filippo catani
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martedì 3 maggio 2016
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un deludente moderno delitto e castigo
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Un professore di filosofia cinico e nichilista passa le sue giornate tra le lezioni universitarie e la bottiglia. A un certo punto l'uomo si invaghisce di una studentessa e per dare brio alla propria esistenza decide di compiere un omicidio.
Niente di particolarmente nuovo nell'ultima fatica di Woody Allen che potremmo vedere come l'ennesima variazione sul tema del delitto e castigo. Per il resto c'è il solito cinema di Allen fatto di atmosfera, una studentessa un po' stralunata e tante citazioni filosofiche messe in bocca a un Phoenix che per primo non sembra credere troppo nel suo personaggio. Pure la parte sulla presunta eticità di un omicidio a fin di bene è ormai un po' trita.
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Un professore di filosofia cinico e nichilista passa le sue giornate tra le lezioni universitarie e la bottiglia. A un certo punto l'uomo si invaghisce di una studentessa e per dare brio alla propria esistenza decide di compiere un omicidio.
Niente di particolarmente nuovo nell'ultima fatica di Woody Allen che potremmo vedere come l'ennesima variazione sul tema del delitto e castigo. Per il resto c'è il solito cinema di Allen fatto di atmosfera, una studentessa un po' stralunata e tante citazioni filosofiche messe in bocca a un Phoenix che per primo non sembra credere troppo nel suo personaggio. Pure la parte sulla presunta eticità di un omicidio a fin di bene è ormai un po' trita. Insomma niente di nuovo sul fronte occidentale. Avanti con il prossimo film.
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miguel angel tarditti
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sabato 19 dicembre 2015
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woody y su “irrational man”
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En el epitafio de la tumba de Kant se lee:
“El cielo estrellado sobre mí, y la ley moral en mi”.
Woody y su “Irrational man”
Film Usa 2015
No me gusta no coincidir con Woody Alen, porque lo considero una de las mentes más claras, inteligentes e irónicas de este siglo cinematográfico internacional.
Aun cuando este trabajo sea un thriller. Me gustan los thillers cuando tienen algo más que muertes y misterios de muertes. Cuando tienen algún contenido, como esperaba de Woody. Y no creo que no haya sido su intención en este su último trabajo.
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En el epitafio de la tumba de Kant se lee:
“El cielo estrellado sobre mí, y la ley moral en mi”.
Woody y su “Irrational man”
Film Usa 2015
No me gusta no coincidir con Woody Alen, porque lo considero una de las mentes más claras, inteligentes e irónicas de este siglo cinematográfico internacional.
Aun cuando este trabajo sea un thriller. Me gustan los thillers cuando tienen algo más que muertes y misterios de muertes. Cuando tienen algún contenido, como esperaba de Woody. Y no creo que no haya sido su intención en este su último trabajo.
Porque seguramente hay en el film, una lectura que pasa por la moral, por la ética: es el protagonista (Joaquín Phoenix) un reconocido profesor de filosofía, que está pasando por una profunda depresión o crisis existencial.
En breves momentos, delante de sus alumnos, nos dará pantallazos de algunos grandes pensadores como Kant, Kirckegaard, Sartre, que de la existencia humana han tenido interesantes posiciones.
Desde la ley moral de Kant, a la angustia que soporta nuestra vida según Kirchegaard, hasta las dificultades existenciales que recorre la visión de Sartre, para mencionar algo de lo que incluye Woody Alen en su film.
Por lo cual la intención del autor y director no defrauda, ya nos tiene acostumbrados, es profundo.
Solo que esta vez se olvidó de su humorismo y de la dosis justa de ironía como acostumbra.
Aparecen muy poco, y para peor, el libro tiene ciertas forzaturas de situaciones, según mi parecer, que le quitan la credibilidad que se necesita para provocarnos una acción reflexiva que nos comprometa como hombres, esa posibilidad de identificarnos o no, con esa convención que estoy viendo y que me debe proporcionar alguna compresión de la conducta existencial humana.
De aprobación o de rechazo.
Llega con claridad, para ser honesto, una línea ideológica que sostiene la necesidad de actuar del hombre sin dormirse en la pasividad de la teoría, pero no me llega con tanta claridad la reacción moral del personaje protagonista.
La filosofía que proponer ese profesor a sus alumnos y que debe ser también modelo, debe poder ser verificable en la realidad, en la vida, porque ese es el objetivo de la gran filosofía: ayudarnos a transitar nuestro tiempo con la menor angustia kirkegaardiana posible, con una profunda relación existencial sartiana, y sintiendo que el cielo estrellado me protege, y protege una ley moral que me hace un ser humano digno del vivir mi propia existencia.
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flyanto
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martedì 22 dicembre 2015
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quanta importanza possono avere le coincidenze
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L'ultima opera di Woody Allen, "Irrational Man", puntualmente esce, come ogni anno, nelle sale cinematografiche destando subito l'interesse dello spettatore. Se poi questi, verrà deluso o meno, non si sa sino alla visione reale della pellicola.
River Phoenix qui è un professore di filosofia, con un passato "oscuro" di uso smodato di alcool e droghe , nonchè svariate storie sentimentali con le proprie allieve più giovani, il quale si trasferisce in un nuovo college in California al fine di ricominciare (forse) una nuova esistenza. Dedito sempre un pò all'uso dell'alcool, in realtà il suddetto professore trascina le sue giornate demotivato e senza più alcun interesse che lo renda vivo.
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L'ultima opera di Woody Allen, "Irrational Man", puntualmente esce, come ogni anno, nelle sale cinematografiche destando subito l'interesse dello spettatore. Se poi questi, verrà deluso o meno, non si sa sino alla visione reale della pellicola.
River Phoenix qui è un professore di filosofia, con un passato "oscuro" di uso smodato di alcool e droghe , nonchè svariate storie sentimentali con le proprie allieve più giovani, il quale si trasferisce in un nuovo college in California al fine di ricominciare (forse) una nuova esistenza. Dedito sempre un pò all'uso dell'alcool, in realtà il suddetto professore trascina le sue giornate demotivato e senza più alcun interesse che lo renda vivo. Nè la corte serrata di una bella collega sua coetanea, nè quella, mista ad ammirazione, di una sua bella ed intelligente studentessa, riesce a scuoterlo dal profondo torpore, per non dire stato depressivo, Ma non appena e del tutto casualmente gli si configura di poter commettere una sorta di delitto perfetto per fini , secondo lui, di pura e mera giustizia, egli in pratica si rianima ed in lui si riaccende la voglia di vivere con grande entusiasmo. Nel corso della vicenda l'azione tanto studiata e portata a termine con successo porterà a delle conseguenze che ingarbuglieranno sempre di più l'esistenza quotidiana del professore sino al suo tragico epilogo.
Per quanto ben fatto registicamente parlando, nonchè ben interpretato, "Irrational Man" nel suo complesso purtroppo delude e coinvolge poco lo spettatore: delude perchè la pellicola si rivela una sorta di ripetizione nel contenuto e nella tesi espressa (qui peraltro in forma molto più esile) dei precedenti e più riusciti "Crimini e Misfatti" e "Match Point" , e coinvolge poco perchè, appunto, la vicenda in sè è una sorta di "già visto" e pertanto fin troppo scontata e prevedibile. A differenza dei due sopra citati e superiori lavori precedenti di Allen, il protagonista qui subisce una sorte a lui poco favorevole e del tutto punitiva, ma l'intero andamento della storia e la tesi delle coincidenze positive o negative che determinano più o meno il destino di un individuo costituiscono il pensiero di Allen che il pubblico conosce già sin troppo bene e dunque non rivela nulla di nuovo od eclatante.
E' più che naturale che, ideando e realizzando un film all'anno, alla fine possa mancare l'ispirazione e soprattutto quell'originalità di pensiero che già precedentemente è stata più volte, e meglio, espressa in opere precedenti. Negli ultimi Allen si diletta a costruire "divertissment" più , forse, per un piacere personale che, forse, per il pubblico in sè e pertanto anche quest'ultimo deve accettarlo così com'è, senza grosse attese, godendosi i suoi lavori come un puro e semplice esempio di stile, di impeccabili dialoghi e di buone performances di attori. Nel caso, vanno menzionati l'ottimo River Phoenix nella parte del professore depresso ed Emma Stone in quella della sveglia ed intelligente studentessa universitaria.
Da vedere per conoscere e completare l'intera filmografia di Allen.
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[+] ah ehm
(di erischnee)
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cristiana sorrentino
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mercoledì 23 dicembre 2015
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abe lucas o woody allen?
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È con una cinica e autodistruttiva roulette russa casalinga che ci avviciniamo con invadenza al personaggio di Abe Lucas (Joaquin Phoenix), l’ ‘uomo irrazionale’ che dà il titolo a questo nuovo mignon del pasticcere Woody, che ci aveva abituato, in passato, anche a torte nuziali. Il soggetto è, senza dubbio, genialmente alleniano: un professore di filosofia esistenzialista, depresso, impotente, inerme nei confronti della vita, trova nell’omicidio perfetto, che possa conferirgli il potere assoluto di scegliere su qualcun'altro, uno scopo per andare avanti, per cercare una motivazione profonda, per transitare dal pensiero ('troppa filosofia è solo masturbazione della mente') all’azione, per levare in alto la bandiera della moralità e salvare il mondo da una persona che lo stava peggiorando.
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È con una cinica e autodistruttiva roulette russa casalinga che ci avviciniamo con invadenza al personaggio di Abe Lucas (Joaquin Phoenix), l’ ‘uomo irrazionale’ che dà il titolo a questo nuovo mignon del pasticcere Woody, che ci aveva abituato, in passato, anche a torte nuziali. Il soggetto è, senza dubbio, genialmente alleniano: un professore di filosofia esistenzialista, depresso, impotente, inerme nei confronti della vita, trova nell’omicidio perfetto, che possa conferirgli il potere assoluto di scegliere su qualcun'altro, uno scopo per andare avanti, per cercare una motivazione profonda, per transitare dal pensiero ('troppa filosofia è solo masturbazione della mente') all’azione, per levare in alto la bandiera della moralità e salvare il mondo da una persona che lo stava peggiorando.
Abe intreccia una relazione, musicata dalle note di Bach, con una studentessa del campus, Jill Pollard (Emma Stone), che dice di amare il suo ragazzo Roy (Jamie Balckley) ma nello stesso tempo di non volere l’esclusiva su di lui, che gli passeggia accanto, fisicamente e caratterialmente trasparente, per gran parte del film, attratta fatalmente dal suo fascino da docente spettinato e moralmente devastato ('Tu non sei innamorata di me, sei innamorata dell’idea romantica di amare un insegnante', le dirà Abe).
Nelle atmosfere noir di una pellicola che ricorda per certi versi "Match Point" (2005), la potenza del soggetto sembra però scontrarsi con la scarsa consistenza dello sviluppo che, mutando improvvisamente ritmo, si arena fino a rimanere impigliato in un finale da film di Rosamunde Pilcher (mi riferisco a Jil che cammina sulla spiaggia facendo un banale punto della situazione sui fatti avvenuti attraverso la voce fuori campo). Di nuovo, Woody ci illude e un po’ ci delude, ma non ci permette mai di odiarlo. A salvarlo rimangono sempre quelle trovate da maestro (la torcia come simbolo del caso, fortunato e poi sfortunato), quelle battute conferite ai suoi personaggi che diventano ombre dei suoi pensieri e delle sue convinzioni, quella tendenza a far emergere tematiche di un certo livello anche in una storia dai risvolti classici. Ma in "Irrational man" pare mancare la sublime capacità di dar vita a una tragicità comica e a una comicità tragica come nei suoi più grandi film passati, pare non esserci un interesse profondo nel definire maggiormente il temperamento e le motivazioni di alcuni protagonisti (Jil in primis, ma anche Rita, interpretata da Parker Posey), pare scadere tutto nell’inconcluso, nell’irrisolto.
Un po’ come era accaduto con "Blue Jasmine" (2013), anche stavolta tutto sembra gravitare attorno al protagonista, un Joaquin Phoenix con la pancia da bevitore credibile quasi come lo era stata la divina Cate Blanchett. È Abe Lucas, un uomo compresso dall’incessante angoscia del nulla, che vede uno spiraglio di ‘esistenza’ nel compimento di un atto immoralmente morale in una prospettiva totalmente personale, l’ ‘irrational man’? O è invece Woody Allen, un regista che, ormai ottantenne, non ha mai smesso di nascondere il suo terrore nei confronti della morte, che continua a fare un film all’anno forse per evitare di pensarci, forse per, come Abe, appropriarsi della possibilità di scegliere un modo per soccombere all’ansia, 'vertigine della libertà'? Personalmente, sono convinta che se questo grande maestro concentrasse per più tempo le sue energie su unico progetto, ne uscirebbe fuori un nuovo capolavoro. Io, sono fiduciosa.
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andyzerosettesette
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lunedì 28 dicembre 2015
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odora di già visto...e allora?
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La serialità funziona (quasi sempre), e se è piuttosto condivisa l'opinione che J.J.Abrams con Star Wars episodio VII abbia condotto un'operazione-nostalgia molto "citazionista", non stupisce che anche il grande Woody abbia scelto di citare se stesso con maestria, muovendosi come al solito a proprio agio nel racconto degli ambienti sociali che conosce meglio (la borghesia colta americana, qui nella sua declinazione universitaria, sia pure di provincia).
Fra i punti forti del cinema di Allen di solito c'è la scelta degli attori, che anche in questo caso non delude: Joaquin Phoenix è molto credibile, anche fisicamente, nel suo ruolo di professore di filosofia dalle idee politiche idealiste e radicali in passato, ma dal presente popolato di alcool, incubi, cinismo, male di vivere e noia intellettuale, e Emma Stone, ragazza di buona famiglia e intellettualmente vivace vestita sempre di tinte pastello che tratteggiano il personaggio già visivamente, segue il filone di altre "muse" recenti e non di Woody (ad esempio Scarlett Johansson).
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La serialità funziona (quasi sempre), e se è piuttosto condivisa l'opinione che J.J.Abrams con Star Wars episodio VII abbia condotto un'operazione-nostalgia molto "citazionista", non stupisce che anche il grande Woody abbia scelto di citare se stesso con maestria, muovendosi come al solito a proprio agio nel racconto degli ambienti sociali che conosce meglio (la borghesia colta americana, qui nella sua declinazione universitaria, sia pure di provincia).
Fra i punti forti del cinema di Allen di solito c'è la scelta degli attori, che anche in questo caso non delude: Joaquin Phoenix è molto credibile, anche fisicamente, nel suo ruolo di professore di filosofia dalle idee politiche idealiste e radicali in passato, ma dal presente popolato di alcool, incubi, cinismo, male di vivere e noia intellettuale, e Emma Stone, ragazza di buona famiglia e intellettualmente vivace vestita sempre di tinte pastello che tratteggiano il personaggio già visivamente, segue il filone di altre "muse" recenti e non di Woody (ad esempio Scarlett Johansson). In questo caso però la sensazione è che, al di là degli interpreti, la storia funzioni perchè, anche grazie all'espediente narrativo di "usare" come protagonista un filosofo che può "giustificare" i soliti dialoghi prolissi e intellettualistici delle sceneggiature di Woody Allen, tratta dilemmi molto seri che stanno notoriamente a cuore ad Allen: il ruolo del caso (rimandi a Match Point), la scelta razionale di commettere un delitto da parte di soggetti che non sono socialmente considerati delinquenti (collegamenti piuttosto ovvi con Crimini e Misfatti o Sogni e Delitti), la possibilità di dare un senso alla propria esistenza in modi non convenzionali da parte di persone depresse e "disadattate" intellettualmente (qui viene in mente "Basta che funzioni"), o anche l'inefficacia delle indagini poliziesche (si pensi a "Scoop" o ancora a "Match Point"), tema apparentemente poco "alto" ma che sottintende un generale pessimismo sul funzionamento della società e sulla possibilità di tradurre in pratica i principi morali astratti (da parte dell'individuo come dell'ordine sociale in generale: non è un caso che Allen metta più volte in bocca al personaggio di Joaquin Phoenix riflessioni amare sull'inapplicabilità della morale kantiana dell'imperativo categorico).
In definitiva sono dunque anche temi rimasticati e non sempre "cinematografici", ma il prodotto finale è godibile, e da un regista che sforna un film all'anno non ci si può aspettare solo originalità a tutti i costi. Anche la scelta della voce narrante, o meglio delle voci narranti fuori campo, è un clichè alleniano che ovviamente può anche non piacere, ma che viene sapientemente usata per sistemare qualche imperfezione della sceneggiatura.
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gaiart
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domenica 3 gennaio 2016
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l'inferno è allen, non gli altri ..
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L'INFERNO È ALLEN,
NON GLI ALTRI ...
Storpiando Sartre, “l’inferno sono gli altri,” che mi si girerà nella tomba per aver rovinato i suoi geniali versi, Irrational Man di Woody Allen, di bello ha solo il titolo. Per altro non adatto alla pellicola. Infatti, il personaggio principale Joaquin Phoenix in Abe Lucas, professore di filosofia, accademico, è un uomo stupido, infelice, inadeguato, depresso, cattivo, emotivamente alle cozze, insomma tutto fuorché irrazionale, tanto da compiere – proprio a tavolino - un gesto, seppur estremo, totalmente razionale.
Phoenix/Lucas, basso e grasso da sembrare all’ottavo mese di gravidanza, antitesi dell’erotismo, la sua figura mal si sposa e si accoppia poco con le gambe kilometriche e l’allure da Barbie finta intellettuale di Emma Stone, già inutile e insipida in Magic in the Moonligh, altro flop.
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L'INFERNO È ALLEN,
NON GLI ALTRI ...
Storpiando Sartre, “l’inferno sono gli altri,” che mi si girerà nella tomba per aver rovinato i suoi geniali versi, Irrational Man di Woody Allen, di bello ha solo il titolo. Per altro non adatto alla pellicola. Infatti, il personaggio principale Joaquin Phoenix in Abe Lucas, professore di filosofia, accademico, è un uomo stupido, infelice, inadeguato, depresso, cattivo, emotivamente alle cozze, insomma tutto fuorché irrazionale, tanto da compiere – proprio a tavolino - un gesto, seppur estremo, totalmente razionale.
Phoenix/Lucas, basso e grasso da sembrare all’ottavo mese di gravidanza, antitesi dell’erotismo, la sua figura mal si sposa e si accoppia poco con le gambe kilometriche e l’allure da Barbie finta intellettuale di Emma Stone, già inutile e insipida in Magic in the Moonligh, altro flop. O la ninfomane Parker Posey e l’insulso Jamie Blackley.
Questo film è prigioniero di se stesso e della vita di Woody Allen, che tutti sanno a menadito. È altresi imprigionato in una serie di scatole non tanto cinesi, del clichè della banalità di chi non ha più niente da dire e si ostina a farlo, tipo: la studentessa che s’innamora del professore in università, la mala giustizia, la ninfomania, il delitto perfetto, la teoria filosofica (del male) che non è uguale allo svolgimento della realtà, in cui scomodare Hannah Arendt e la sua vera genialità, sembra assurdo oltre che fuori luogo e oltraggioso. Tutto lontanissimo dal gradevole ed elegante Match point.
Se poi a concetti, tematiche sterili si associano personaggi mal assortiti (il viso e corpo da Top model, movenze e presenza scenica zero, di tale studentessa che tutto sembra fuorché intelligente) o brutti, ineleganti, mal vestiti, sciatti, (Phoenix- Posey) forieri di empie disquisizioni post esistenzialiste filosofico-moral-poetiche tratte da un Bignami universale in cui Sarte/ Kierkegaard /Dickinson/Arendt estrapolati dalla profondità di una puntata di soap opera, mescolati alla banalità non del male, ma della trama, vedremo la noia vincere sovrana e anche lo sbadiglio postprandiale.
Allen è cinematograficamente morto e, senza rendersene conto, sta assistendo al suo funerale. Sempre e rigorosamente sul red carpet però!!!
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cpettine
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domenica 3 gennaio 2016
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il caso non esiste
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“Irrational man” è un convincente ed ingrassato ad arte Joaquin Phoenix, scapigliato professore di filosofia, alcolizzato e depresso, mentre Emma Stone, acerba e provocante lolita, è Jill, una sua brillante, innamorata studentessa. Sarà proprio una scelta “irrazionale“ a far ritrovare la forza di vivere al nostro imperatore Commodo senza tunica (vedi Phoenix nel Gladiatore) ma, come sempre nel buon cinema, niente andrà come previsto.
Woody Allen ci parla ancora della vita, della morte, del sesso e dell’amore, i suoi temi preferiti da sempre, nel territorio Hitchcockiano dell’omicidio perfetto. Impreziosite da citazioni filosofiche il film ci pone inquietanti domande: esiste il caso? L’omicidio è sempre un atto negativo? Allen risponde a modo suo, con la sua ironia, anzi con l’ironia della sorte dei suoi personaggi, che vogliono giustizia in modi diversi.
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“Irrational man” è un convincente ed ingrassato ad arte Joaquin Phoenix, scapigliato professore di filosofia, alcolizzato e depresso, mentre Emma Stone, acerba e provocante lolita, è Jill, una sua brillante, innamorata studentessa. Sarà proprio una scelta “irrazionale“ a far ritrovare la forza di vivere al nostro imperatore Commodo senza tunica (vedi Phoenix nel Gladiatore) ma, come sempre nel buon cinema, niente andrà come previsto.
Woody Allen ci parla ancora della vita, della morte, del sesso e dell’amore, i suoi temi preferiti da sempre, nel territorio Hitchcockiano dell’omicidio perfetto. Impreziosite da citazioni filosofiche il film ci pone inquietanti domande: esiste il caso? L’omicidio è sempre un atto negativo? Allen risponde a modo suo, con la sua ironia, anzi con l’ironia della sorte dei suoi personaggi, che vogliono giustizia in modi diversi. Lo fa, con una storia per certi versi simile ad altri suoi film (la critica più frequente) ma con una visione forse più matura della vita, addirittura più ottimista. E’ il solito Woody Allen, più anziano, ma è il solito “grande” Woody Allen. E il “caso” cieco, come l’amore, non esiste...anzi esiste e ci vede benissimo.
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enzo70
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mercoledì 6 gennaio 2016
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la logica dell'illogica, ma il film non appassiona
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Woody Allen va nella scia dei suoi vecchi tormentoni, ma questa volta sperimenta una variazione di ritmo per lui inconsueta. Abe Lucas è un professore di filosofia che vive il disagio esistenziale della vita in modo profondo, dispensando ai suoi studenti una sorta di vivisezione del pensiero del pensiero dei maggiori filosofi contemporanei. L’atteggiamento sofferto crea attrazione nelle donne e così prima Rita, una collega, e poi Jill, una sua studentessa, perdono la testa per lui. Ma Abe è chiuso nel suo agnostico mondo, fatto di negazioni e di dottissime commiserazioni, finché un giorno il racconto di una donna in un pub, di cui lui è inconsapevole spettatore, gli cambia la prospettiva; la donna è vittima di un abuso giudiziario ed il professore trova nell’omicidio perfetto del giudice corrotto una salvifica via di redenzione e di riscatto; agire, piuttosto che criticare, fare e cercare rimedi con l’azione e non con il pensiero.
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Woody Allen va nella scia dei suoi vecchi tormentoni, ma questa volta sperimenta una variazione di ritmo per lui inconsueta. Abe Lucas è un professore di filosofia che vive il disagio esistenziale della vita in modo profondo, dispensando ai suoi studenti una sorta di vivisezione del pensiero del pensiero dei maggiori filosofi contemporanei. L’atteggiamento sofferto crea attrazione nelle donne e così prima Rita, una collega, e poi Jill, una sua studentessa, perdono la testa per lui. Ma Abe è chiuso nel suo agnostico mondo, fatto di negazioni e di dottissime commiserazioni, finché un giorno il racconto di una donna in un pub, di cui lui è inconsapevole spettatore, gli cambia la prospettiva; la donna è vittima di un abuso giudiziario ed il professore trova nell’omicidio perfetto del giudice corrotto una salvifica via di redenzione e di riscatto; agire, piuttosto che criticare, fare e cercare rimedi con l’azione e non con il pensiero. E così il filosofo viene immerso in una voglia di riscatto di vita, di vita attiva ed il film si trasforma in una sorta di thriller. Ma come è poco consistente la prima parte, che sembra uno sfoggio di erudizione abbastanza fine a se stessa, così anche la seconda parte è spesso scontata. E nonostante le buone interpretazioni di Joaquin Phoenix e di Jamie Blackley il film non riesce mai ad appassionare.
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giajr
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mercoledì 6 gennaio 2016
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un gioco cerebrale che perde di vista la ratio.
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Un Woody che vuole esagerare e chiamare in gioco la morte; non è però la prima volta che lo fa. A lui piace osare in crescendo. Comunque in questo piacevole film vi sono tutte le caratteristiche tipiche di questo mitico regista: le musiche scelte nel totale rispetto delle sue colonne sonore tradizionali, la voce introspettiva fuori campo, lo stacco generazionale tra i protagonisti... e tutti i personaggi minori, il prof. colto, la sua cultura per conquistare la giovane... richiami che riportano ad Hannah e le sue sorelle. Un film da collezionare insieme agli altri di Woody Allen.
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no_data
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venerdì 19 agosto 2016
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la morale del caso
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Grande film.
Parto cosi' perchè onestamente a sensazione non me lo aspettavo.Ti fa riflettere , che tu la pensi o meno come il protagonista provi ad immedesimarti , i temi possono anche essere quelli abituali dei film di woody ma questa volta li concretizza , e in modo nuovo , difatti si passa dal parlare , che personalemente apprezzo , in stile anything else all'azione.
Lo stesso protagonista , professore di filosofia , sostiene che la filosofia fine a se stessa è buona esclusivamente a riempire le pagine dei testi universitari e che agendo diamo un senso alla vita.
Non volendo anticipare nulla , tra i due protagonisti , la ragazza e il professore, è la ragazza ad essere piu' ambigua , in fondo il professore è coerente , fin quando non trova la scintilla che gli fa sentire un nuovo equilibrio.
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Grande film.
Parto cosi' perchè onestamente a sensazione non me lo aspettavo.Ti fa riflettere , che tu la pensi o meno come il protagonista provi ad immedesimarti , i temi possono anche essere quelli abituali dei film di woody ma questa volta li concretizza , e in modo nuovo , difatti si passa dal parlare , che personalemente apprezzo , in stile anything else all'azione.
Lo stesso protagonista , professore di filosofia , sostiene che la filosofia fine a se stessa è buona esclusivamente a riempire le pagine dei testi universitari e che agendo diamo un senso alla vita.
Non volendo anticipare nulla , tra i due protagonisti , la ragazza e il professore, è la ragazza ad essere piu' ambigua , in fondo il professore è coerente , fin quando non trova la scintilla che gli fa sentire un nuovo equilibrio.
La ragazza invece è attratta dal professore nonostante non sia ne troppo ingenua ne poco matura , ma proprio per quel suo lato oscuro e mai svelato , per poi sorprendersi e spaventarsi di quegli stessi tratti che la avevano ammaliata.
Per me uno dei migliori di woody allen.
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