no_data
|
lunedì 2 luglio 2018
|
ritorno a dostoevskicity con fermata hanna arendt.
|
|
|
|
Ben ben ben.
Woody si ripete.
Ben ben ben.
Ma siamo costretti a rivedere Holyday on ice?
No, no, qua siamo in un'altra dimensione.
In 'The boston story' poi divenuto 'Irrational man', Woody giuoca colle sue tematiche più nere e scomode, forse si può parlare di black traditional drama?
Ciò ci aggrada e ci atterrisce, e quello che più ci stupisce di questo bel film è l'aria 'light' che è riuscito a dargli.
Vogliamo dire: qua si parla di Kant ( è morale denunciare ai nazistoni Anna Frank?), si veleggia con Kierkegaard ( l'ansia è libertà di scelta, e comunque libertà), si ri-cita e si re-cita Dostoevski questa volta - contrariamente a Match Point -corretto con la Arendt -dov'è la banalità del male?; si fa tutto questo, senza però far mai perdere la pazienza allo spettatore (tranne a chi pensa che sia una stanca riproposizione), complice una colonna sonora (altro personaggio del film) succosamente jazz.
[+]
Ben ben ben.
Woody si ripete.
Ben ben ben.
Ma siamo costretti a rivedere Holyday on ice?
No, no, qua siamo in un'altra dimensione.
In 'The boston story' poi divenuto 'Irrational man', Woody giuoca colle sue tematiche più nere e scomode, forse si può parlare di black traditional drama?
Ciò ci aggrada e ci atterrisce, e quello che più ci stupisce di questo bel film è l'aria 'light' che è riuscito a dargli.
Vogliamo dire: qua si parla di Kant ( è morale denunciare ai nazistoni Anna Frank?), si veleggia con Kierkegaard ( l'ansia è libertà di scelta, e comunque libertà), si ri-cita e si re-cita Dostoevski questa volta - contrariamente a Match Point -corretto con la Arendt -dov'è la banalità del male?; si fa tutto questo, senza però far mai perdere la pazienza allo spettatore (tranne a chi pensa che sia una stanca riproposizione), complice una colonna sonora (altro personaggio del film) succosamente jazz.
Certo alle spalle di questo lavoro c'è, si sente, prepotentemente The Rope del Maestro H.
Ma è chiaro che i Grandi si citino, come asserìto ne Il Nome della rosa: i libri citano sempre necessariamente altri libri, e perché non dovrebbe accadere per i film? Suvvia, va bene questo, non ci sparrucca.
Anzi qui troviamo certi stanchi topoi ( il prof di filosofia che celebra la morte anziché festeggiare la vita; l'alunna e la collega che amano il fascinoso prof in wunderbar coretto; il delitto premeditato col cianuro-veloce al posto del lento-arsenico) riproposti in modo leggiero e brillante, fresco e non retorico à la ancienne.
Il tema è chiaro: le conseguenze personali di un omicidio. Che succede se uno sconosciuto uccide uno sconosciuto, facendo saltare per aria i moventi, l'arma del delitto e tutto il carrozzone abituale del giallone internazionale (oltre alle elucubrazioni etiche)?
Che succede se 'chi si dovrebbe fare gli affari propri' - per miracolo o per tigna - non lo fa?
Woody ce lo ridice per ben sette volte. Può andare bene (Crimini e misfatti, Match Point), specie in un mondo disertato dal divino; può andare che ti fai una grande, per quanto perfida, risata (Pallottole su broadway, Scoop); oppure - e credo che anche lui sottenda questo - può succedere un gigantesco turbamento dell'ordine naturale che infine ti inchioda alle tue responsabilità ( Misterioso omicidio a Manhattan, Sogni e delitti, e ora - cioè tre anni fa - Irrational man). Ecco perche l'ex The boston story è importante che ci sia, è una ulteriore riflessione sulla responsabilità umana. Non bastano mai, non devono bastare mai codeste riflessioni.
Woody, a noi, non basta mai! ( E lo diciamo leggendo a distanza di 3 anni dall'uscita del film, con amarezza che quest'anno il Nostro non uscirà con una sua opera, per i vari casini che ha lui con l'esistenza.)
Che non ci sia Woody al cinema, essendo lui vivente, è per noi un grave oltraggio, non va giù, questo sì il vero delitto.
La morte dell'estetica, altro che Dio o Marx.
Chiudiamo con un plauso agli attori, Joachim Phoenix, perfettamente in parte, sembra un Cris Wilton più grasso, più vecchio, per nulla rampante, che non si salva; ed Emma Stone è raggiante, luminosa, lei invece è la povera Nola Rice che si salva, questa volta lei si salva. Perché, nonostante tutto il catrame che è stato versato su di lui, Allen è un regista profondamente innamorato delle donne e di tutte le loro terribili, bellissime complicazioni.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
gpistoia39
|
lunedì 21 dicembre 2015
|
sempre grande il vecchio woody
|
|
|
|
Come al solito non sono d'accordo con il vostro critico, per me troppo interpretativa. Questo film di Woody Allen mi è piaciuto parecchio, una bella storia ben narrata, con un bel ritmo, dei paesaggi e delle luci stupende. L'attrice che interpreta la studentessa innamorata, veramente fantastica. Che dire della "morale" che posso trarre? Il primo personaggio, il professore di filosofia egregiamente interpretato: un vero delinquente che fa il "perbene" facendo il depresso, quello che non ha più nulla da dire e da fare, che appena pensa di uccidere qualcuno e farla franca si rianima, riacquista la voglia di vivere, un vero delinquente sotto le vesti dell'esistenzialista intellettuale, nella realtà ce ne sono tanti, io a suo tempo ne ho conosciuto qualcuno.
[+]
Come al solito non sono d'accordo con il vostro critico, per me troppo interpretativa. Questo film di Woody Allen mi è piaciuto parecchio, una bella storia ben narrata, con un bel ritmo, dei paesaggi e delle luci stupende. L'attrice che interpreta la studentessa innamorata, veramente fantastica. Che dire della "morale" che posso trarre? Il primo personaggio, il professore di filosofia egregiamente interpretato: un vero delinquente che fa il "perbene" facendo il depresso, quello che non ha più nulla da dire e da fare, che appena pensa di uccidere qualcuno e farla franca si rianima, riacquista la voglia di vivere, un vero delinquente sotto le vesti dell'esistenzialista intellettuale, nella realtà ce ne sono tanti, io a suo tempo ne ho conosciuto qualcuno. Questo professore è disposto a reiterare un omicidio, questa volta per salvarsi la pelle e non pagare il dazio per il primo che ha eseguito per puro piacere, senza sporcarsi le lani, scegliendo come tutti i vigliacchi il veleno. Woody lo fa cedere nella sua stessa trappola. La studentessa brillante, e umanamente senza spessore come l'acqua, tutta cultura e cervello, che come al solito si innamora del suo professore di filosofia, un classico, che crede che lui sia un genio, salvo poi scoprire che è solo un delinquente. Bella la studentessa, affascinante, che lascia e riprende quello stupido fidanzato "innamorato". Personaggi tutto sommato negativi, come la professoressa che per lasciare il marito ha bisogno di avere uno con il quale andare. Tutto questo in una cornice perfetta, fiori, case, interni, ristoranti, stalle e cavalli, tutto molto chic, lussuoso, un ambiente borghese, ricco. Ancora una volta Woody mette le mani dentro ai luoghi comuni, e fa vedere come dietro alla "facciata" di perbenismo si celi la noia, il luogo comune, la ingenuità. Grazie Woody, non mi hai deluso.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gpistoia39 »
[ - ] lascia un commento a gpistoia39 »
|
|
d'accordo? |
|
maurizio meres
|
lunedì 21 dicembre 2015
|
allen,l'imprevedibile
|
|
|
|
Interpretazione di questo film molto surreale in un tragicomico finale da film muto anni trenta,ma con dei risvolti esistenziali che secondo il mio parere si fondono in un qualcosa di reale nella vita di una qualsiasi persona,senza arrivare all'estremo come nel film di uccidere,ma di desiderare che quella persona non ci fosse,o come augurare all'altro inteso come antagonista il più completo fallimento,la liberazione per la riconquista di se stessi,nel film è intesa come eliminazione fisica per chi è un danno ad altre persone.
Allen questa volta ridisegna un quadro psicologico della sua più profonda personalità alla ricerca di nuovi stimoli,la morte ridiventa una sua esigenza di espressione artistica,rimane sempre la grande capacità di Allen di trasformare il tragico in comico ,dialogato magistralmente come suo solito,impossibile distrarsi.
[+]
Interpretazione di questo film molto surreale in un tragicomico finale da film muto anni trenta,ma con dei risvolti esistenziali che secondo il mio parere si fondono in un qualcosa di reale nella vita di una qualsiasi persona,senza arrivare all'estremo come nel film di uccidere,ma di desiderare che quella persona non ci fosse,o come augurare all'altro inteso come antagonista il più completo fallimento,la liberazione per la riconquista di se stessi,nel film è intesa come eliminazione fisica per chi è un danno ad altre persone.
Allen questa volta ridisegna un quadro psicologico della sua più profonda personalità alla ricerca di nuovi stimoli,la morte ridiventa una sua esigenza di espressione artistica,rimane sempre la grande capacità di Allen di trasformare il tragico in comico ,dialogato magistralmente come suo solito,impossibile distrarsi.
Personalmente preferivo i suoi ultimi lavori,ma questo è Allen.
Cast giusto nei ruoli con una Emma Stone completamente a suo agio,molto dolce e ovattata nei panni di una studentessa in cerca di emozioni forti senza mai compromettere la sua femminilità,acqua e sapone.
Joaquin Phoenix da al personaggio il giusto equilibrio,passando dalla delusione esistenziale,senza nessun stimolo dell'essere,alla più completa felicità ritrovata ma soltanto nella sua dimensione,attore molto duttile nel ricoprire ruoli con personalità multiple.
Sicuramente non è il miglior Woody Allen o perlomeno non è quello che ci si aspettava,ma come altri suoi film il tempo sarà giudice.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maurizio meres »
[ - ] lascia un commento a maurizio meres »
|
|
d'accordo? |
|
giampituo
|
mercoledì 23 dicembre 2015
|
futuro senza futuro
|
|
|
|
Irrational man.
" Mentre ti fermi a parlare, parlare, parlare , la vita, meravigliosa , è già fuggita via". Era maggio quando avevo letto qualcosa di questo film che stava per uscire nelle sale USA, e mi era piaciuta.
Ieri finalmente al cinema. Con notevoli aspettative. E Allen non smentisce il suo talento. Il film è ben raccontato con il tema della casualità e della poca importanza della vita se non collegata ad un obbiettivo per cui valga la pena vivere. Il professore di filosofia preceduto dalle notizie di uomo complicato e maledetto dedito all'alcol con l'intento di cercare nell'orgasmo il suo antidolorifico alla vita.
[+]
Irrational man.
" Mentre ti fermi a parlare, parlare, parlare , la vita, meravigliosa , è già fuggita via". Era maggio quando avevo letto qualcosa di questo film che stava per uscire nelle sale USA, e mi era piaciuta.
Ieri finalmente al cinema. Con notevoli aspettative. E Allen non smentisce il suo talento. Il film è ben raccontato con il tema della casualità e della poca importanza della vita se non collegata ad un obbiettivo per cui valga la pena vivere. Il professore di filosofia preceduto dalle notizie di uomo complicato e maledetto dedito all'alcol con l'intento di cercare nell'orgasmo il suo antidolorifico alla vita. Oltre che nell'alcol. Che non conosce più prudenza, che non conosce più timori. Pronto ad affrontare un futuro che non ha più futuro. La morte che non gli fa paura. Anzi morte come ancora di salvezza. Capace di affontarla tre volte in una rapida roulette russa. Poi un occasionale discorso ascoltato e rubato a delle persone in un pub gli cambia l'esistenza, con la scelta, lucida e allo stesso tempo folle, di uccidere una persona, un giudice, per cambiare il destino di un'altra triste storia umana. Di una persona che neanche conosce. La narrazione continua e ti tiene lo stesso incollato alla poltrona ma perché la storia è raccontata troppo bene. Il finale un po' scontato non mi prende o sono io che resisto e non mi faccio prendere. La colonna sonora all'altezza del resto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giampituo »
[ - ] lascia un commento a giampituo »
|
|
d'accordo? |
|
nino pell.
|
giovedì 24 dicembre 2015
|
le strade irrazionali verso la felicità
|
|
|
|
"irrational man" è un film tipicamente alla Woody Allen e non potrebbe essere altrimenti. Solamente questo unico ed ecclettico regista riesce, meglio di ogni altro, a tradurre in immagini le nevrosi, le ansie e, in questo caso, i pensieri irrazionali che spesso hanno il sopravvento sull'uomo contemporaneo all'interno di una società che spesso non appaga psicologicamente. La trama ci narra la storia di Abe Lucas, un professore di filosofia di quasi mezza età, stanco e svuotato da ogni interesse per la vita e che spesso preferisce abbandonarsi alle illusioni prodotte dal vizio del bere. Nella sua mente si insinuano, talvolta, pensieri inconsciamente suicidi e nemmeno la sua attuale storia d'amore con la collega Rita Richards sembra scuoterlo più di tanto da una profonda e radicata apatia del vivere.
[+]
"irrational man" è un film tipicamente alla Woody Allen e non potrebbe essere altrimenti. Solamente questo unico ed ecclettico regista riesce, meglio di ogni altro, a tradurre in immagini le nevrosi, le ansie e, in questo caso, i pensieri irrazionali che spesso hanno il sopravvento sull'uomo contemporaneo all'interno di una società che spesso non appaga psicologicamente. La trama ci narra la storia di Abe Lucas, un professore di filosofia di quasi mezza età, stanco e svuotato da ogni interesse per la vita e che spesso preferisce abbandonarsi alle illusioni prodotte dal vizio del bere. Nella sua mente si insinuano, talvolta, pensieri inconsciamente suicidi e nemmeno la sua attuale storia d'amore con la collega Rita Richards sembra scuoterlo più di tanto da una profonda e radicata apatia del vivere. Durante le sue lezioni all'Università, fa conoscenza con la giovane studentessa Jill Pollard, la quale si invaghisce del suo fascino di uomo all'apparenza maturo e risoluto. Ma sarà soprattutto un discorso da parte di una donna sofferente che Abe Lucas ascolterà per caso con la giovane studentessa durante una loro passeggiata in un giardino pubblico a dargli una scossa interiore affinché egli ritorni al desiderio di dare un senso alla propria esistenza. Ed ecco che nella sua mente sopraggiunge un pensiero irrazionale di dare giustizia alla povera donna, intravista per caso nel parco, alla quale un giudice insensibile le sta togliendo l'affidamento legale della propria figlia, architettando di eliminare l'ostacolo con l'omicidio. Questo film di Woody Allen non ci racconta particolari novità sulle sue tematiche esistenziali, ma il suo stile cinematografico riesce a trasmetterci come sempre grande intensità e interesse narrativo. Personalmente, fino ad un certo punto, mi sono sentito di attribuire a questa pellicola magari un tre stelle, forse per una certa lentezza nella sceneggiatura. Ma poi ecco sopraggiungere il colpo di scena finale che mi ha permesso di rivedere tutto ad un tratto le mie sensazioni sul film e a capire e coglierne l'intera bellezza. E come se dal finale, si risale man mano all'indietro per comprendere come il regista sia stato geniale e profondo nel descriverci minuziosamente gli aspetti più dettagliati della psicologia dei suoi personaggi, tra cui alla fine infastidisce non poco la giovane Jill, effimera e inconsapevolmente immatura. Pertanto mi sento di dire che ancora una volta l'esperto Allen è riuscito a colpirmi nel segno e che anche se "Irrational man" non sarà giudicato tra i suoi lavori principali, sarà ricordato comunque come un film fuori dagli atavici schemi "razionali" della moderna cinematografia mondiale.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a nino pell. »
[ - ] lascia un commento a nino pell. »
|
|
d'accordo? |
|
franci9292
|
sabato 26 dicembre 2015
|
immenso allen
|
|
|
|
Un altro capolavoro firmato da Woody Allen, dai risvolti del tutto inaspettati e capace di coinvolgerti appieno.
L’ “Irrational man” in questione è interpretato da Joaquin Phoenix, professore di Filosofia, che si trasferisce in una nuova cittadina.
[+]
Un altro capolavoro firmato da Woody Allen, dai risvolti del tutto inaspettati e capace di coinvolgerti appieno.
L’ “Irrational man” in questione è interpretato da Joaquin Phoenix, professore di Filosofia, che si trasferisce in una nuova cittadina.
Pur rivelandosi fin da subito una persona brillante e capace nel suo lavoro, nonché amante della poesia e delle buone intuizioni, cita nei suoi discorsi Simone de Beauvoir e Emily Dickinson, rende percepibile a occhio nudo la sua più profonda irritabilità e insoddisfazione nei confronti della vita. L’idea iniziale che lo spettatore può farsi, dopo la prima mezzoretta di pellicola, è che quest' uomo viva la sua routine quotidiana per inerzia, lasciandosi trasportare dagli eventi in maniera del tutto distaccata, super partes, come fosse una barca senza remi nelle rapide di un fiume.
Tale insoddisfazione la si può riscontrare non solo nelle sue pessime abitudini alimentari ma, anche, per il fatto che essa non gli permette di godere delle emozioni che potrebbero scaturire dal rapporto sessuale con una collega. La sola cosa che lo rende meno cinico verso tutto e tutti è l’amicizia con una sua studentessa, interpretata dalla bellissima Emma Stone, con la quale avrà un rapporto controverso. La svolta avverrà da lì a poco. Il professore troverà la sua ragione di vita origliando lo sfogo disperato di una donna ad una tavola calda.
Renderle giustizia sarà lo scopo dell’uomo. Assisteremo a un radicale cambiamento degli eventi. L’eccitazione del professore per questa sua nuova “impresa” sarà visibile ad occhio nudo. Preparare l’omicidio perfetto lo rende diverso, un uomo nuovo. La colazione sarà abbondante, riuscirà ad avere rapporti sessuali con la collega e, soprattutto, si lascerà andare con la studentessa, da cui prima aveva preso le distanze e con la quale ora si sentiva libero di poter avere una relazione.
A causa della musichetta allegra di sottofondo, anche quando il professore mette in atto il suo piano, lo spettatore è sicuro di vedere una commedia. L’ennesimo colpo di scena avverrà di lì a poco, quando l'uomo, essendo stato messo con le spalle al muro dalla bella e scaltra studentessa, che aveva scoperto tutto, tenterà di uccidere anche lei. La beffa, però, consisterà nel fatto che nella tromba dell’ascensore, dove avrebbe dovuto cascare “incidentalmente” la ragazza, finisce lui stesso. La beffa nella beffa, insomma. Un Allen che stupisce fino all’ultimo minuto, e che lascia lo spettatore con un messaggio di fondo molto importante: “ non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”. Il professore, che aveva trovato la sua ragione di vita meditando un omicidio, non aveva pensato alle conseguenze che, infatti, gli si sono rivoltate contro. Nonostante il professore avesse pensato a un delitto perfetto, notare il Delitto e Castigo sulla sua scrivania, tutto ha messo in atto, tranne un delitto perfetto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a franci9292 »
[ - ] lascia un commento a franci9292 »
|
|
d'accordo? |
|
dejan t.
|
lunedì 28 dicembre 2015
|
originale il contenuto, criticabile la forma
|
|
|
|
Non vorrei risultare eccessivamente critico nei confronti di questo ultimo film di Woody Allen, ma all'uscita dalla sala proprio non riuscivo ad essere soddisfatto di ciò che avevo visto. I propositi erano buoni e la trama sembrava accattivante (la strana e turbolenta vita del professore di filosofia Abe Lucas), tanto che mi avevano spinto ad andare a vedere la pellicola, ma il modo in cui Allen ha deciso di mettere in scena la narrazione è discutibile. Il buon cast di attori (Jamie Blackley nei panni del professore e Emma Stone della studentessa del corso di filosofia e co-protagonista della vicenda) non è affiatato, ogni personaggio è isolato e non ben armonizzato con gli altri.
[+]
Non vorrei risultare eccessivamente critico nei confronti di questo ultimo film di Woody Allen, ma all'uscita dalla sala proprio non riuscivo ad essere soddisfatto di ciò che avevo visto. I propositi erano buoni e la trama sembrava accattivante (la strana e turbolenta vita del professore di filosofia Abe Lucas), tanto che mi avevano spinto ad andare a vedere la pellicola, ma il modo in cui Allen ha deciso di mettere in scena la narrazione è discutibile. Il buon cast di attori (Jamie Blackley nei panni del professore e Emma Stone della studentessa del corso di filosofia e co-protagonista della vicenda) non è affiatato, ogni personaggio è isolato e non ben armonizzato con gli altri. In particolare Emma Stone (che avevo apprezzato nel film "Birdman") non mi ha convinto.
L'idea di base, però, è curiosa e particolare. La figura di Abe Lucas è molto interessante: egli è sia protagonista sia antagonista nella storia di Allen, inizialmente smarrito e totalmente indifferente alla vita; poi un evento inaspettato gli permetterà di trovare un senso alla propria esistenza. Ma la sua visione della realtà è distorta e neppure la vicinanza della studentessa Jill Pollard (Emma Stone) potrà aiutarlo e allontanarlo da azioni e gesti terribili che prendono forma nella propria mente.
La storia in se, pertanto, non è affatto male; ciò che non mi convince sono alcune scelte di regia di Woody Allen. La relazione tra professore e studentessa viene subito svelata, senza un momento di transizione, senza lasciare il tempo allo spettatore di immergersi nella scena. La colonna sonora non aiuta di certo questo fatto, essendo costituita da un'unica non gradevole melodia che compare in più punti della vicenda, anche molto differenti tra loro, creando in chi guarda non poca perplessità. Discutibili anche alcuni dialoghi (qualcuno dei quali poco credibile), in particolare tra i due protagonisti. Apprezzabili, comunque, alcuni spunti di riflessione (il rapporto tra il pensiero filosofico e la sua applicazione nella vita reale) e il colpo di scena finale.
Nel complesso, la mia valutazione è di ☆☆1/2, il film non è male ma le mie aspettative sono state in parte deluse.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a dejan t. »
[ - ] lascia un commento a dejan t. »
|
|
d'accordo? |
|
alex62
|
martedì 29 dicembre 2015
|
la morte e il caso
|
|
|
|
Woody Allen non al suo meglio, se si considera “Match point” e “Cassandra's dream” le sue vette, qui siamo più in basso, ma il tema è molto importante e di forte attualità.
Mai come oggi la filosofia s'interroga sull'individuo e sul suo “lato oscuro”, cioè l'impossibilità della relazione. C'è un professore universitario di filosofia che ha esplorato fino all'estremo confine l'istinto di morte, si è avvicinato talmente tanto alla morte da non temerla più, anzi da cercarla con ostinazione. Non si tratta di una semplice depressione, bensì di una malattia del pensiero e del cuore, che lo conduce addirittura a sperimentare, senza alcuna emozione, la roulette russa.
[+]
Woody Allen non al suo meglio, se si considera “Match point” e “Cassandra's dream” le sue vette, qui siamo più in basso, ma il tema è molto importante e di forte attualità.
Mai come oggi la filosofia s'interroga sull'individuo e sul suo “lato oscuro”, cioè l'impossibilità della relazione. C'è un professore universitario di filosofia che ha esplorato fino all'estremo confine l'istinto di morte, si è avvicinato talmente tanto alla morte da non temerla più, anzi da cercarla con ostinazione. Non si tratta di una semplice depressione, bensì di una malattia del pensiero e del cuore, che lo conduce addirittura a sperimentare, senza alcuna emozione, la roulette russa...
La fascinazione esercitata dalla signora ammantata di nero e munita di falce, lo conduce in un labirinto dove non potrà più liberarsi, accompagnato da due “vestali” che somigliano a delle divinità del pantheon greco-mediterraneo: c'è una sua collega dedita al culto della perversione sessuale e una studentessa che istituisce con lui il rapporto malato fra mentore e protegée, simbiotico e negativo. Insomma in questo film non c'è una relazione sana, tranne forse quella fra la studentessa e il suo fidanzato, tradito, senza sensi di colpa, abbandonato e poi recuperato in extremis. Su tutto la potente seduzione del male e della morte...dell'altro! Alla quale nessuno riesce a sottrarsi.
Un film con pochissime scintille umoristiche, dominato da un'atmosfera cupa che contrasta con la splendida ambientazione in un college del sud degli USA.
Ottimi attori, come sempre nei film di Woody, in una dimensione corale. Da segnalare in particolare Joaquin Phoenix che è perfettamente in parte e non lesina di offrire al personaggio anche il ventre prominente e la sua deformità fisica (labbro leporino e spalla sinistra rotta e mal ricomposta), come se l'orrore della sua interiorità si riflettesse come in uno specchio anche all'esterno. Deliziosa Emma Stone, in innumerevoli abitini nostalgici degli anni '60.
Però si staglia, invisibile, ma imponente, la vera protagonista del film: la morte; tema molto visitata da Woody Allen, ma mai in passato con l'angoscia che domina questo.
E la salvezza non può venire da nessun Dio, ma soltanto dal “Caso”, che secondo Woody, come in Eschilo, tutto domina incontrastato.
Non può esserci un lieto fine dove la morte ha preso dimora.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a alex62 »
[ - ] lascia un commento a alex62 »
|
|
d'accordo? |
|
martinlutero
|
mercoledì 30 dicembre 2015
|
il caso vero legislatore del mondo
|
|
|
|
Se la vita può avere infinite sfaccettature e ogni individuo è posto davanti ad'una infinità di scelte, l'unica forza che governa un mondo insensato è il caso. Questa è la grande lezione che Allen vuole trasmetterci con la sua ultima fatica: Irrational man. L'esperienza dei protagonisti non sarebbe nulla se il caso non governasse i nostri destini. Abe Lucas, docente di filosofia, disilluso dalla vita, alcolizzato e impotente dopo una serie di traumi familiari, si trova costretto, a causa delle sue esperienze, a recitare il ruolo del filosofo super partes, di colui che è insofferente verso tutto e tutti.Quando finalmente la vita gli dà una possibilità di poter tornare alla vita non ci pensa due volte e, abbandonandosi al suo egoismo, illudendosi di compiere una "missione per conto del Dio" , per un imperativo categorico da salvaguardare, diventa totalmente irrazionale.
[+]
Se la vita può avere infinite sfaccettature e ogni individuo è posto davanti ad'una infinità di scelte, l'unica forza che governa un mondo insensato è il caso. Questa è la grande lezione che Allen vuole trasmetterci con la sua ultima fatica: Irrational man. L'esperienza dei protagonisti non sarebbe nulla se il caso non governasse i nostri destini. Abe Lucas, docente di filosofia, disilluso dalla vita, alcolizzato e impotente dopo una serie di traumi familiari, si trova costretto, a causa delle sue esperienze, a recitare il ruolo del filosofo super partes, di colui che è insofferente verso tutto e tutti.Quando finalmente la vita gli dà una possibilità di poter tornare alla vita non ci pensa due volte e, abbandonandosi al suo egoismo, illudendosi di compiere una "missione per conto del Dio" , per un imperativo categorico da salvaguardare, diventa totalmente irrazionale. Gill invece si muove su un piano totalmente opposto. E' quello razionale delle leggi, della società e delle sue convenzioni, un piano che cerca inutilmente di superare con la relazione con Abe. Ma tutto questo passa in secondo piano visto che la vera forza del mondo è il caso che governa l'azione dall'inizio fino alla fine determinando i destini dei due che non sono altro degli alfieri nell'insensato scacchiere dell'universo.
Se per tematiche e problematiche affrontate Allen si riconferma come un aficionados di amore e morte certamente compie un lavoro migliore di quello effettuato in altri film silmili come sogni e delitti.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a martinlutero »
[ - ] lascia un commento a martinlutero »
|
|
d'accordo? |
|
silvia d'ecclesiis
|
giovedì 31 dicembre 2015
|
woody e l'irrazionale
|
|
|
|
Irrational Man racconta la parabola di un professore universitario di filosofia, Abe Lucas, che ha perso l’interesse per la vita e per le sue banalità quotidiane. Un giorno Abe incontra una giovane studentessa bella e un po’ svampita, che vive di effimere gioie medio-borghesi. I due cominciano presto una frequentazione che presto si trasforma in qualcosa di serio, nonostante la diffidenza iniziale del primo a iniziare una relazione con la seconda, che invece è perdutamente innamorata di lui. Morale della favola: secondo la logica kantiana, se A porta a B e B porta a C, allora A porta a C, ovvero se un moto vitale, seppur moralmente eccepibile, comporta una risoluzione dei problemi esistenziali su cui ci incartiamo ogni girono, vale la pena provare.
[+]
Irrational Man racconta la parabola di un professore universitario di filosofia, Abe Lucas, che ha perso l’interesse per la vita e per le sue banalità quotidiane. Un giorno Abe incontra una giovane studentessa bella e un po’ svampita, che vive di effimere gioie medio-borghesi. I due cominciano presto una frequentazione che presto si trasforma in qualcosa di serio, nonostante la diffidenza iniziale del primo a iniziare una relazione con la seconda, che invece è perdutamente innamorata di lui. Morale della favola: secondo la logica kantiana, se A porta a B e B porta a C, allora A porta a C, ovvero se un moto vitale, seppur moralmente eccepibile, comporta una risoluzione dei problemi esistenziali su cui ci incartiamo ogni girono, vale la pena provare.
Come in ogni film di Woody Allen, non manca dunque l’intento moralizzatore (non necessariamente di matrice ebraica), infarcito questa volta di romantiche divagazioni e incalzanti dissertazioni filosofiche, di fronte alle quali si resta incerti, impotenti, alla disperata ricerca della chiave che risolva il puzzle. Ma ancora una volta, Woody Allen sembra affermare che l’unica risposta all’imponderabilità dell’esistenza e alla casualità risieda nell’irrazionalità dell’amore e dei sentimenti umani, che travalicano ogni logica e scardinano la morale comune.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a silvia d'ecclesiis »
[ - ] lascia un commento a silvia d'ecclesiis »
|
|
d'accordo? |
|
|