Titolo originale | Czerwony Pajak |
Anno | 2015 |
Genere | Thriller, |
Produzione | Polonia, Slovacchia, Repubblica ceca |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Marcin Koszalka |
Attori | Filip Plawiak, Julia Kijowska, Malgorzata Foremniak, Marek Kalita, Wojciech Zielinski Piotr Glowacki, Andrzej Konopka, Przemyslaw Bluszcz, Dorota Landowska, Adam Woronowicz. |
Uscita | giovedì 19 gennaio 2017 |
Distribuzione | Lab 80 Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,04 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 20 gennaio 2017
Il film segue un campione contestato socialmente che diventa sempre più coinvolto negli omicidi che avvengono sempre tramite un martello.
CONSIGLIATO SÌ
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Cracovia, 1967. Le forze dell'ordine danno la caccia a un killer seriale ribattezzato Red
Spider. Durante una fiera alla periferia della città, Karol Kremer, campione di tuffi
appartenente ad un circolo militare, rinviene per caso il corpo insanguinato di un
adolescente. Un uomo nelle immediate vicinanze attira la sua attenzione: rinunciando a
denunciare il fatto, decide di mettersi sulle tracce dell'indiziato.
In una scena centrale del film, il protagonista si trova in casa quando viene richiamato dal
padre: «Mick Jagger», annuncia questi davanti al televisore acceso. Nell'aprile del 1967,
infatti, il tour europeo degli Stones fa tappa a Varsavia. Con espressione euforica, il
giovane osserva le immagini della folla in estasi per gli idoli provenienti dal Regno Unito.
Nella Polonia del regime comunista, l'occidente passa soprattutto attraverso i simboli della
cultura popolare, che veicolano nel blocco sovietico un'ideologia, quella capitalista,
fondata sull'autoaffermazione. Karol Kremer (Filip Plawiak), all'inizio della storia, è nulla
più che una ruota dell'ingranaggio: la prima inquadratura ce lo mostra nudo, spogliato
della propria individualità e senza segni distintivi, mentre prende la doccia insieme ad altri
atleti. L'abilità che ha maturato come tuffista gli garantisce una discreta popolarità, ma si
tratta pur sempre di un risultato ottenuto in seno all'ordine costituito - in questo senso
leggiamo la sua appartenenza al mondo militare - e che non è riconosciuto oltre i confini
del luogo in cui vive, come egli stesso sottolinea alla giornalista che vorrebbe ingaggiarlo
per un reportage fotografico. Diciannovenne, coltiva in segreto il desiderio di raggiungere
la celebrità. Possiede inoltre un'inclinazione ossessiva nei confronti della morte, non
sappiamo dovuta a cosa. Non sappiamo neppure quando la curiosità morbosa nei
confronti dell'assassino (Adam Woronowicz, figura impiegatizia anche nell'ufficio del male)
lascia spazio all'idea che costituirà la svolta drammatica del film. Quel che è certo è che in
questa idea il protagonista ripone la sua speranza di riscatto. Il direttore della fotografia e
documentarista Marcin Koszaka, qui al suo primo film di finzione di cui è anche
co-sceneggiatore, ci regala un thriller misurato come la Cracovia rigida e spettrale nella
quale si muovono i due protagonisti. Il primo prende a modello Karol Kot, un giovane
criminale realmente attivo a Cracovia negli anni '60. L'altro, di cui poco sappiamo oltre la
professione veterinaria, si ispira a Lucian Staniak, un personaggio di probabile invenzione
conosciuto come 'Il ragno rosso' per via dell'inchiostro scarlatto usato per comporre le sue
lettere minatorie. Koszaka li fa incontrare e sviluppa un'opera inedita che sfrutta i
meccanismi del genere per disattenderli in una chiave tutta politica. Quando l'agente
incaricato di sorvegliarlo incomoda Kremer per chiedergli un autografo, questi è ormai a
tutti gli effetti una star, ha raggiunto il suo scopo, e un sistema fondato sul modello
egualitario che egli ha così sconfitto ha appena fallito esprimendo la condanna di un uomo
innocente. Nell'ultima sequenza la narrazione fa un balzo in avanti: è il 1978, l'anno in cui
l'elezione al papato di Karol Wojtya segna, per l'esperienza comunista polacca, l'inizio
della fine. Raffigurato su una tela, il volto di Kremer è contratto in un ghigno da Joker. Quel
ghigno è, anche, la disfatta di un'epoca che sta per terminare.
Un thriller psicologico basato su una serie di omicidi accaduti alla fine degli anni sessanta. Il film segue un campione contestato socialmente che diventa sempre più coinvolto negli omicidi che avvengono sempre tramite un martello.
Il Ragno Rosso del titolo del film indica il pericoloso ed ancora sconosciuto serial killer che da tempo miete vittime nella Cracovia del 1967, non facendo alcuna distinzione tra uomini, donne e bambini che colpisce alla testa con un martello (non a caso uno dei due emblemi del partito comunista) ed a cui viene data la spietata caccia da parte della Polizia polacca.
Il Ragno Rosso del titolo del film indica il pericoloso ed ancora sconosciuto serial killer che da tempo miete vittime nella Cracovia del 1967, non facendo alcuna distinzione tra uomini, donne e bambini che colpisce alla testa con un martello (non a caso uno dei due emblemi del partito comunista) ed a cui viene data la spietata caccia da parte della Polizia polacca.
Due serial killer in un solo film è quanto offre questo thriller con cui il documentarista polacco Marcin Koszalka esordisce nel lungometraggio di finzione (ma ispirandosi in parte a fatti reali). Uno è un veterinario di mezza età; l'altro è Karol, giovane campione di tuffi affascinato dalle sue imprese criminali. Ci troviamo a Cracovia negli anni Sessanta: città fredda, brumosa e depressiva fotografata [...] Vai alla recensione »
Questo di Marcin Koszalka si presenta come un thriller, ambientato a Cracovia nel '67. Racconta di un caso a cui la polizia ha dato il nome di «Ragno rosso», con l'obiettivo di stanare un serial killer che ha già ucciso più volte. Karol, un giovane campione di tuffi dell'esercito scopre casualmente una vittima insanguinata abbandonata in un luogo deserto nei pressi di un luna park (luogo canonico dei [...] Vai alla recensione »