L'attrice è la regina di cuore di Fräulein - Una fiaba d'inverno, opera prima di Caterina Carone con un inedito Christian De Sica. Al cinema.
di Marzia Gandolfi
Fiaba d'inverno battuta da una tempesta solare, che modifica le correnti elettriche e scioglie le emozioni raffreddate, Fräulein è diretto da Caterina Carone e interpretato da Lucia Mascino, regina di cuore in galosce e maglione pesante.
Attrice (principalmente) di teatro che illumina qualsiasi 'supporto' e avvalora qualsiasi formato, Lucia Mascino affiora la verità del personaggio da pochi elementi essenziali. Un personaggio che si lascia tentare dal cambiamento e resta invischiato in qualcosa che non aveva previsto, una 'tempesta' che scoperchia il cuore e riscopre i sentimenti.
L'asciutto controllo delle passioni, l'ironia felpata e a tratti crudeli della sua Regina incontra il corpo comico e sofisticamente indisciplinato di Christian De Sica, che scala una 'montagna' per raggiungerla e raggiungerle l'anima. Ilare nel tono e didascalico negli accenti, Fräulein è un'incursione nel fantastico e nel surreale che pratica coi suoi eroi la leggerezza e il sorriso. Il più bello è quello di Lucia Mascino che ci racconta come nasce un personaggio "a testa in giù e ad alto risparmio emotivo". Una donna d'altura (e levatura) che riconcilia con la vita.
Brusca, selvatica, tenace, come nasce Regina?
Regina mi è piaciuta senza indugio e ho iniziato a immaginarmela a partire dallo stile, dal suo modo di vestire e di acconciare i capelli. Costumista e parrucchiere al cinema arrivano alla fine ma per me era necessario partire proprio da lì, così sono uscita e sono andata a comprare i 'suoi' vestiti, abiti da uomo presi a pochissimo prezzo e in cui mi sono infilata molto prima di iniziare le riprese.
Stare nei suoi panni mi aiutava a figurarla, a visualizzare i dettagli del suo carattere, a comprendere le ragioni di quel carattere e di come si fosse sviluppato. Non volevo che Regina fosse un personaggio stereotipato, un maschiaccio trasandato in galosce e maglioni troppo larghi. Regina è una donna essenziale non sciatta, rude non aggressiva, ho cercato la sua femminilità dietro la scorza, le ho dato dignità perché se rispetti un personaggio la prima cosa da fare è dargli decoro, andare e indagare in profondità. Caterina ha scelto di girare una favola perciò ho spinto un po' sull'acceleratore, ho esagerato alcuni tratti ma sempre con molta ironia. L'ironia è l'espressione con cui Regina reagisce al mondo e ai giudizi della gente. Caterina teneva molto all'ironia del personaggio che abbiamo costruito a partire dagli aforismi di Emil Cioran.
Me ne rivela uno?
"Ma vedo passare le ore e questo è meglio che cercare di riempirle". Ecco questo 'adagio' racconta molto bene l'intelligenza fredda del mio personaggio, che sa giocare con le cose, che è in attesa in un luogo sperduto dove la gente la circonda e la giudica. Caterina ha affollato il film di personaggi esagerati che impattano questa donna tutto sommato più normale di loro. Per questa ragione, pur trattandosi di una favola, ho lavorato in sottrazione, mettendo a fuoco giorno dopo giorno il mio personaggio.
Raccontare una favola al cinema è sempre un rischio...
Vero, ma il film è dichiarato subito come una favola e io mi sono fidata. Fräulein non nasce subito come una favola, ci sono state delle piccole modifiche in corso.
Fräulein ci dice qualcosa del passato di Walter ma nulla del trascorso e dei guasti di Regina, che cosa è accaduto al suo personaggio? Da dove viene?
Io non conoscevo la storia precedente di Regina e con Caterina non ne abbiamo mai parlato, certo io avevo la mia idea rispetto al suo passato. Caterina ha deciso di non dare allo spettatore nessuna indicazione perché voleva che il suo personaggio fosse universale e capace di parlare a tutti, perché tutti nella vita abbiamo avuto un momento di smarrimento, abbiamo conosciuto una battuta d'arresto per qualche motivo vero o falso, ipotizzato o sentito. Non faccio fatica a immaginare questo disagio perché l'ho provato sulla mia pelle, l'ho vissuto e dunque immaginato per Regina.
Regina è una montagna di margherite a testa in giù che vorrebbe rigirarsi, Regina è un personaggio dolce e imprevedibile, un vulcano sepolto nella neve.
Non credo che a 'interromperla' sia stato un fatto tragico, la morte violenta dei genitori, probabili proprietari dell'albergo, o una casa bruciata in un incendio, penso piuttosto che Regina si sia sentita troppo giudicata per aver fatto probabilmente una scelta di vita alternativa e lontana dai canoni conformisti della provincia in cui vive e in cui a un certo momento si è 'fermata' senza riuscire più ad avanzare, a progredire.
E a rimuovere gli impedimenti dell'anima arriva il Walter di Christian De Sica...
Sì, lui è la chiave. Personaggio tenero, ingenuo, infantile che ha subito qualcosa che non sappiamo ma che non gli ha impedito di muoversi e di andare a cercare, a cercarsi. Il personaggio di Christian è in movimento e aiuta il mio a mettersi di nuovo in azione, a vivere, a tirare fuori la testa dalla neve, a fare cucù. Come il film è un inno alla libertà, al risveglio del desiderio, al coraggio, al riaprirsi alle relazioni umane. E in fondo Fräulein racconta proprio questo, quelle piccole e grandi oscillazioni dell'anima più importanti di qualsiasi deflagrazione.
Walter trascina Regina fuori dalla sua zona di comfort e le restituisce la fiducia nella vita. E nella vita Christian è esattamente come il suo personaggio, delicato, tenero, galante, generoso con tutti.
Con Walter condivide pure la malinconia dello sguardo, suggerita forse da quei suoi grandi occhi all'ingiù. Lavorare con lui è stata un'esperienza importante, insieme abbiamo trovato il piacere del ritmo. Nonostante la sua enorme celebrità, Christian non ha un ego ostacolante, è attento agli altri e ha colmato il film di stupore, il suo stupore.
Il terzo personaggio del film è l'hotel che gestisce Regina e in cui arriva Walter. Il cinema ha 'abitato' molti hotel, ne hai uno preferito?
Il primo che mi viene in mente e in cui ho alloggiato tanto tempo fa, ma non saprei dire se ancora praticabile, è un hotel 'letterario'. Credo sia il Pera Palas di Istanbul, dove Agatha Christie ha alloggiato e scritto il suo "Assassinio sull'Orient Express". L'hotel del film invece mi ricordava tanto quello di "Pippi Calzelunghe", ero una fan appassionata della serie, sono una patita del fantastico e adoro il tono fantastico del film, d'altra parte a vent'anni scrissi "Racconti fantastici ma non bellissimi". Racconti che hanno molto in comune col film e il genere praticato. Su questo, io e Caterina, ci siamo incontrate e capite subito. Questo stile mi appartiene. L'hotel di Fräulein invece è una vecchia casa ottocentesca. La facciata esterna è quella originale, gli scenografi hanno trasformato soltanto gli interni.