpito e affondato" uno degli eroi-maestri più amati e stimati della mia interminabile carriera di cinematografico "guardone", come il grande Gioan Brera fu Carlo definiva gli assidui e competenti di una qualche pratica. Diciamo 45 anni fra Spaziouno (redazione di Cult Movie inclusa), cooperativa Alfieri, Avanti!, Nazione, Tirreno per poi chiudere con 30 anni tondi a Repubblica, da dove mi son dimesso nel gennaio 2019. Il solo distintivo che mi resta oggi è la tessera del sindacato critici cinematografici. Tutto ciò non certo per farmi pubblicità, ma per dare un po' di peso al mio apprezzamento del tuo lavoro (è già la seconda volta che ti scrivo per dirlo ma la prima mi sparì la mail...). Mantieniti così. Mi raccomando!
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elgatoloco
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lunedì 17 febbraio 2020
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clint is the best
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Dall'autobiografia di Chesley Sullenberger, detto"Sully", protagonista di un"ammarraggio"nel fiume Hudson a metà gennaio 2009, Clint Easwood trae, sette anni dipo, (2016)questo"Sullly"che sa altenrare con intelligenza registica totale(Clint è anche co-produttore)passato(il momento dell'ammarraggio)e presente(l'inchiesta , in quanto"Suyll", pur osannato dai media e a livello popolare quale eroe, che ha salvato tutti i passeggeri e l'equipaggio, rischiando moltissimo egli stesso, in quanto sceso dall'aereo molto dopo, pur non essendo né giovane né sanissimo), veine interrrogato in quanto avrebbe contravvenuto alle regole del "codice di volo", che non prevede atterraggi di quel tipo-rilevazioni"ipoteriche"che tra l'altro si riveleranno sbagliate, dando infine pineamente ragione a Sylly.
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Dall'autobiografia di Chesley Sullenberger, detto"Sully", protagonista di un"ammarraggio"nel fiume Hudson a metà gennaio 2009, Clint Easwood trae, sette anni dipo, (2016)questo"Sullly"che sa altenrare con intelligenza registica totale(Clint è anche co-produttore)passato(il momento dell'ammarraggio)e presente(l'inchiesta , in quanto"Suyll", pur osannato dai media e a livello popolare quale eroe, che ha salvato tutti i passeggeri e l'equipaggio, rischiando moltissimo egli stesso, in quanto sceso dall'aereo molto dopo, pur non essendo né giovane né sanissimo), veine interrrogato in quanto avrebbe contravvenuto alle regole del "codice di volo", che non prevede atterraggi di quel tipo-rilevazioni"ipoteriche"che tra l'altro si riveleranno sbagliate, dando infine pineamente ragione a Sylly. La bravura di Tom Hanks, in un film in cui tutti/e gli/le interprreti sono di alto livello, giù intuita vari anni, anzi vari decenni fa da Spielberg, è totale, ma anche proprio in quanto si relazione con una direzione sicurissima, che sa precisamente ciò che vuole. Nessuna retorica di tipo eroico, nessuna smanceria sulle"vite salvate"quando invece la consapevolezza, seriamente e veramente"di sentimento"è profondissima , trattando un tema caro a Eastwood da sempre: quello dell'eroe civile non riconosciuto come tale(che fosse il cow-boy che vuole vendicare torti e ingiustizie, l'ispettore di polizia che vuole punire gravi crimini o ancora il protagonista di"Gran Torino"che colpisce chi ha discriminato persone"colpevoli"di avere un altro colore della pella...). Le ultime (nel senso delle più recenti)di Clint ne confermano sia l'altissima qualità registica(anzi di autore a tutto tondo)quanto la qualità di impegno etico, dove le due dimensioni vanno sempre di pari passo, il che non avviene molto di frequente, nel mondo dello spettacolo. El Gato
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great steven
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lunedì 26 agosto 2019
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l'esperienza del pilota giusto al momento pazzesco
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SULLY (USA, 2016) di CLINT EASTWOOD. Con TOM HANKS, AARON ECKHART, LAURA LINNEY, ANNA GUNN, MIKE O'MALLEY, ANN CUSACK, HOLT MCCALLANY, JAMEY SHERIDAN, JERRY FERRARA, SAM HUNTINGTON, MOLLY HAGAN, MAX ADLER
A New York, il 15 gennaio 2009, il volo USAIR-1549 rischia di trasformarsi in tragedia: l’aeroplano si scontra con uno stormo di uccelli sopra l’Hudson, perde la spinta di entrambi i motori e non può atterrare su una pista. Il comandante Chesley Sullenberger, detto Sully, decide dunque un ammarraggio di fortuna direttamente sul fiume: è un’impresa disperata, ma l’incredibile avviene e Sully riesce a salvare la vita a tutti e 155 i passeggeri a bordo del velivolo, i quali vengono poi riportati sulla terraferma dal soccorso navale e subacqueo.
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SULLY (USA, 2016) di CLINT EASTWOOD. Con TOM HANKS, AARON ECKHART, LAURA LINNEY, ANNA GUNN, MIKE O'MALLEY, ANN CUSACK, HOLT MCCALLANY, JAMEY SHERIDAN, JERRY FERRARA, SAM HUNTINGTON, MOLLY HAGAN, MAX ADLER
A New York, il 15 gennaio 2009, il volo USAIR-1549 rischia di trasformarsi in tragedia: l’aeroplano si scontra con uno stormo di uccelli sopra l’Hudson, perde la spinta di entrambi i motori e non può atterrare su una pista. Il comandante Chesley Sullenberger, detto Sully, decide dunque un ammarraggio di fortuna direttamente sul fiume: è un’impresa disperata, ma l’incredibile avviene e Sully riesce a salvare la vita a tutti e 155 i passeggeri a bordo del velivolo, i quali vengono poi riportati sulla terraferma dal soccorso navale e subacqueo. La stampa e i mass media lo osannano subito come l’eroe del momento, eppure i cavilli giudiziari non tardano ad emergere: il comandante e il suo primo ufficiale Jeff Skies avrebbero potuto raggiungere LaGuardia, la prima pista di atterraggio nelle vicinanze, e garantire all’intero equipaggio una salvezza meno rischiosa? Per scoprirlo, i magistrati della metropoli si avvalgono di un eterogeneo team di sperimentatori, ingegneri aeronautici e piloti specializzati al fine di dimostrare che, nonostante la grave situazione, l’ammarraggio era evitabile. Vedendo in pericolo la sua carriera e sapendo minacciata la sua reputazione, Sully, costretto a non vedere la moglie e le figlie perché lontano da casa in attesa dell’udienza definitiva, rimugina perfino di notte sull’incidente che l’ha visto protagonista (e anche salvatore assoluto) ed è tormentato da dubbi e rimorsi, finché, grazie al prezioso aiuto del co-pilota Jeff, suo inseparabile amico, non dimostra al processo che è stato inutile cercare l’errore umano poiché si trattava di un evento senza precedenti in cui hanno giocato a favore della sopravvivenza dei passeggeri l’immensa esperienza del comandante in volo (oltre quarant’anni) e la responsabilità imprescindibile di un fattore sorpresa da gestire nell’arco di soli 208 secondi. Superba raffigurazione audiovisiva di un episodio di cronaca recente in cui, una volta tanto, una catastrofe sfiorata non ha sollevato una bufera che sia poi andata ad autoalimentarsi con richiami alle autorità, incompetenze istituzionali o impazienze burocratiche. Eastwood pare proprio aver agguantato, nel corrente decennio ormai alla sua conclusione, il piglio di fare cinema sulla vita reale: tant’è che, dopo Invictus (basato sui Mondiali di rugby 1995 che videro la Repubblica Sudafricana trionfare, e così consolidare il prestigio politico di Nelson Mandela), J. Edgar (incentrato sulla figura del fondatore dell’FBI), Jersey Boys (a proposito dei Four Seasons, intramontabile quartetto musicale degli anni ’50) e American Sniper (che vede al fulcro della vicenda il tiratore scelto arruolato nei Navy SEAL Chris Kyle), Sully continua alacremente su questa fortunata falsariga restituendo al pubblico l’immagine ben congegnata, ragionata e costruita di un uomo dei nostri tempi artefice di un miracolo che nessuno credeva possibile, ma che ha comunque suscitato da un lato polemiche che hanno dovuto cedere il passo alla realtà dei fatti (incontestabile al di là di ogni previsione) e dall’altro un tripudio di ammirazione verso colui che ha affermato di aver svolto il suo mestiere come ogni giorno. Il regista mostra la sua consueta abilità di narratore del vero dirigendo un T. Hanks in stato di grazia e truccato a dovere per la rassomiglianza al meglio di una formulazione elaborata allo scopo di svellere ogni cifra politica dal racconto per renderlo fruibile a una fetta progressiva di pubblico, nonché autosufficiente dal punto di vista della materia, nel senso che l’opera, a conti fatti, risulta impenetrabile alle interpretazioni più macchinose e resta solo osservabile al pari di uno straordinario biopic che non si pone limiti né forza gli avvenimenti accaduti in quel periodo. D’altro canto, ci si accorge anche d’una sceneggiatura che abbonda di dialoghi significativi umanamente, attenta a confidare in uno spazio non troppo tecnico che permetta agli attori di esprimersi con una recitazione assai realistica in un contesto che fa riferimento alla grandezza. Nella fattispecie, una grandezza di un uomo che può parimenti essere considerato la personificazione dell’eroismo o viceversa un impostore deviante, fino al momento nel quale la prima ipotesi non si verifica in tempi concreti. Accanto ad Hanks, A. Eckhart è un compagno di viaggi, avventure e sofferenze davvero imperdibile, mentre L. Linney (che dialoga con Hanks sempre e solo al telefono) è una moglie fedele che ricorda al marito le sue preoccupazioni riguardo ad una casa da affittare e ai costi domestici da pagare che non potrebbero più essere saldati se il comandante dovesse interrompere i voli. Numerosi pezzi di bravura (la lunga sequenza dell’ammarraggio sull’Hudson lascia letteralmente a bocca aperta per come è coadiuvata alla grande) e qualche chicca (Hanks che corre avvolto nel cappotto nella fredda notte invernale newyorkese).
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onufrio
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venerdì 4 maggio 2018
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planando sull'hudson
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Clint Eastwood va dritto al punto e racconta in maniera accurata la vicenda avvenuta a New York il 15 gennaio del 2009 quando il pilota dell'airbus Sullenberger, interpretato in maniera impeccabile da Tom Hanks, è costretto causa danni ad entrambi i motori, a fare un atterraggio d'emergenza abbastanza complicato ed insolito, planare sul fiume Hudson. Una vicenda che fortunatamente finì nel migliore dei modi, con un successivo processo al comandante "Sully" che lo vedrà uscire a testa altissima.
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sellerone
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lunedì 12 marzo 2018
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uomo batte macchina
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L'americano ha bisogno di autocelebrarsi, questo film lo fà, non solo, fà diventare un fatto reale una favola e questo non so se è un bene. Il film mi è piaciuto, gli attori sono stati bravi e la storia ti prende, non credo che abbia esagerato mettendo in evidenza l'ottimo lavoro svolto da soccorritori e protagonisti, esce una bella storia che fà onore a chi l'ha vissuta. Una nota speciale all'uomo che ha ragione sulla macchina (in questo caso la strumentazione che dava per funzionante un motore). Bravi tutti e W l'aviazione, la guarda di fiume, i traghettatori, gli elicotteristi etc etc. W New York, da dove si parte sempre tardi e si finisce per atterrare nell'Hudson.
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L'americano ha bisogno di autocelebrarsi, questo film lo fà, non solo, fà diventare un fatto reale una favola e questo non so se è un bene. Il film mi è piaciuto, gli attori sono stati bravi e la storia ti prende, non credo che abbia esagerato mettendo in evidenza l'ottimo lavoro svolto da soccorritori e protagonisti, esce una bella storia che fà onore a chi l'ha vissuta. Una nota speciale all'uomo che ha ragione sulla macchina (in questo caso la strumentazione che dava per funzionante un motore). Bravi tutti e W l'aviazione, la guarda di fiume, i traghettatori, gli elicotteristi etc etc. W New York, da dove si parte sempre tardi e si finisce per atterrare nell'Hudson.
Visto, rivedibile e da comprare in DVD va anche bene.
Da vedere con Pierpaolo che lavora in aereoporto.
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ninoraffa
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lunedì 12 febbraio 2018
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il fattore umano
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La storia è notissima. 11 settembre 2001, New York, un gruppo di terroristi prende il controllo di due aerei di linea scagliandoli contro le torri del World Trade Center. Nel successivo crollo moriranno circa 3000 innocenti, aprendo nella psicologia collettiva statunitense una ferita non ancora rimarginata.
“Sully” non racconta le Torri Gemelle, ma ne accenna negli incubi del protagonista e in un'unica battuta, a volere evocare la tragedia e nasconderla insieme. La storia è egualmente vera. Gennaio 2009, New York, un aereo civile, appena decollato con 155 persone a bordo, impatta uno stormo di uccelli subendo la distruzione dei due motori.
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La storia è notissima. 11 settembre 2001, New York, un gruppo di terroristi prende il controllo di due aerei di linea scagliandoli contro le torri del World Trade Center. Nel successivo crollo moriranno circa 3000 innocenti, aprendo nella psicologia collettiva statunitense una ferita non ancora rimarginata.
“Sully” non racconta le Torri Gemelle, ma ne accenna negli incubi del protagonista e in un'unica battuta, a volere evocare la tragedia e nasconderla insieme. La storia è egualmente vera. Gennaio 2009, New York, un aereo civile, appena decollato con 155 persone a bordo, impatta uno stormo di uccelli subendo la distruzione dei due motori. Il pilota, invece di seguire la procedura tentando l’atterraggio d’emergenza nell’aeroporto più vicino, seguirà l’istinto rischiando un disperato ammaraggio nell’Hudson. Nonostante gl’infausti precedenti, l’impossibile manovra riuscirà e tutti saranno tratti in salvo.
Per una curiosa coincidenza l’aereo della United Airlines plana sul fiume proprio davanti Ground Zero. La cronaca serve a Clint Eastwood gli elementi perfetti per raccontare di nuovo la Torri Gemelle con un finale diverso. C’è New York, c’è un aereo, c’è un nemico cieco (uno stormo nero di uccelli non è male come sinistra metafora del terrorismo) e naturalmente c’è un eroe, stavolta vincente, al posto dei pompieri travolti dal crollo delle torri. La differenza la fa uno solo: il comandante Chesley Sullenberger, affettuosamente chiamato Sully, ex pilota della U.S. Navy.
La riscrittura di una tragedia precedente in chiave salvifica poteva finire qui. Eastwood è sempre all’altezza, con una regia che non cede alla spettacolarizzazione prediligendo la dimensione intima del soggetto. Ottima sceneggiatura con un buon uso dei salti temporali che vivacizza il racconto senza togliere chiarezza. Bravo Tom Hanks nella parte dell’eroe tranquillo, equilibrato nei suoi comportamenti ma interiormente tormentato e dubitativo. Da segnalare anche Aaron Eckhart, il copilota che nei momenti critici risolve la tensione con le sue battute. Moderati accenti patriottici, con i soccorritori a rappresentare su battelli e elicotteri l’anima migliore di New York.
La vera storia di “Sully” comincia dopo. Mentre i media celebrano l’eroe, i tassisti gli stringono la mano e i baristi s’inventano cocktail col suo nome, ai piani alti comincia la caccia alla responsabilità. Sullenberger dovrà affrontare un nemico più subdolo e disonesto del caso. L’Agenzia di Sicurezza dei Trasporti gli rimprovera il fattore umano: aver corso gli enormi rischi dell’ammaraggio, mentre tutte le simulazioni computerizzate dimostrano che aveva velocità e quota sufficienti per raggiungere almeno due aeroporti.
Sullo sfondo ci sono gl’interessi assicurativi e le battaglie giudiziarie che verranno, ma la difesa che il comandante è costretto a fare del suo successo investe questioni più fondamentali: le ragioni formali contro quelle sostanziali e morali, la perversione legalistica che minaccia ogni mestiere, la marginalizzazione della libertà umana a favore dell’approccio procedurale tipico delle macchine, la svalutazione di esperienza, intuizione e creatività verso la definitiva sostituzione delle persone con i sistemi automatizzati.
Al di là della retorica, il fattore umano è sempre più un peso, non solo economico, ma anche ai fini della controllabilità. Chiunque sia esposto ormai ne tiene conto, non solo in cabina di pilotaggio. Un consulente finanziario si preoccupa prima di tutto di avere le carte in ordine; magari evitando investimenti promettenti, ma contestabili, a favore dei portafogli standard preconfezionati dalla sua banca. Un medico pratica la cosiddetta medicina difensiva, prescrivendo analisi inutili, e quindi implicitamente dannose, pur di potersi difendere nel caso qualcosa vada storto. In ogni campo gli esempi non mancano.
Come spesso nei film di Eastwood il tema è l’eroismo ordinario. I suoi personaggi prediletti sono uomini isolati e anacronistici nei loro valori non più condivisi.
L’eroismo di Chesley Sullenberger ha delle sfumature particolari. Essendo la sua salvezza inscindibile da quella degli altri passeggeri, con l’abilità di pilota in fondo ha solo salvato se stesso. La sua eccezionalità sta nell’aver salvato per tutti il fattore umano. Ha trovato una soluzione fuori dal manuale e l’ha coraggiosamente difesa contro l’autorità superiore della Commissione e il potere ancora più schiacciante della presunta scienza.
Riuscirà a dimostrare che le simulazioni algoritmiche e anche quelle con piloti umani erano aggiustate su condizioni di contorno irrealistiche.Un volta corrette, risulterà oltre ogni dubbio che ha fatto l’unica scelta vincente, mentre le procedure standard avrebbero fatto precipitare l’aereo sull’abitato.
Il comandanteSullenberger ne uscirà testa alta. Ma lui è un eroe. La maggior parte di noi invece si adatta al manuale, magari provando a raggiungere l’aeroporto più vicino fino allo schianto.
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st7no
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lunedì 9 ottobre 2017
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meraviglioso!
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non ho mai amato T. Hanks ma in questo film, l ho trovato delizioso, reale, autentico. Una storia vera, raccontata con profonda passione, con tanta voglia di verita', con quel profondo senso di dovere. Ho visto scorrere la storia con tanta "semplcità" il tutto diretto da un C. Eastwood al quale non sono piu' in grado di trovare nuovi e positivi aggettivi che non abbia già usato. Il risultato e' un film semplicemente strepitoso
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