Anno | 2015 |
Genere | Azione, Drammatico, |
Produzione | Taiwan, Cina, Hong Kong, Francia |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Hou Hsiao-Hsien |
Attori | Qi Shu, Chen Chang, Satoshi Tsumabuki, Shao-Huai Chang, Zhou Yun, Nikki Hsin-Ying Hsieh Ethan Juan, Fang Mei, Dahong Ni, Fang-yi Sheu, Chun Shih, Mei Yong. |
Uscita | giovedì 29 settembre 2016 |
Tag | Da vedere 2015 |
Distribuzione | Movies Inspired |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,51 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 3 ottobre 2016
Uno dei più importanti registi taiwanesi racconta la storia di una donna che diventa una spietata assassina. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha ottenuto 1 candidatura a BAFTA, ha ottenuto 9 candidature e vinto 8 Asian Film Awards, ha ottenuto 1 candidatura a Critics Choice Award, Al Box Office Usa The Assassin ha incassato nelle prime 9 settimane di programmazione 633 mila dollari e 48,2 mila dollari nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Cina, IX secolo. Sotto la dinastia Tang il Paese vive e prospera. A minacciare la sua età d'oro si adoperano gli ambiziosi e corrotti governatori della provincia. L'"ordine degli assassini" è incaricato di eliminarli. Nelle sue fila serve e combatte Nie Yinniang, abile con la spada e sotto la chioma nera di inchiostro lucente. Rientrata nella sua città e nella sua provincia, dopo l'apprendistato marziale e un esilio lungo tredici anni, Nie Yinniang deve uccidere Tian Ji'an, governatore dissidente della provincia di Weibo. Cugino e sposo a cui fu promessa e poi negata, Tian Ji'an è l'oggetto del suo desiderio. Amato e mai dimenticato, Nie Yinniang lo avvicina e lo sfida senza riuscire ad affondare il fendente. Ostinata a seguire le ragioni del cuore e a vincere quelle della spada, Nie Yinniang abdicherà al suo mandato, congedandosi dall'ordine.
Solo i giganti ritornano così. Sono passati otto anni da Il viaggio del palloncino rosso e improvvisamente Hou Hsiao-Hsien è riapparso, spiazzando (ancora) col suo cinema vibrante di bellezza e libertà. Regista taiwanese emerso dagli anni Ottanta, autore personale nella sua ricerca espressiva, maestro di immagini e parole, poeta di un'isola dolorosamente separata dalla madre patria cinese, Hou Hsiao-Hsien ha scritto e realizzato pagine sentimentali e politiche di respiro universale. A consolare la sua assenza e a comprendere quanto sia mancato, bastano i piani in bianco e nero del prologo di The Assassin. Creatore di forme e dispensatore di bellezza, l'autore ricomincia da un genere (quasi) obbligato per i realizzatori asiatici.
Folgorante e mistico, The Assassin è un 'melodramma di spada', un wuxiapian colpevole di cuore e alla ricerca di una pace interiore, interpretato da un'eroina marziale e accomodato nella Cina antica da uno sguardo colto, delicato e introverso. Avviato in bianco e nero, dentro un formato 1.85, The Assassin scivola nel colore, nei rossi e neri, nel mistero e nel laconismo, moltiplica le ellissi, perde il filo nelle dispute politiche e amministrative, lo ritrova nei sentimenti ardenti e negli sguardi incendiati, cattura l'essere dentro riti codificati, costringe i corpi nelle stoffe e nei cerimoniali, affonda nei campi che 'guardano' lontano e testimoniano un presente remoto. Hou Hsiao-Hsien emerge dai piani plastici la meraviglia e la grazia, alternando le acrobazie del kung fu con virtuosistiche movenze di un teatro danza millenario. Sguardi, mani, corpi e cuori si fronteggiano con una sincronia estetizzante, in uno spettacolo di pura forma e coreuticità che avrebbe incantato Maurice Béjart. Dentro i costumi e al centro delle camere e dei cortili di palazzo, luoghi essenziali e teatri di rivalità e gelosie, agisce la giustiziera (im)perturbabile e (im)percettibile di Shu Qi, che incarna il valore e il senso del film. La sua vocazione di assassina coincide col punto di vista dell'autore che gira con un'irriverenza che reagisce a tutto quello che irreggimenta, comanda, opprime. Contro la volontà dell'ordine, che esige da lei l'obbedienza alla tradizione e la crudeltà della spada, Nie Yinniang oppone una sofferta fedeltà che confluirà in un cedimento sentimentale e in un rifiuto sovversivo.
Tra violenza e amore, ragione di Stato e ragioni del cuore, alterità e prossimità, qualche cosa della relazione tra Taiwan e Cina risuona forte e mesto in The Assassin, evocando la contemporaneità e mettendo a fuoco, retrospettivamente, quei momenti storici di passaggio che l'hanno determinata e caratterizzata come incerta, caotica e confusa. Hou Hsiao-Hsien punta il dito e allunga lo sguardo, selezionando brani di passato remoto in cui i suoi eroi, i suoi innamorati, i suoi cavalieri impersonano simbolicamente il ruolo degli ultimi prima del vuoto. Dietro le cortine, lungo i corridoi, sotto le montagne, dentro le foreste, il tempo si concentra e dilata, i gesti durano un istante o si estendono all'eternità, i desideri restano inappagati, il mélo irrompe nel duello, la bellezza si esalta nella lievità.
Come la spada di Nie Yinniang, tramite diretto dei sentimenti e della ribellione, The Assassin cesella senza fendere, producendo piani di stordente splendore, che valorizzano i volti, e muovendosi in palcoscenici serratissimi, in cui i personaggi si confrontano e aggrediscono. Nel rigore estetico e marziale di Hou Hsiao-Hsien, nel languore delle pose di Chang Chen, nella prontezza del gesto di Shu Qi, si spalanca un prodigio che ci guarda e ci libera dalle nebbie del presente, lasciandoci come la protagonista, sospesi e sedotti dall'impossibilità di dichiarare un sentimento che non sia di resa.
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Premesso che non sono un fan esclusivo dei film d'azione (anzi i film di sola azione, senza trama ne' senso ne' cervello mi infastidiscono ed annoiano) e che non ho problemi ad adorare pellicole anche totalmente prive di azione e dai tempi lunghi, se intelligenti e ben fatte, devo pero' ammettere di aver trovato questo film di una noia notevole, tanto da far fatica a vederlo fino in [...] Vai alla recensione »
Ben fatto dal punto di vista accademico e niente di più. Risultato finale: una perdita di tempo. Il termine di paragone degli wuxia cinematografici è naturalmente "La Tigre e il Dragone". Ma lì di sostanza ce n'era tanta, rielaborata in maniera originale, moderna, polemica e estremamente allusiva. Il tema della "Via della Spada" come perfezionamento [...] Vai alla recensione »
Riporto dalla tua recensione: "Folgorante e mistico, The Assassin è un 'melodramma di spada', un wuxiapian colpevole di cuore e alla ricerca di una pace interiore, interpretato da un'eroina marziale e accomodato nella Cina antica da uno sguardo colto, delicato e introverso." In che senso wuxiapian?Alessandro
La donna sa essere crudele e nel contempo gentile. La storia è di stile classico, con belle immagini.
Questo è il miglior film cinese che io abbia mai visto. Non è un film di azione, nè di arti marziali, se state cercando questo guardate altrove. I dialoghi sono pochi, la trama rimane poco definita nel finale, poteva essere un banale film di una ragazza addestrata ad essere una assassina che si rifiuta di eseguire un ordine, invece si trasforma in un ottimo misto di poesia di certi film cinesi recenti [...] Vai alla recensione »
Esce in contemporanea con un'altra storia d'amore contrastato, Café society ,ma è agli antipodi di Allen. Per realizzare The Assassin, uno dei "wuxiapian" più ambiziosi di sempre, Hou Hsiao-Hsien ha lavorato cinque anni. Adattando un antico racconto della dinastia Tang, il maestro taiwanese narra le vicende diNie Yinniang, giustiziera indomita cresciuta per uccidere.
«Un lungo viaggio verso la maturità», così il regista taiwanese Hou Hsiao Hsien ha descritto il percorso che l'ha portato - dagli anni di gioventù, quando divorava i romanzi wuxia e il cinema fatto a Hong Kong da maghi del genere come King Hu- a dirigere solo oggi un film di arti marziali, The Assassin. Il suo nuovo lavoro è infatti una versione personalissima del tradizionale cappa e spada cinese, [...] Vai alla recensione »
Cina, nono secolo. La provincia di Weibo è in dissidio con l'impero. Viene così inviata un'assassina, Nie Yinniang, per eliminare il governatore ribelle Tian. Che, però, è il cugino della donna e suo ex promesso sposo. La donna è ancora innamorata di lui: porterà a termine La missione? Dimenticatevi il classico wuxia, cappa e spada. Qui, prevalgono le pretese intellettuali, i lunghi silenzi delle scene [...] Vai alla recensione »
Cina, IX secolo, dinastia Tang. L'età è d'oro, ma i governatori della provincia insidiano il potere centrale: l'Ordine degli Assassini è incaricato di eliminarli. Tra i sicari vi è la splendida e provetta Nie Yinniang (Shu Qi, incanto senza fine), di ritorno da un esilio lungo 13 anni: deve uccidere Tian Ji'an, guida della provincia di Weibo, nonché cugino e sposo a cui fu prima promessa e poi negata. [...] Vai alla recensione »