'Non ci sono due ballerini che si muovono allo stesso modo. Sono tutti diversi'. Francesco Buttironi interpreta la recensione di Marzia Gandolfi.
La natura di Relève è la leggerezza. C'è leggerezza nell'urto tra l'anticonformismo di Benjamin Millepied e l'immobilismo dell'istituzione, senza che il film, elegante fino alle punte, si avventuri a sostenere l'uno o l'altra. Ma facciamo un pas de deux indietro. Formatosi alla scuola americana e a suo agio con mecenati e nomi celebri (Forsythe o Baryshnikov), Benjamin Millepied è nominato directeur de la danse a l'Opèra de Paris. Nel novembre del 2014 succede a Brigitte Lefèvre, che aveva diretto la compagnia per vent'anni, e promette di rivoluzionare i codici della danza classica e di 'spolverare' la danza francese. Per la sua rivoluzione bastano un computer, un telefono, una t-shirt, un paio di scarpe da ginnastica e un angolo di tavolo. Perché Benjamin Millepied è una sferzata di vigore, è ambizione che eleva e trasfigura. Un artista che non smette di riflettere, creare a voce alta o di dentro. Si guarda intorno, assimila, fotografa, filma tutto, ascolta i suoni, analizza i video, verifica i passi, scompone i gesti, li cerca, li accenna, osa, sbaglia, ricomincia, cade, si rialza, sperimenta, guarda altrove, altri continenti o altre strade, fa uno schizzo, disegna, prende nota, si documenta, visiona i balletti classici e contemporanei, studia altre esperienze corporali, pesca ovunque fino a trovare quello che fa la differenza, il successo, dell'Opèra, di Parigi, della Francia. Niente è vietato, tutto è permesso. A contare non è il prestigio, è la libertà.
In Reset - Storia di una creazione, Demaizière e Teurlai si misurano costantemente e armoniosamente con il più americano dei coreografi francesi.
'Non ci sono due ballerini che si muovono allo stesso modo. Sono tutti diversi'. In occasione dell'uscita del 19 febbraio, Francesco Buttironi interpreta la recensione di Marzia Gandolfi.